(30 dicembre 2012) – Ti è mai capitato di avere davanti agli occhi un’immagine, un paesaggio, due persone, una mucca, dei gradini, un qualcosa che capisci essere molto importante pur non comprendendone immediatamente il motivo? E ti è mai capitato di scattare una foto a quella cosa, grande o piccola che sia? Immagina per un attimo di avere catturato proprio quello che ti aveva sorpreso, di avere stampato la foto e di averla tra le mani. Davanti a quella mucca, a quelle pecore, a quei due che guardano il mare non ti può non venire in mente la domanda delle domande: cos’è davvero che mi sta colpendo? Perché mi trovo a guardare quest’immagine? Cosa mi sta dicendo?
Ora qualcuno smetterà di leggere l’articolo pensando che già Leopardi quasi due secoli fa scrisse “Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,/ Silenziosa luna?”. E chi gli potrebbe dar torto d’altra parte? direbbe un mio amico che se Giacomo Leopardi avesse avuto una macchina fotografica sarebbe stato un maestro dello scatto. Ma mi farebbe piacere che a quel tale leggendo un articolo su “Fuoricampo”, la mostra di Gabriele Gravagna che rimane aperta sino al 6 gennaio 2013 presso la Sala delle Verifiche dello Steri a Palermo, gli fosse venuto in testa Leopardi, perché anche a me ha fatto pensare alla poesia questa mostra.
L’idea che guida la mostra è sorta nella testa di un uomo che ha il cinema nelle vene e che in fondo rovistandosi dentro ha scoperto che il cinema è anche un racconto che viene fuori da un’immagine. Anzi, meglio, quel racconto che nasce fuoricampo: quella storia che illumina e insieme è illuminata da un’immagine così forte da colpire anche uno che apparentemente non c’entra niente, che si trova di passaggio: un pensionato, un adolescente alle prese col primo amore, una donna ferita, un cavaliere barbaro di ritorno dal gran sacco, un malato in fin di vita, un uomo stravolto dalla vita.
E allora? Allora Gabriele Gravagna ha preso 8 scatti, di quelli che da soli vale la pena di andarseli a vedere, e ha chiesto a 8 persone che in maniera differente hanno a che fare con il racconto cinematografico (sceneggiatori, giornalisti, registi, produttori, documentaristi, tecnici del suono, montatori) di scrivere una piccola storia a partire dalla foto. Una possibile risposta alle domande che hanno aperto questo articolo.
Si tratta di un gioco di carambola, direbbero gli assidui del biliardo all’italiana: il primo colpo è obbligato, si parte dalla foto, poi si trova una sponda sul testo, per arrivare all’ultimo colpo inesorabile sullo spettatore. A volte è un mix ironico, a volte psichedelico-surreale compreso di omaggio ai Pink Floyd, a volte la foto ti prende la mano e ti chiede di riscriverla tu una storia, a volte il testo ti vince e rimani a guardare la foto.
Rimane da raccontare l’ottimo allestimento della mostra curato da Manrica Rotili e Alessandro Pinto, con i pannelli neri che ti fanno pensare al buio del cinematografo e i testi a stampa che ti parlano del mestiere di scrivere anche attraverso un genuino errore di battitura sulla macchina da scrivere (il 4 per l’accento, per esempio).
La mostra sarà aperta da lunedì al sabato fino al 6 gennaio 2013, dalle ore 10 alle ore 18.
Ah sì dimenticavo, chi è Gabriele Gravagna? Un palermitano di 26 anni alla prima mostra fotografica, che ormai da sette anni è a Roma per tentare la grande strada della regia: ha lavorato come filmmaker per il cinema e la televisione. Nel suo percorso albergano anche video live performances in giro per l’Europa. Nell’ultimo periodo è stato coinvolto insieme alla già menzionata Manrica Rotili nel progetto ART&CRAFT che propone video di band musicali all’interno dei luoghi del lavoro tradizionale. Un uomo innamorato del bello e che sa che non c’è amore se non è condiviso.
ARTE - «Fuoricampo», la mostra di Gabriele Gravagna. Le prime tre immagini sono tratte dalla mostra fotografica «Fuoricampo» (aperta al pubblico allo Steri di Palermo fino al 6 gennaio 2013); le successive, invece, fanno parte di scatti colti durante la realizzazione di video per il progetto ART&CRAFT.– Sicily Present
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