(13 ottobre 2014) – A Palermo, nella Sala della Congregazione delle Missioni della Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace” (Corso Vittorio Emanuele 429-431), mercoledì 15 ottobre 2014 ore 16.30 sarà presentato l’ottavo ed ultimo volume de I manoscritti di Agostino Gallo, edizione integrale curata dalla Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace” (Notizie di artisti Siciliani da collocarsi ne’ registri secondo l’epoche rispettive raccolte da Agostino Gallo [Ms. XV.H.20.1-2.]. Trascrizione e note di Angela Mazzè, Angela Anselmo e Maria Carmela Zimmardi).
Si tratta dell’inedita Storia delle belle arti in Sicilia a cui Agostino Gallo (1790-1872), erudito palermitano fondatore del Pantheon dei Siciliani nella Chiesa di San Domenico in Palermo, lavorò per circa cinquant’anni. I manoscritti furono acquistati dalla allora Biblioteca Nazionale di Palermo, oggi Biblioteca centrale della Regione Siciliana, nel settembre del 1941 presso la Libreria Reber di corso Vittorio Emanuele.
Interverranno: Francesco Vergara Caffarelli (direttore della Biblioteca centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”), Angela Mazzè (storico dell’arte), Gioacchino Barbera (direttore della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis), Simonetta La Barbera (docente di storia della critica dell’arte presso il Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo), Angela Anselmo (funzionario dei Fondi antichi della Biblioteca).
Dal comunicato: «Agostino Gallo (1790-1872), erudito palermitano, cultore delle arti, collezionista, autore di molti articoli relativi alla storia e alle arti siciliane, va ricordato per il Famedio, raccolta di ritratti di uomini illustri siciliani donata alla Biblioteca Comunale di Palermo, per avere istituito il Pantheon dei Siciliani nella Chiesa di San Domenico in Palermo e per avere donato la sua quadreria al Museo nazionale di Palermo (oggi nella Galleria di Palazzo Abatellis). L’incompiuta Storia delle belle arti in Sicilia è pregevole soprattutto per le notizie relative agli artisti suoi contemporanei con i quali ebbe spesso rapporti diretti e ai quali commissionò molti lavori. In particolare, fra gli altri, fu legato da fraterna amicizia al pittore Giuseppe Patania (1780-1852), di cui fu anche allievo in gioventù e a cui è dedicata una buona parte del volume che si presenta».