(10 febbraio 2015) – La presentazione dell’annuale Rapporto sulla Sussidiarietà è ormai una consuetudine che si ripete a Palermo ad ogni sua uscita. L’argomento scelto quest’anno dall’ottavo rapporto è: “Sussidiarietà e… qualità nei servizi sociali” e la presentazione è avvenuta venerdì 6 febbraio 2015 alla Libreria Multicenter Mondadori di Via Ruggero Settimo, 16 a Palermo.
Sotto la regia di Salvatore Taormina, che ha illustrato preliminarmente i risultati della ricerca, sono stati chiamati a dare contributi di giudizio e di esperienza mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, e Mimmo Milazzo neo segretario generale della Cisl siciliana.
“Anche questo rapporto, come quelli precedenti, – ha introdotto Salvatore Taormina – consiste di due parti: la prima è un’analisi dei costi di produzione di alcuni servizi di welfare (housing universitario, asili nido, cura degli anziani, riabilitazione, housing sociale), con un confronto tra organizzazioni pubbliche e organizzazioni private non profit e un’analisi della soddisfazione degli utenti; la seconda parte presenta i risultati degli studi di caso su alcune realtà del privato sociale con l’obiettivo di approfondire caratteristiche e modi di intervento di questo tipo di realtà il cui ruolo è così rilevante nei settori esaminati”.
Più precisamente la ricerca sceglie e mette a confronto due strutture comunque di eccellenza per tipo di servizio (solo nel caso degli asili ne considera due comunali e tre privati), in zone omogenee, prevalentemente al Nord; in Sicilia l’housing universitario a Catania più l’Endo Fap a Palermo.
“La conclusione cui giunge il rapporto – ha subito precisato – è che l’offerta privata risulta più efficiente perché presenta costi unitari minori del 23%. La forbice di riduzione dei costi varia cioè tra un minimo del 17% e un massimo del 41%.”.
“I dati dell’analisi – ha concluso, dopo una illustrazione dei casi più significativi presentati nel Rapporto - evidenziano due aspetti: che la differenza non è frutto di un minor costo delle attività core, cioè del servizio erogato, bensì dal fatto che le strutture pubbliche risultano gravate da costi “esterni”, generati o indiretti, come l’amministrazione, le utenze, i servizi vari di manutenzione, in gran parte dipendenti da scelte gestionali di contesto, non attinenti alla singola struttura; inoltre, il fatto che i costi siano inferiori non comporta una riduzione della qualità del servizio; il livello di soddisfazione rilevato dai questionari erogati non mostra differenze significative, anzi c’è un leggero vantaggio per le organizzazioni non profit”.
Mons. Michele Pennisi, dopo aver espresso il proprio apprezzamento per la qualità dell’indagine, ha voluto precisare di voler intervenire innanzitutto “per motivi personali perché in quanto arcivescovo di Monreale sono presidente di due IPAB, che pur essendo state fondate nei secoli passati da vescovi miei predecessori o da personalità religiose con finalità caritative non profit, oggi sono in atto “amministrate” come Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB), la cui natura pubblica è stata imposta dalla legge 17 luglio 1890 n. 6972 (legge Crispi) che consentiva l'esercizio dell'assistenza e della beneficenza unicamente ad “Istituzioni Pubbliche” e sottoposte al controllo governativo. Esse hanno in Sicilia ancora lo statuto di Enti pubblici con tutti i gravi problemi di indebitamento e le complicazioni burocratiche che queste istituzioni hanno, mentre potrebbero svolgere le finalità in per cui sono state fondate in modo più efficace e più efficiente”.
Un altro motivo di carattere personale lo ha indicato nella sua qualità di vescovo delegato per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università. “Per questo motivo - ha specificato - debbo interessarmi anche dei problemi legati alla formazione professionale, che in Sicilia sta attraversando un periodo buio”.
“La risposta alla domanda da cui parte il Rapporto: se ha ancora senso opporre il pubblico e il privato nei settori del welfare – ha detto – sta nella costituzione di un nuovo welfare, con una particolare attenzione al contributo della Sussidiarietà”. Ha poi illustrato le caratteristiche e l’importanza della Sussidiarietà, “che mette al centro il valore di ogni persona e il ruolo delle iniziative che nascono dal basso, disegnando quindi il volto di un mondo nuovo, che riscontra negli utenti soddisfazione molto elevata”.Si è poi soffermato a delineare i cardini dell'insegnamento sociale cattolico: la centralità della persona e il bene comune, spiegando come sussidiarietà solidarietà, libertà e giustizia si integrano a vicenda.
Nelle conclusioni è tornato ancora una volta sulla domanda di partenza. “Porre ancora in contrapposizione - ha riaffermato - pubblico e privato non profit è quindi un anacronismo da superare: la sussidiarietà, oltre che il riconoscimento di quanto di buono c'è in atto nella società, è una necessità imposta dalla crisi e dall'esigenza di giustizia sociale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il neo segretario della Cisl siciliana, Mimmo Milazzo, che, dopo aver affermato l’assoluta inutilità della contrapposizione tra queste due realtà, soprattutto in un settore così delicato, ha espresso viva preoccupazione per l’uso spesso poco efficace dei soldi spesi nel pubblico, soprattutto se paragonati all’efficienza che generano nel settore privato.
“La strada da battere – ha affermato – oltre ai necessari strumenti di controllo e verifica, è quella della costituzione di reti che facciano risparmiare nel pubblico i servizi da rendere alle comunità presenti sul territorio. Non possiamo continuare a tenere in ogni Comune servizi che possono essere centralizzati in alcuni tra loro vicini. Questo processo è iniziato, ma troppo timidamente. Occorre incentivarlo e il settore dei servizi alla persona ben si presta per porre in essere risparmi di gestione che non pregiudichino la qualità del servizio”.
Molto seguita e condivisa è stata poi la testimonianza di Paolo Zimmardi direttore dell’Endo Fap (Ente di formazione professionale dell’Opera don Orione) che pur evidenziando la grave situazione in cui versa tutto il settore della Formazione professionale siciliana, a causa del venir meno di molti finanziamenti regionali, ha evidenziato che la qualità del servizio che con molta fatica l’Ente riesce ancora ad erogare è motivo di grande apprezzamento sia per gli utenti e le loro famiglie sia per gli imprenditori e gli artigiani che trovano tra i ragazzi che hanno frequentato i corsi sempre una buona qualità della formazione sia professionale che umana.
Giorgio Vittadini ha concluso evidenziando come oggi la contrapposizione sia tra un centralismo sempre più dilagante ed una sussidiarietà di cui si è persa financo la memoria. “Questo attacco, che viene da lontano e che ha come obiettivo quello di depotenziare i corpi intermedi a favore di un presunto e più efficiente rapporto diretto tra cittadino e potere politico, nasce – ha spiegato – sempre dal tentativo di generalizzare esperienze negative, ma parziali, per convincere la gente che solo il pubblico può garantire efficienza e trasparenza. Il rapporto di quest’anno non si muove nella logica di Striscia la Notizia, cioè quello dei casi limite da portare al giudizio morale dell’opinione pubblica, ma da casi virtuosi, mettendo in rapporto esempi simili e di buon livello proprio per far comprendere che, se privato fa risparmiare, non vuol dire che va contrapposto a pubblico, ma va integrato col pubblico per generare sinergie positive e non di scontro”.
I numerosi esponenti del privato sociale hanno espresso grande interesse per l’iniziativa e per i dati che emergono dall’indagine, traendo motivo di soddisfazione per l’attività che svolgono, spesso con scarso riscontro economico ma sempre con grande gratificazione degli utenti.