Ma Dio a noi uomini come ci vede?


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(6 novembre 2012) – Parole, musica e sand-art all’Agricantus. “Ma Dio a noi uomini come ci vede?”. Da questa domanda prende le mosse A Dio Piacendo, in scena al teatro Agricantus di Palermo. In realtà questa domanda non è solo lo spunto di inizio, perché tutto lo spettacolo è un girare attorno a quella domanda, un tentare di rispondere in note, parole, vita quotidiana e sabbia.

Le note le ha composte e suonate sul palco con la sua chitarra l’ottimo Tony Greco, con arpeggi e melodie che richiamano certa vena nostalgica e allegra. Il testo dello spettacolo è stato steso da Ernesto Maria Ponte, mattatore anche sulla scena, e da Salvo Rinaudo: si tratta di due ore di distesa comicità e di parole da pensare.

A partire dalla canzone sul creato, in cui Dio, ammettendo i difetti della suo opera, mette in rima la luna, le stelle e il sudore delle ascelle; per attraversare le storie bibliche di Adamo, Mosé e Noé reinterpretate in chiave comica dalla simpatia trascinante di Ernesto Maria Ponte (Adamo a Dio, prima della creazione di Eva: “sì, caro Signore qui tutto bello: i piedi per camminare, le orecchie per ascoltare, la bocca per parlare; ma c’è una cosa che m’avanza…”).

Nel cuore dello spettacolo c’è il delicato brano che racconta la storia dell’inconciliabile coppia di Ragione e Sentimento: la fuga di Ragione con Istinto e il percorso di Sentimento per raggiungerla, passando per Esigenza, Comprensione, Bisogno e Speranza. Un pezzo raccontato con un filo di voce e qualche nota di chitarra: da ascoltare e portare a casa.

Dopo questo interludio ritorna la domanda iniziale sotto un’altra forma: dov’è l’armonia nelle nostre giornate? È su questo campo che il comico palermitano dà il meglio di sé, raccontando gli aspetti delle nostre vite incapaci di armonia: dalle lotte con le zanzare, a quelle per la fila; dai codici dell’ospedale, a quello dei rivenditori d’auto; dalle lattine di cibo per animali, alle vicissitudini del rapporto di coppia. Il finale in cui Dio si rivolge all’uomo non lo cito, se non per l’inizio in cui sconsolato rivolgendosi al popolo dice: “Voi non credete in me, e credete in chi vi dice che la Nutella è nutriente. Voi non credete in me, e credete in chi vi dice che la Coca-Cola fa digerire”...

Si diceva di parole, note, vita quotidiana e sabbia; quest’ultima è stato portata in scena dalle sorprendenti performance di sand-art di Stefania Bruno: una pittrice che per l’occasione compone immagini disegnando sulla sabbia, con la sabbia. A più riprese durante lo spettacolo viene proiettata, sul telone alle spalle degli attori, la lavagna illuminata su cui compaiono i disegni di sabbia; frutto del preciso e imprevedibile muovere, spargere e accumulare sabbia di mani, braccia, unghia o di una chiave magnetica da hotel utilizzata come strumento di incisione. Sand-art è la magia di vedere nascere da poche linee tracciate sulla sabbia un volto, un uccello, il bacio di due amanti o un paio di corna..!

A Dio Piacendo è uno spettacolo che ti resta attaccato, così ti capita di trovarti a ripetere canticchiando all’uscita della sala gli ultimi versi della canzone finale: “e la pioggia di Marzo,/e quello che era,/ la speranza di Vita/ che porti con te…”

Sono previste repliche ogni venerdì, sabato e domenica fino al 25 novembre presso il Teatro CCP Agricantus, via Nicolò Garzilli n. 89 a Palermo.

 

 


 

 

SPETTACOLI – Parole, musica e sand-art all’Agricantus. “Ma Dio a noi uomini come ci vede?”. Da questa domanda prende le mosse A Dio Piacendo, in scena a Palermo al teatro Agricantus. In realtà questa domanda non è solo lo spunto di inizio, perché tutto lo spettacolo è un girare attorno a quella domanda, un tentare di rispondere in note, parole, vita quotidiana e sabbia. Lo spettacolo è di Salvo Rinaudo ed Ernesto Maria Ponte; musiche di Tony Greco; performance di sand-art di Stefania Bruno. Le immagini documentano alcuni passaggi dello spettacolo.– Sicily Present (ph. Maria Marino)


 

 

 

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