(31 luglio 2013) – Un prato all’inglese che, ancora bagnato, teneva freschi i piedi, un albero alla sinistra del palco e il buio cielo notturno a fare da tetto. La location di Torre Artale è stata senz’altro azzeccata per i due concerti allestiti come secondo appuntamento del “Summer Jazz Festival”, che, giunto alla sua settima edizione, si tiene da quest’anno a Trabia (Pa).
Domenica 28 luglio hanno calcato la scena due gruppi ben distanti tra loro, ma una parola li teneva uniti: quella parola è Jazz. La prima formazione era composta da chitarra, basso e batteria: il trio prende nome dal chitarrista israeliano Gilad Hekselman. Ma l’instancabile Joe Martin al basso e l’esuberante ungherese, Ferenc Nemeth, alla batteria non stavano certo a guardare.
Il chitarrista israeliano ha presentato il concerto dicendo “suoneremo pezzi dei cd passati, del nuovo cd e di quelli futuri”. Questo è jazz. Diversi registri proposti: passando da frenetiche discese di scale e risalite per poi concedersi a una lenta samba nostalgica, in cui le dita più che puntellare le note, scivolavano dilatando e invaghendo l’atmosfera. E nonostante cambiassero i tempi e scendesse il sudore, quello che si è mantenuta nell’ora e mezza di esibizione è stata l’intesa tra i tre: le rincorse e il non farsi prendere cambiando i tempi, smorzando prima. Il gioco tra loro si poteva toccare. E di questo il pubblico ne ha goduto.
Secondo concerto con l’orgoglio di casa nostra: Francesco Cafiso al sassofono e Mauro Schiavone al pianoforte. L’uno a capo chino con le mani sul suo Steinway e le spalle rivolte al pubblico; l’altro al centro del palco a far risuonare l’armeria di tasti del suo ottone, a sostenere il ritmo con qualche incursione di voce e a far squillare le note sino al cielo. Spuma di note e birra per il pubblico, che sorseggiava compiaciuto.
La maggior parte dei brani suonati dal duo siciliano erano composizioni del giovane talento di Vittoria. Tra gli altri, quello che più ha lasciato il desiderio di essere riascoltato è stato “La banda”. Un pezzo, ha detto Cafiso durante il concerto, “scritto di recente e ispirato alle bande di paese”. Un pezzo che lascia il sapore delle piazze siciliane e ricostruisce un’atmosfera che Tornatore ci ha permesso di vivere al cinema molte volte. Dolce e malinconico.
Non esiste miglior congedo che lasciarvi in compagnia dell’ultimo minuto de “La banda”…
SPETTACOLI – Serata di Jazz a Torre Artale
– Sicily Present (ph. gl)