(13 agosto 2013) – Domenica 11 Agosto presso il chiostro del complesso monumentale Sant’Anna di Palermo, oggi Galleria d’Arte Moderna, è andato in scena il settimo appuntamento di “Palermo Classica”: la Mediterranea Chamber Orchestra diretta da Claudio Onofrio Gallina e il pianoforte di Martyna Jatkauskaite.
La serata musicale alla Gam è iniziata con “Ludwig”, una composizione di Sergio Rendine. Come non riconoscere nelle note trattenute, nello scalare cantabile e arieggiato, nello strisciare acuto delle corde di violino e nel rincorrersi di salite quasi verticali del compositore contemporaneo, l’impronta del grande Ludwig Van Beethoven, e in particolare della sua “Settima”. Rendine era seduto in platea e alla fine dell’esecuzione c’è stata una significativa stretta di mano tra lui e il direttore Gallina e gli applausi del pubblico a coronare la scena.
L’esecuzione del “Concerto per pianoforte e orchestra in Sol” di Maurice Ravel ha richiesto l’entrata in scena della pianista lituana Martyna Jatkauskaite. La platea è passata al felice connubio tra le sonorità nervose e spezzate del jazz e le anse di respiro classico. Il piano che detta il ritmo e l’orchestra che gli viene dietro, il piano che lascia spazio al sognante respiro d’orchestra e la conclusione in crescendo con piano e orchestra a respirare insieme. La “Pavane pour une infante defunte” ha fatto testo a sé: un intimo quadretto in cui ha un importante spazio il piano solo e solitario. Pezzo di grande malinconia.
Arrivare ad un concerto non è sempre facile: a volte si frappongono mille ostacoli ed imprevisti di ogni tipo, a quel punto ti viene incontro la freschezza degli amici d’antica data e il buon cuore di chi, benché non ti abbia mai visto, ti mostra la sua disponibilità. Seguire il “Concerto per pianoforte in Fa” di Gershwin a tratti sembra proprio far pensare a questo girovagare in cerca di un punto su cui sostare - e non trovarlo - e ricercare. E giocare con l’orchestra e cambiare ritmo ed inseguire. Le dita a picchiettare sui tasti del pianoforte per percuotere con più intensità e i tromboni a prendersi la scena. Le dita a zompettare sulla tastiera, le braccia quasi a scodinzolare e gli archi a piegarsi come per suonare agli innamorati. Tra tutti, anche il ghiro a tenere il ritmo. ‘Jazz sinfonico’, lo chiamano: come a dire jazz in abito da gala. Grande ritmo e godibilità.
Il pubblico alla fine ha richiesto il bis più volte, ma la pianista ha concesso solo un ultimo pezzo extra di Gershwin. Grandi applausi.
Spettacoli - Gallina e Jatkauskaite alla Gam
– Sicily Present (ph. gl)