Al baritono Carlos Álvarez il XV Premio Kaleidos. Il racconto della serata

 

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(14 maggio 2014) – Consegnato lunedì presso la sala ONU del Teatro Massimo di Palermo il XV premio Kaleidos a Carlos Álvarez, baritono di fama internazionale e celebre interprete del melodramma verdiano; saluta il pubblico e presenta i prestigiosi ospiti Simone Piraino, moderatore della serata.

L’associazione Kaleidos, con la sua ventennale attività, si occupa con passione e competenza della costante crescita culturale della città, promuovendo periodicamente conferenze, concerti ed iniziative assolutamente di alto livello sociale ed intellettuale.

Fra gli eventi organizzati da Kaleidos ricordiamo, fra gli altri, i festeggiamenti per i 50 anni di carriera di Renato Bruson, il Concerto di Natale, gli stage lirici, i concerti estivi e il recente “Galà lirico a sostegno di Medici senza frontiere”, tenutosi presso il Teatro Biondo di Palermo il 30 marzo scorso.

La consegna annuale del Premio è quindi un immancabile appuntamento per tutti gli appassionati del settore; “la prima edizione del Premio Kaleidos ha avuto come protagonista il grande Renato Bruson”, ricorda Piraino che, fra gli applausi del pubblico, viene raggiunto da Carlos Álvarez e da Anna Annaloro Patti, presidente di Kaleidos.

Durante la serata il grande cantante spagnolo ha ricordato gli esordi della sua carriera e di quando cantava nel coro dell’Orchestra di Malaga, raccontando al pubblico le emozioni indissolubilmente legate ad ogni serata trascorsa sul palcoscenico e ad ogni personaggio interpretato: “Ogni recita è una sfida che mi fa imparare qualcosa, si conoscono nuovi teatri, nuove realtà e nuove persone da amare” e continua Álvarez “sul palcoscenico siamo sempre fragili e impauriti, come se fossimo sempre nudi, con la paura di non essere all’altezza di ciò che il pubblico si aspetta, e nulla ti toglie questa paura, neanche se hai 40 anni di carriera”.

E di anni di carriera Álvarez ne ha ben 25, avendo iniziato nel anni ’90 cantando Donizetti, Bellini e Rossini sulle note de L’elisir d’amore, I puritani e Il barbiere di Siviglia; celebre è l’interpretazione del 1998 nel Don Giovanni di Mozart diretto da Riccardo Muti e sarà proprio Don Giovanni l’opera che Carlos Álvarez porterà in scena al Massimo di Palermo dal 16 al 25 maggio 2014 con la direzione di Stefano Ranzani.

Durante l’interessante excursus della sua brillante carriera, il pubblico ha avuto il privilegio di assistere ad un breve recital nel quale il baritono di Malaga, accompagnato al pianoforte dal Maestro Giuseppe Cinà, ha cantato 3 brani musicali: Amore occulto e Il mio cuore non ce la fa più con questa carica, entrambi in spagnolo, e Be my love (dedicata alla moglie presente in sala), colonna sonora del film The Toast of New Orleans, prodotto nel 1950, interpretato dalla magica voce del tenore Mario Lanza e distribuito in Italia con il titolo Il pescatore della Luisiana.

Fra i tanti personaggi interpretati, Carlos Álvarez pone l’accento sui 3 più rappresentativi, spiegandone al pubblico le differenze e le relative difficoltà di interpretazione: Macbeth, personaggio che dietro le sembianze del Re perdente e ferito resta per sempre dentro l’animo di chi lo interpreta; Iago, simbolo di cattiveria e tradimento e il Marchese di Posa, che è l’emblema dell’amicizia e della libertà; questi 3 personaggi, tratti rispettivamente dai capolavori verdiani Macbeth, Otello e Don Carlo, mettono a dura prova chi si cimenta ad interpretarli e per farlo al meglio, come sottolineato da Anna Annaloro Patti, non basta la bella voce o un’elegante presenza scenica in quanto è indispensabile “sentire” il personaggio donando spessore alla vocalità.

Ciò che si rileva nelle esibizioni di Álvarez sono gli accenti canori, i dettagli scenici, i particolari interpretativi e la profondità timbrica capace di spaziare dalla zona centrale a quella acuta del registro baritonale, colpisce infine lo spettatore l’uso perfetto della dizione italiana, che restituisce la percezione che l’artista comprenda in pieno ciò che recita divenendone attore, interprete e protagonista, “compiendo così il percorso”, conclude la Annaloro, “da cantante ad artista”.

Nel corso della sua carriera ha cantato presso tutti i più prestigiosi teatri del mondo come Milano, Parigi, Vienna, Amsterdam, New York, Chicago, Tokyo; ha lavorato con direttori d’orchestra di fama internazionale quali Riccardo Muti, sir Colin Davis, Lorin Maazel, Riccardo Chailly ed ha vinto diversi premi, fra cui il Premio Nacional de Música e un Grammy award for best opera recording. Se tecnicamente e scenicamente impeccabile è Álvarez artista, altrettanto grande appare la statura morale di Álvarez uomo, dai cui racconti lascia trasparire una modestia ed una semplicità tipiche solo dei grandi uomini.

Lascia stupito il pubblico, ad esempio, quando racconta di aver rifiutato all’inizio della sua carriera l’invito del grande Riccardo Muti ad interpretare Rigoletto; il motivo del rifiuto era fondato sulla sua consapevole inesperienza e sulla certezza che era impensabile per un uomo molto giovane indossare le vesti di quel travagliato personaggio verdiano; nel suo racconto Álvarez ricorda che non si sentiva ancora pronto in quanto era un uomo che anche se dotato di una gran voce, fino ad allora non aveva avuto particolari problemi nella vita e non aveva ancora provato la gioia e l’esperienza della paternità, tutte caratteristiche proprie dell’anziano gobbo Rigoletto che risulta intriso di tante complesse sfaccettature emozionali.

A questo episodio si lega infine il commovente ricordo legato alla morte del padre, momento sempre vivo nella sua memoria.

Dopo aver ascoltato e commentato la registrazione di tre arie d’opera intrattiene il pubblico Maria Grazia Mazzara, soprano di Kaleidos, con una deliziosa performance canora.

La serata si conclude con la consegna del prestigioso Premio Kaleidos proprio nel giorno, 12 maggio, in cui ricorre il 23° anniversario della riapertura del Massimo; l’appuntamento con il grande baritono è aggiornato al 16 maggio, data della prima del Don Giovanni e anniversario a sua volta della prima rappresentazione al Massimo, avvenuta nel 1897 con l’opera Falstaff interpretata da Mariano Stabile, indimenticato baritono palermitano.

 

 


 

 

CONVERSAZIONI - Al baritono Carlos Alvarez il XV Premio Kaleidos

(ph. Carlo Guidotti)


 

 

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