(12 marzo 2012) – Pubblichiamo una scheda scritta da Roberto Alabiso, primo ospite delle news dedicate all'arte, in cui sono descritte in prima persona circostanze e ragioni che lo hanno portato a intraprendere il mestiere di vetratista. Nel suo percorso si nota in maniera chiara che l’opera d’arte è una creazione d’ingegno che muove tutta la vita ed è espressione di un anelito insopprimibile alla bellezza. – Sicily Present
Mi hanno convinto ad intraprendere questo mestiere le caratteristiche affascinanti e le potenzialità espressive che vi ho intravisto. Nel 1982 mi sono laureato in architettura e successivamente, per caso, ho visitato una delle rare botteghe di vetrate artistiche che esistevano allora a Palermo; l’artigiano che vi lavorava mi mostra quanto di meglio possiede: lastre di vetro soffiato, colorescente opalescente striato e cattedrale, di tutti i colori. Mai visto da vicino un materiale così affascinante, la sua bellezza è esaltata quando la luce lo attraversa, e artisti come Matisse e Chagall hanno realizzato vetrate che sono delle vere e proprie opere d’arte. Sono rimasto folgorato da questa bellezza e siccome nello stesso periodo avevo ripreso a dipingere, ho pensato che con il vetro avrei potuto realizzare ciò che veramente mi stava a cuore. E allora, nonostante comprensibili difficoltà, ho iniziato a costruire la prima vetrata; sono passati forse cinque anni prima di poterne vedere realizzata una così come lo sono le vetrate medievali, piombate, dipinte a grisaglia e cotte a gran fuoco, che ancora oggi dopo mille anni possiamo ammirare nella loro originaria bellezza.
Un'altra tecnica che ho sperimentato negli anni successivi è la vetrofusione. Con questo metodo è possibile realizzare vetrate anche di notevoli dimensioni senza fare uso di trafilati in piombo e ottenere, usando polveri e frantumi di vetro, effetti fino a poco tempo fa inimmaginabili. È possibile, fondendo assieme più lastre di vetro, ottenere superfici come bassorilievi e in più cromatismi e trasparenze che si modificano a causa del diverso spessore e all’uso mirato di ossidi colorati. Esempi da me realizzati sono: la vetrata nella chiesa della Madonna di Portosalvo a Messina del 1996, le vetrate e la Via Crucis nella Chiesa Nostra Signora di Loreto a Trapani realizzate tra il 2000 e il 2002. Con gli stessi forni utilizzati per la vetrofusione, si possono cuocere le grisaglie e fare vetrate come dipinti che lasciano passare la luce. Ho applicato questa tecnica, tra l’altro, nelle riproduzioni di Donna e bimbo sulla spiaggia di Picasso e di una Madonna con Bambino di Raffaello.
Roberto Alabiso
Queste immagini documentano le diverse forme espressive del lavoro vetratistico svolto da Roberto Alabiso e ne evidenziano i risultati artistici raggiunti nella lavorazione artigianale del vetro. Inoltre, nella photogallery sono riprodotti alcuni suoi dipinti in olio su tela.
Per informazioni e contatti: Roberto Alabiso Studio d'Arte
Via G. Marconi n. 69 - 90141 Palermo (showroom e laboratorio vetratistico)
Tel./fax +39 091 321545 - mobile +39 339 6927221
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