(19 maggio 2015) – Nell’ambito della Settimana delle culture, grande rassegna di eventi culturali in programma a Palermo dal 10 al 17 maggio, la Fondazione Salvare Palermo Onlus e ANISA, Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte, hanno organizzato una conferenza dal titolo “Palermo o della contraddizione: recupero e abbandono” nella quale sono stati presentati alcuni interventi di restauro felicemente conclusi, si è dibattuto sulla bontà di altri restauri più o meno recenti e sulla necessità di radicali opere di recupero di molti monumenti cittadini ormai irrimediabilmente degradati e, peggio, destinati all’oblio.
La sede che ci ha ospitati è la sala conferenze “Francesco Florio”, facente parte del magnifico complesso di Palazzo Forcella – De Seta, sede dell’ANCE Palermo, Associazione Nazionale Costruttori Edili che, a seguito del bel restauro di questa porzione dello storico edificio, ha deciso di destinarla alla cittadinanza come luogo per mostre, conferenze e incontri culturali.
Ad aprire il dibattito è stato Massimiliano Miconi, vicepresidente dell’ANCE Palermo che, dando il benvenuto ai numerosi ospiti presenti, spiega come il recupero della sala che ci ospita sia un anello importantissimo di una catena di recupero degli edifici e di ripristino degli spazi che non dovrebbe mai interrompersi.
Il contesto che ci circonda, ricorda l’avvocato Miconi, è di palese e drammatico abbandono, ragion per cui è indispensabile mettere in circuito tutte le nostre conoscenze al fine di valorizzare il territorio urbanistico della città; il percorso è arduo e notoriamente in salita a causa della speculazione e dell’ignoranza e sarebbe auspicabile ripensare, in luogo di nuove costruzioni spesso invasive e che mal si contestualizzano con il tessuto storico, a delle operazioni di riutilizzo degli spazi esistenti, ristrutturandoli e dandogli così nuova vita, al fine di “sviluppare un sano ed intelligente recupero che negli anni ha distrutto Palermo e i palermitani”.
Il secondo intervento è affidato a Maria Antonietta Spadaro, vicepresidente di ANISA, la quale, dopo aver ringraziato l’ANCE per la magnifica sede messa a disposizione, ricorda come questa settimana dedicata alle culture, arrivata alla quarta edizione, abbia riscontrato moltissimo successo, a tal punto che a parità di giorni e orari vi sono più manifestazioni, tutte interessanti, a cui il pubblico può partecipare, proprio a testimoniare come la cultura e la voglia di recupero e di conoscenza del nostro patrimonio, anche se spesso assente nelle pubbliche istituzioni, è particolarmente sentita in talune organizzazioni private e auspicata dal cittadino.
Accennando alla consapevole delusione per non aver ottenuto il prestigioso riconoscimento di Capitale della cultura c’è molta attesa per il riconoscimento del percorso arabo-normanno quale bene UNESCO ma a Palermo, città dalle tante ricchezze e dalle altrettante contraddizioni, proprio nei giorni in cui si riceve il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il giardino 2015, assegnato al complesso Maredolce-La Favara, è in discussione la realizzazione della nuova tangenziale il cui tracciato dovrebbe essere ritagliato proprio nei pressi di quell’ultimo lembo di verde dal sapore così antico.
Nelle slide proiettate dalla prof.ssa Spadaro, sono tanti i beni architettonici che appaiano alla nostra vista in tutto il loro antico splendore, purtroppo è uno splendore immaginato o ricordato, in quanto sfregiato dall’incuria, dal disinteresse e dall’abbandono.
Ecco che passano in rassegna il Villino Favaloro, destinato vanamente a divenire museo della fotografia, la facciata dell’Istituto delle Croci, disegnata da G. B. Basile e che riecheggia romanticamente lo stile tardo gotico siciliano, il Palazzo dell’Uscibene e la Chiesa di S. Maria della Speranza, gli archi della sorgente della Fawara a S. Ciro, l’ex Asilo rurale di via Sampolo, la Real casa dei matti, l’Ex Stazione di Posta, la Villa Alliata di Pietratagliata.
Fra gli altri esempi si parla del sontuoso Ninfeo barocco di Villa Trabia di Campofiorito, del Palazzo delle Finanze, di Villa Giulia, del Ninfeo di Villa Sophia e financo della distrutta insegna del mobilificio Barraja, realizzata su progetto di Pietro Lisanti negli anni ’40 nel salotto urbano di quella, come la definì Sciascia, “piccola capitale dell’art nouveau” che era Palermo.
Le successive presentazioni sono state commentate dall’arch. Rosanna Pirajno, presidente della Fondazione Salvare Palermo, che da trenta anni si occupa della conoscenza, divulgazione e promozione del restauro dei beni artistici della città.
La prima sezione di slide era una mia realizzazione e l’arch. Pirajno mi ha concesso l’inaspettato privilegio di spiegare personalmente al pubblico la ratio che ha alimentato questo collage di fotografie e di commenti da me assemblati: questo lavoro è stato suddiviso in quattro tematiche che abbracciamo gli interventi di restauro realizzati, quelli auspicati, l’opera di pedonalizzazione che ha riguardato negli ultimi mesi piazze e viali del centro, e una curiosa carrellata di scatti aventi come soggetto le insegne di botteghe e negozi storici palermitani, qualcuno ancora in vita, altri ormai con la saracinesca abbassata da diverso tempo e a testimoniarne la passata viva esistenza sociale e commerciale ne è rimasta soltanto, appunto, l’insegna.
Ogni immagine appariva sotto lo sguardo soave della “Demetra del Capo”, il celebre mosaico liberty del Panificio Morello del cui restauro proprio l’associazione Salvare Palermo è stata una presenza attiva ed insostituibile.
Nelle presentazioni a seguire vengono analizzati dall’arch. Pirajno gli aspetti tecnici di alcuni dei più significativi restauri ultimati recentemente in città, corredati dai documenti di progetto, da un interessante raffronto fotografico sullo stato originario paragonato con quello attuale e, talvolta, da qualche aneddoto.
Si passano in rassegna alcuni luoghi di assoluto interesse analizzando alcuni restauri quali la Real Fonderia della stessa Rosanna Pirajno, la Passeggiata alla Cala dello studio S. Provenzano e G. Argiroffi, la Residenza universitaria SS. Annunziata di P. Culotta e T. Marra, la Caffetteria Teatro Massimo di F. Adelfio e E. Anello, il Palazzo Sambuca di M. Giammona e A. Giammona e il Palazzo Lampedusa dello studio G. Franzitta & C.
A seguire, la conferenza ha avuto come argomento la relazione sui recuperi e sui restauri nel centro storico degli architetti O. Marrone e G. Parlato; quest’ultimo, in particolare, ha descritto con dovizia di particolari gli aspetti più dettagliati su alcuni momenti dell’impeccabile recupero di Palazzo San Vincenzo e di Palazzo Gaetani della Bastiglia.
L’ultima parte ha come protagonista proprio il Palazzo Forcella – De Seta, e in special modo la Sala Conferenze Francesco Florio, il cui restauro, commissionato dall’ANCE Palermo, è stato progettato dallo Studio Monaco Architetti; e sono stati proprio loro a descriverne le bellezze e le peculiarità del restauro, restituendo alla città uno spazio di rara bellezza, tessuto in una trama di pietra e legno, in un palcoscenico naturale dove un sapiente gioco di luci crea la giusta atmosfera per ogni tipologia di evento; rubano la scena l’elegante raffigurazione marmorea femminile recuperata e installata sul fianco sinistro, l’elegante scala metallica circolare e, sullo sfondo, un grande pannello fotografico in tonalità di grigi di Sandro Scalia raffigurante un grande ficus, albero simbolo dei nostri parchi urbani.
Il saluto finale di Rosanna Pirajno è intriso di amarezza ma di speranza, di consapevolezza su quanto è stato irrimediabilmente perduto ma al tempo stesso di fiducia e di desiderio di credere che ci sia ancora tempo, spazio e voglia per riparare e migliorare il contesto in cui viviamo, con l’augurio che la proattiva iniziativa dell’ANCE Palermo, rappresentata dal direttore Francesco Artale e dal vicepresidente Massimiliano Miconi, possa far da esempio per la comunità tutta, quella politica, quella economica e quella intellettuale, ricordando che, secondo quanto citato dalla Pirajno, “è tanto più buono l’uomo quanto più bello è il luogo dove vive”.
CONVERSAZIONI - A Palazzo De Seta una conferenza sul recupero e sull'abbandono del patrimonio architettonico di Palermo
(ph. Carlo Guidotti)