(10 aprile 2015) – Un lieto evento ha segnato quest’anno la ricorrenza della Pasqua in Sicilia: la nascita di Pasquale. Pasquale è un bimbo di cui non si conosce né il papà né la mamma, quella che presumibilmente l’ha depositato in piena notte nella «culla per la vita» che si trova a Giarre, in provincia di Catania.
La culla per la vita è una evoluzione contemporanea della Ruota degli esposti, quella utilizzata nei secoli scorsi per abbandonare i bimbi che non si era per varie ragioni in grado di allevare.
Nel bel volume Le culle per la vita di Rosa Rao (presentazione di Carlo Casini, Movimento per la Vita italiano 2012), che da anni per il Movimento per la vita si batte per l’istituzione di questo strumento anche a Palermo, e dove, pur con fasi alterne, ne sono attive due, la stessa scrive: “Nella visione utilitaristica della vita odierna, che alimenta la primitiva e mai sopita vocazione predatoria dell’uomo e, nel contempo, nella prospettiva di una società futura costituita da figli della provetta, preludio di una mutazione genetica mondiale dagli effetti devastanti, i figli della Culla di oggi, destinati all’adozione di certo costituiranno l’espressione gioiosa dell’umanità”. E l’arrivo di Pasquale è stato salutato come un evento gioioso proprio dagli aderenti al Movimento per la Vita di Giarre che lo hanno accolto come un “dono pasquale”. Le culle sono una cinquantina in tutta Italia, di cui 4 in Sicilia, due a Palermo e due a Catania. Nel volume di Rosa Rao vi è una accurata descrizione della storia di questo strumento e delle modalità con le quali deve essere messo in atto.
A Giarre tutto ha avuto inizio alle 4.17 della vigilia di Pasqua, quando la centrale operativa attiva nell’ospedale Cannizzaro di Catania ha ricevuto il segnale proveniente dalla nicchia che si trova a lato della chiesa di Gesù Lavoratore. Nel punto di accoglienza, che garantisce un completo anonimato, è infatti in funzione un sistema che, attraverso sensore e telecamera, rilevata una presenza all’interno del vano allerta direttamente la centrale 118. Pasquale è stato affidato alla cura del Tribunale dei Minori.
Unanime è stata la soddisfazione e il plauso dei tanti che contribuiscono alla gestione di tale strumento e della comunità giarrese.
La procedura ha funzionato correttamente, è stata la frase ricorrente, perché tutto si è svolto in modo tale da garantire l’anonimato alla mamma e tutte le cure necessarie al piccolo. Nel mesi scorsi si era, infatti, verificato in Sicilia più di un caso di neonati abbandonati nei cassonetti: ma questa volta le cose sono andate meglio e il bimbo gode ottima salute.
Questa Pasqua sarà ricordata per la tragedia del volo Germanwings 9525 Barcellona-Dusseldorf e per le tante altre che hanno visto uccisi cristiani inermi in tante zone del mondo. Eppure in questa Pasqua di dolore e di tragedia ci è data una occasione per ricordare che il Signore della morte è anche e soprattutto il Signore della vita, ed una vita è sbocciata anche contro le più consolidate evidenze che l’avrebbero voluta interrotta già nel grembo materno.
A questa anonima mamma vanno riconosciuti due grandi meriti: di non aver interrotto la vita del suo piccolo, cosa che avrebbe potuto fare con lo stesso anonimato con il quale l’ha partorito e portato nella chiesa di Gesù Lavoratore di Giarre, e di aver riposto in questa società una fiducia e una speranza di bene per suo figlio, che forse non stessi, pur con le nostre certezze, non abbiamo.
Tutto ciò è accaduto nella notte in cui si ricorda un evento unico nella storia del mondo: un uomo, per giudizio unanime dei suoi tanti contemporanei, è morto e come aveva anticipato, è risorto. Una altro fatto simile e paragonabile a questo non si è mai più ripetuto.
Vi è un solo modo per accettare un evento altrimenti incomprensibile: quell’uomo era il Figlio di Dio. Solo così qualsiasi fatto, anche il più tragico può essere se non compreso, almeno accettato: esso è un segno della Sua manifestazione. Ogni avvenimento, cioè, ha lo scopo di manifestare le opere di Dio, cioè la sua gloria, e la sua misericordia che salva.
Pasqualino, in qualunque modo si svolgerà la sua vita, sarà sempre nella storia dell’umanità (poco importa quanti saranno gli uomini che conosceranno la sua vicenda personale) questo segno di paragone: un modo di vedere le cose con gli occhi di Dio. Di fronte ad un fatto così gratuito e imprevisto torna alla mente una scena del presepe: l’adorazione dei pastori. I pastori rimasero stupiti da quella nascita, di cui nulla avevano saputo prima, ma compresero che era un segno grande di qualcosa che sarebbe accaduto.
Pasqualino è un segno tangibile della Pasqua 2015, quella che potremo ricordare non solo per le tante tragedie causate in gran parte dalla cattiveria umana, ma anche quella in cui un bimbo è stato donato a tutti noi, senza che lo avessimo né previsto né voluto.
La procedura ha funzionato correttamente, possiamo, dunque, concludere, ma non quella degli uomini, ma quella di Colui che è morto per noi, e che ora è risorto, e che, quindi, ci apre la gloria e la misericordia divine.
Nell’immagine: copertina del volume di Rosa Rao Le culle per la vita, presentazione di Carlo Casini, Movimento per la Vita italiano 2012