(25 novembre 2014) – Nell’ambito della II settimana delle Culture, presso l’ex deposito locomotive di Sant’Erasmo di Palermo, si è tenuta una tavola rotonda per discutere sulle tematiche relative ai siti di archeologia industriale di Palermo, sul loro recupero e sul loro destino.
La conferenza si è tenuta il 19 novembre scorso, in occasione della chiusura della mostra intitolata “Archeologia industriale a Palermo”, a cura dell’Arch. Daniela Pirrone e della Prof.ssa Maria Antonietta Spadaro.
La mostra è stata allestita in uno dei luoghi simbolo del recupero architettonico cittadino, ossia la rimessa dell’antica stazione ferroviaria della linea per Corleone, edificata nel 1886 e attiva fino al 1959, oggi sede dell’Eco-museo del mare dopo i restauri del 1997.
La struttura che ha ospitato la mostra è stata essa stessa ospite dell’evento, in quanto fra le belle fotografie che hanno composto l’esposizione vi era proprio il deposito di Sant’Erasmo, con le sue eleganti colonne in ghisa belga, la copertura lignea a falde e i sovrastanti luminosi lucernai.
E di luoghi destinati all’industria ed al lavoro ve ne sono davvero tanti nelle fotografie di Andrea Ardizzone che vengono composte su ampi cartelli nei quali è possibile leggere la descrizione storica di ogni singolo luogo in esso ritratto e l’ubicazione urbanistica mediante una grafica chiara ed immediata.
Ecco che, visitando la mostra, è stato possibile scoprire i segreti della Chimica Arenella, industria produttrice di acido solforico e citrico, della Manifattura Tabacchi di via Simone Gulì, istituita con D.R. n. 128 del 18 marzo del 1830, e dei padiglioni liberty ed eclettici della Stazione Lolli che, realizzata nel 1882, ha fatto viaggiare passeggeri e ha fatto transitare merci lungo la tratta Palermo-Trapani dal 1891 al 1974.
Un pannello è dedicato alle fabbriche Ducrot in cui nel 1903 lavoravano 200 operai, divenuti 2500 nel 1930; la Ducrot, negli ambienti oggi denominati “Cantieri culturali alla Zisa” fu fra i più importanti mobilifici dei primi del Novecento che, collaborando con il celebre architetto Ernesto Basile, creò gli arredi liberty più eleganti e rappresentativi del tempo, fra cui i mobili delle più importanti ville palermitane, fra cui Villa Igiea, quelli a bordo delle navi della compagnia dei Florio e gli arredi per Montecitorio. Tra il 1915 e il 1918 la fabbrica fu riconvertita e destinata alla produzione di idrovolanti cacciabombardieri.
Del campo dell’industria pesante invece fanno parte la Real fonderia borbonica alla Cala, nata nel 1630 come Arsenale e le officine e la fonderia Tutone e Gagliano, in via Gen. Di Maria. In un altro spazio vi sono i dettagli delle due centrali elettriche di via G. Cusmano e di via A. Volta e sempre relativa all’industria energetica un’ampia sezione è dedicata ai due Gasometri, quello di via Tiro a segno, realizzato nel 1861 per la fornitura del gas per l’ illuminazione cittadina e quello di via Remo Sandron, eretto a metà del secolo scorso per fornire più adeguatamente energia alla zona nord di Palermo; i Gasometri, oggi ancora visibili in tutta la loro ampiezza sono rimasti attivi e funzionanti fino alla completa metanizzazione della città avvenuta nel 1985.
Collegate al mondo della produzione alimentare sono le immagini e le dettagliate didascalie del panificio del Convento di Sant’Antonino, del Mulino e pastificio Pecoraino-Virga, della Tonnara Bordonaro e delle industrie conserviere Cancila, la Rosa e Coalma.
Chiude la rassegna fotografica una bella miscellanea di tutti i 43 siti presentati, ma occorre precisare che questi sono soltanto una piccola parte degli oltre 200 luoghi scoperti, studiati e censiti dall’Arch. Pirrone in tanti anni di ricerche dedicate a questa affascinante tipologia di costruzioni.
Nei mesi scorsi Daniela Pirrone ha presentato questi ed altri luoghi in diverse conferenze allo Steri di Palermo e presso istituti scolastici cittadini al fine di far conoscere questi siti, pressoché sconosciuti, stimolandone la scoperta e sensibilizzando le istituzioni verso la loro tutela.
L’introduzione alla tavola rotonda conclusiva è a cura di Nino Vicari, Presidente del Forum delle Associazioni, il quale ha ricordato come sia importante discutere di archeologia industriale palermitana al fine di conoscere e salvaguardare questi luoghi , evitando così gli errori del passato che ne hanno visto la demolizione o una parziale ristrutturazione privandoli dei caratteri distintivi. Solo il 25% del territorio di Palermo è rimasto agricolo, in quanto la città ha esaurito il suo spazio: ecco perché bisogna privilegiare il centro storico ed i siti abbandonati, dice Nino Vicari, condividendo il progetto di recupero con tutti gli addetti ai lavori, con la politica, i costruttori, gli ingegneri e gli architetti.
E della necessità di una progettualità ampia ne parla anche Francesco Miceli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo, il quale ricorda che al tempo della redazione del Piano Regolatore, era il 1978, il tema centrale era quello della crescita della città; oggi i tema è cambiato, “oggi il tema è quello del riuso della città” dice l’Arch. Miceli, auspicando una concertazione tra i professionisti del settore, il Comune, Legambiente ed ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili che, mediante l’intervento del suo Vicepresidente Avv. Massimiliano Miconi, sostiene con forza la necessità urgente di dare un nuovo volto urbanistico alla città, ricordando come la cooperazione tra i diversi enti debba essere puntuale, trasparente e concreta.
“Bisogna sfruttare le peculiarità di ogni sito, pensandone la ristrutturazione e ricordandone la storia”, è questo il messaggio di Giuseppe Gini, Assessore alla Pianificazione urbana e territoriale, Mari e coste, Rapporti funzionali con Autorità del Comune di Palermo: le problematiche legate all’oblio delle aree industriali dismesse e le necessità di progetti condivisi per il riutilizzo sono le stesse di quelle legate alle zone agricole e alle coste cittadine: “bisogna ridare a Palermo la sua agricoltura e le sue coste”, ridando alle aree agricole la loro originaria potenzialità e colmando le differenze tra costa nord e quella sud, conclude l’Assessore Gini.
Al termine degli interventi si conclude la tavola rotonda con l’intervento di Daniela Pirrone, curatrice della mostra che con i suoi studi e i convegni sull’archeologia industriale di Palermo ha contribuito a donare nuova luce a questi monumenti al lavoro, proponendo progetti di recupero e di riqualificazione urbana mediante conoscenza e divulgazione di un mondo spesso dimenticato ma ricco di storia e ancora carico di potenzialità.
LUOGHI & STORIE - “Archeologia industriale a Palermo”: luoghi simbolo e ipotesi di recupero
(ph. Carlo Guidotti)