Tusa in un volume di Angelo Pettineo

 

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(5 ottobre 2012) – In una nuova collana, chiamata “Città si Sicilia” e iniziata con l’opera di Angelo Pettineo Tusa, dall’Universitas Civium alla Fiumara d’Arte, prende corpo un progetto di Armando Siciliano Editore che si presenta ambizioso e interessante, soprattutto per il livello degli studi dal taglio fortemente scientifico che lo caratterizzano.

Il volume, promosso grazie all’impegno dell’attuale Amministrazione Comunale della cittadina posta nella Valle dell’Aleso, è stato recentemente presentato al pubblico nella suggestiva cornice della cinquecentesca chiesa di S. Leonardo e del convento Cappuccino.

Tusa, dall’Universitas Civium alla Fiumara d’Arte è un saggio straordinario che si avvale di amplissime preliminari ricerche d’archivio, si occupa di archeologia, storia urbanistica, architettura, arti figurative, arte contemporanea, avvalendosi di un notevole corredo immagini e offrendo importanti apparati, come le note, il regesto storico, la ricca appendice bibliografica. (nlc)

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Nella sequenza delle valli dalle quali si è innervata la colonizzazione dell’antico Valdemone, la maestosa fiumara dell’Halaeso ha generosamente cullato il duraturo stanziamento di una collettività, dall’insediamento antico della città greco-romana a quello medievale e moderno, tra ubertosi pascoli e lussureggianti plaghe silvestri erose dalla “demetria spiga”.

Oltre al seducente stormire delle fronde d’argento, fluttuanti da nodose ceppaie di ulivi millenari, un altro suono cadenzava l’inesorabile incedere del tempo nella solennità di un paesaggio che tutt’oggi invita alla contemplazione: il crepitare degli zoccoli lungo le trazzere, nella spola incessante di uomini e mercanzie dall’entroterra agli approdi del margine tirrenico, dove un fiorente emporio presidiava gli interessi commerciali di Halaesa Archonidea, prima, di Tuzaga / Tuz'ah dopo. Viceversa, i verdeggianti profili dei rilievi spartiacque confortavano le carovane nella loro risalita, con un morbido abbraccio che le avrebbe accompagnate fino agli scavalcamenti verso i luoghi consacrati agli evocativi miti della Madre Cerere e di Proserpina.

Tuttavia, quello stesso abbraccio di colline stagliate sull’azzurro cielo, segno di confidenziale accoglienza nel seno fluviale della valle, poteva improvvisamente mutarsi in gesto di ostile e divaricante separazione tra oriente e occidente, tra greci e cartaginesi, tra bizantini ed arabi, tra le contee dei Ventimiglia e degli Alagona, fino alla più recente ed artificiosa segregazione tra le province di Messina e Palermo, tra il Parco dei Nebrodi e quello delle Madonie, trascinando questa “cerniera” territoriale nell’indecifrabile sospensione dello spazio e del tempo.

In quest’enigmatica sospensione, nella potenza e nella varietà paesaggistica, nelle rigenerazioni etiche ed estetiche della “Fiumara d’Arte” e nella stratificazione di culture secolari stanno tutti gli ingredienti capaci di sprigionare il racconto affabulante, la fascinazione e la visita prodiga di emozioni.

 

 

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