(27 ottobre 2014) – Sabato 18 e domenica 19 ottobre a Palermo si è svolta l’edizione 2014 del festival “RepIdee - La Repubblica delle idee” organizzata, dopo il successo di Napoli riscosso a giugno, dalla testata giornalistica La Repubblica del Gruppo Editoriale L’Espresso.
Nel corso di due giornate giornalisti, scrittori e sociologi si sono alternati sul palco del teatro Al Massimo in numerose conferenze inserite all’interno della rassegna “Torniamo a scuola” per affrontare e approfondire con il pubblico un tema molto attuale qual è quello della nuova tipologia di scuola e di insegnamento proposto ai ragazzi e al sempre più difficile compito della famiglia e dei genitori.
Alla manifestazione hanno preso parte, oltre a Ilvo Diamanti, Elena Stancanelli e Daniel Pennac, anche i principali esponenti del mondo politico cittadino e regionale. Nei primi appuntamenti Luca Fraioli (giornalista), Carlo De Benedetti (presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso) ed Ezio Mauro (direttore del quotidiano La Repubblica), salutano il pubblico palermitano spiegando i contenuti della rassegna giornalistica con gli incontri “Un giorno a Repubblica”, “Saluto alla città e presentazione di Repubblica@scuola” e “La macchina della conoscenza”.
Durante tutta la rassegna in Piazza Verdi è stata allestita la mostra “Prima Pagina”, esposizione delle gigantografie delle prime pagine più celebri del quotidiano; in serata sull’imponente prospetto del Teatro Massimo sono state proiettate immagini ed effetti ottici relativi al tema della rassegna in corso.
La conferenza di sabato sera ha avuto come protagonisti Concita De Gregorio (giornalista, scrittrice, già direttrice del quotidiano l’Unità, conduttrice TV per Rai3 ed editorialista de La Repubblica) e Massimo Ammaniti (professore ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo dell’Università “La Sapienza” di Roma).
Nell’incontro, dal titolo “Madri e padri, un mestiere da inventare”, De Gregorio e Ammaniti hanno affrontato il delicato tema dell’approccio dei genitori di oggi con la crisi adolescenziale. “Il tema attuale è cambiato, più che dell’ adolescenza dei figli bisognerebbe parlare della famiglia adolescente” dice Ammaniti nel suo intervento; pensando alle riflessioni di Donald Winnicot, pediatra e psicanalista inglese, possiamo oggi concludere che il problema non è l’adolescenza ma è riflettere se la famiglia sia abbastanza sana, unita e matura per gestire l’adolescenza.
È questa l’età dello scontro che si palesa già dai primi minuti della giornata, traducendosi nella maggior parte dei casi in incapacità di parlare, confinando l’adolescente in un “mutismo invalicabile”. Ecco il difficile ruolo dei genitori che oggi spesso fanno fatica ad assumere la figura di educatore, imponendo delle scelte e guidando la famiglia a seguire determinati indirizzi: “noi non siamo più capaci di esercitare l’autorità che i nostri genitori hanno esercitato su di noi, trasformandoci così da genitori guida a genitori amici”.
Il genitore di oggi appare spesso come privo di autorità e di autorevolezza e quindi incapace di essere anche da ostacolo contro il quale il figlio può liberamente ribellarsi. Massimo Ammaniti ha spiegato infatti che il giovane che si trova nella fase adolescenziale ha fisiologicamente bisogno dello scontro e di un’opportunità di ribellione, e chi detiene all’interno della famiglia per definizione il ruolo di obiettivo contro cui lottare e da cui distanziarsi è proprio il genitore, che con la sua appartenenza ad una generazione antecedente e memore della sua stessa esperienza adolescenziale fa da inconsapevole valvola di sfogo del giovane figlio.
È necessario riflettere come si sia passati dall’attenzione rivolta al benessere ed alla soddisfazione dei legittimi bisogni dei figli, quali mangiare, dormire e studiare alla smodata preoccupazione che i figli siano felici a qualunque costo, ignorando quasi la necessità di dover con coscienza creare le condizioni tali affinché i propri ragazzi possano essere capaci di creare da soli la propria felicità.
Questo “eccesso di tutela”, definito opportunamente da Massimo Ammaniti “grande scarto”, può creare danni irreversibili nella maturazione della personalità adolescenziale che vede sempre più spesso genitori che sono amici, confidenti o addirittura alleati contro gli insegnanti; genitori incapaci insomma di creare sano e costruttivo contrasto, perché in fondo per essi “è sicuramente più facile e gratificante farsi amare che farsi odiare”.
Ai nostri giorni, ha concluso Concita De Gregorio nel suo interessante intervento, la crisi dell’adolescenza purtroppo si intreccia in modo inedito con la crisi di mezz’età, perché proprio quando i figli hanno più bisogno dei genitori, questi si trovano a dover affrontare a loro volta la loro invisibile crisi esistenziale, fatta di bilanci, successi, fallimenti, riflessioni e amare considerazioni sul tempo che inesorabilmente continua a trascorrere: due crisi profondamente diverse, per certi versi opposte ma entrambe dure da superare e spesso inconciliabili.
CONVERSAZIONI - "Madri e padri, un mestiere da inventare": Massimo Ammaniti dialoga con Concita De Gregorio
(ph. Carlo Guidotti)