(6 dicembre 2014) – Soltanto nell’ordinario scorrere dei giorni si rivela lo straordinario vivere dell’uomo. Potrebbe essere questa una sintesi della conversazione che si è tenuta venerdì 5 dicembre a Palermo presso Palazzo Bonocore, in occasione della presentazione del libro di Pino Ortolano “Tra fogli bianchi e punti neri”. Si tratta del settimo titolo della casa editrice “People & Humanities”, che è stata presente all’evento nella persona dell’editore Mauro Buscemi.
Soltanto nell’ordinario scorrere dei giorni, nell’avvicendarsi degli eventi favorevoli e delle avversità ciascuno può scovare la profonda verità della sua vita e del suo pensare la vita. E i “fogli bianchi” e i “punti neri” sono proprio emblema di questo fluire dei giorni con fogli bianchi, intatti, in cui la libertà dell’uomo può credersi capace di non avere un limite, un punto. Anzi, in cui è chiamata ad edificare il suo percorso, il suo incedere nel palcoscenico vuoto della vita.
Finché non arrivano i “punti neri”, proprio quei punti che si evitano di affrontare in pubblico, quei punti in cui c’è sempre qualcuno che solleva lo sguardo e chiede di cambiare argomento, quei punti che certa ragione occidentale vuol far fuori, quei punti che secondo alcuni sono “la prova che Dio non esiste”.
Ed è proprio accennando al recentissimo volume di Veronesi che Rosalia Pipia, presidente del centro culturale “Il Sentiero”, ha voluto dar l’abbrivio alla presentazione del libro di Pino Ortolano. Non tanto per volontà ostinatamente polemica, ma per offrire una riflessione su come ciascuno di noi è chiamato a prendere posizione sui dati che ci pone dinnanzi la realtà. E di fronte ad un male spesso letale, come un tumore, ci può essere anche chi, come recita il sottotitolo del libro di Ortolano, sostiene che «la malattia non ti cambia la vita».
La conversazione a Palazzo Bonocore è stata animata dalle domande di Francesco Inguanti (presente anche lui all’interno del volume con l’intervista a Giusi Cancilla, moglie di Ortolano). E durante il dialogo forse le parole che sono tornate più spesso sono state “fatto ordinario”. L’autore ha infatti voluto più volte ribadire che il “punto nero” non è l’occasione in cui vanno al vento tutti gli atti della vita dei fogli bianchi, della vita in cui il pensiero ricorrente era di sistemarsi con un posto di lavoro e una bella famiglia. Ma il “punto nero” è quel fatto ordinario in cui tutto ciò che di valore è stato costruito o si è ricevuto si può riscoprire, si può pesare. «Il male non ribalta la situazione di prima», la mette al vaglio.
È così che la trama di relazioni significative che si è intessuta negli anni può rivelarsi importante per non soccombere sotto gli attacchi fisici della malattia, o anche sotto gli attacchi morali di essa, soprattutto laddove sembra che il giro dell’orologio segni l’orizzonte ultimo della propria vita. È così che il percorso di fede che un uomo ha intrapreso non rimane un inutile sforzo volontaristico alle spalle del paziente, ma si rivela una grossa risorsa che rende l’uomo capace di lucidamente guardare ai propri cari senza timore di perderli.
Quasi a sottolineare che tutto ciò che è raccontato nel libro è esperienza vissuta sulla pelle, la conversazione si è conclusa con una fotografia di Pino Ortolano insieme a tutte le persone citate sul libro e che gli sono state vicino nel decorso della malattia.
Riteniamo le parole dell’editore, Mauro Buscemi, particolarmente precise ad indicare il valore del libro: «La storia di Pino vale per ciascuno: è una storia vera che ha una speranza incarnata in rapporti che prendono forma in storie d’amicizia e pienezza di vita».
Conversazioni - "Tra fogli bianchi e punti neri": nell'ordinario scorrere dei giorni la straordinaria vita dell'uomo
Nelle immagini alcuni momenti della presentazione del libro di Pino Ortolano "Tra fogli bianchi e punti neri". La presentazione si è svolta a Palazzo Bonocore di Palermo la sera di venerdì 5 dicembre 2014.
(ph. Roberto Alabiso)