(27 febbraio 2014) – Passeggiando svagatamente per una città siciliana, magari con uno sguardo disinteressatamente pronto a cogliere tutto ciò che più o meno volontariamente si presenta davanti gli occhi, può capitare che qualcuno arrivi con tono perentorio e sguardo fisso ad interrompere il corso dei tuoi pensieri dicendoti: Chi ci talìi?.
E dietro quella richiesta c’è come il fermo presupposto di smascherare una volontà indagatrice, che l’osservatore può anche non aver mai avuto. O meglio di rimuovere anche la più lontana ipotesi inquisitoria che potrebbe aver fatto capolino per un istante nella testa del malcapitato. Chi ci talìi?? Dietro tale richiesta c’è come un’atavica rivendicazione d’un diritto alla privacy che sfiora latente l’affermazione della proprietà assoluta di un luogo, un territorio, o nel più classico dei casi in Sicilia, d’una donna.
Con le sue “Taliate”, istantanee in bianco e nero scattate in Sicilia in questi ultimi anni ed esposte fino al 4 marzo presso la “Galleria 149” di via Cavour a Palermo, Francesco Bellina è come se ci chiedesse per un attimo di interrompere, noi, il corso dei pensieri delle persone ritratte nei suoi scatti. E osservare il teatro dell’istante: nella sua semplicità, nella sua irripetibilità.
Sia esso un istante relegato nell’assoluta ferialità di una partita a carte; o al contrario l’attracco d’una barca che dall’Africa ha raggiunto finalmente l’agognata terra promessa. Il riflesso d’un affascinante volto di donna o la fuga degli occhi d’un uomo con la sigaretta tra le labbra.
Sopra ogni volto il krònos nel suo trascorrere, dentro ogni sguardo il kairos nel suo svelarsi.
Arte - Le taliate di Francesco Bellina
(ph. gl)
– Sicily Present