La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. "Scorza d’arancia" è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. "Bellezza d'estate a tavola. 40 ricette di ispirazione siciliana" è il libro pubblicato da Edizioni People & Humanities. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(6 settembre 2015) – Il 4 settembre si concludono le celebrazioni annuali per la Santa Patrona di Palermo. Molti, in altre città, si pongono la domanda: ma picchì la Patrona ccà si festeggia dù vote? Và cunticcillu che a Palermo si celebra l’apoteosi dei festeggiamenti per ovvi motivi storici. La devozione per la Santuzza è legata alla liberazione della peste che ha mietuto circa 30 mila vittime nella prima metà del ‘600 nel capoluogo siciliano; la popolazione si appropria di Santa Rosalia mettendo in ombra le sante protettrici della città, Cristina, Agata, Ninfa e Oliva che non avevano risposto alle suppliche del popolo per scongiurare l’epidemia.
Nonostante ci sia uno stacco di cinque secoli tra l’esistenza in vita di Rosalia De’ Sinibaldi e il ritrovamento delle ossa, il culto per la Santuzza, esplose sotto la spinta dell’entusiasmo in seguito all’apparizione della Santa a una donna del popolo che le chiedeva di scavare sul monte Pellegrino per ritrovare il suo sepolcro.
Il 15 luglio del 1624 il marinaio Vito Amodeo trovò numerose ossa e un teschio umani che si presumeva fossero della Santa. Dopo circa un anno, il 4 settembre del 1625, finalmente viene pubblicato il “Bando per il cessato male”, le sacre reliquie custodite in un’urna d’argento all’interno della Cattedrale e ogni anno, il 15 luglio, portate in solenne processione.
La grotta su Monte Pellegrino è diventata meta di culto, migliaia di palermitani acchianano, il 4 settembre, dies natalis della Santa, seguendo il percorso nel bosco, accurzando la strada carrabile, a piedi o in ginocchio fino al Santuario.
Quannu acchianiamo a diricci una preghiera alla Santuzza noialtri poi, scinnennu, di regola, tra il sacro e il profano, andiamo a Mondello a manciari pane e panelle. Da un paio d’anni a venire ccà mi porto il romanzo di Rosa Mingoia e Vincenzo Marrone Rosalia De’ Sinibaldi. Eremita per amore (Edizioni People & Humanities) per ripercorrere la storia leggendaria della Santuzza, seduta a ripa di mare.
Se volete preparare le panelle, queste sono le dosi per dieci cristiani:
250 g di farina di ceci
750 ml d'acqua
un mazzetto di prezzemolo tritato
sale e pepe
olio per friggere
Preparate le panelle mescolando, fuori dal fuoco, la farina di ceci con l'acqua, aggiunta poco per volta, amalgamate bene, ponete sul fuoco dolce sempre mescolando, aggiungete il prezzemolo tritato, il sale e il pepe, mescolando sempre fino a quando non si addensa; togliete dal fuoco e versate dentro una teglia a bordi bassi di 35 cm di diametro, livellate e fate raffreddare completamente. Tagliate a losanghe e friggete in olio bollente fino a doratura. Fate assorbire l'unto in eccesso su un foglio di carta assorbente, riempite delle mafalde o i tipici panini rotondi con il cimino, un pizzico di sale e una spruzzata di succo di limone.
Copyright © 2015 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it