(26 marzo 2016) – Incontriamo Romana Romano a margine dell’evento “Canti Inebrianti”, organizzato a Militello in Val di Catania dall’Associazione Centro Studi “OmniArtEventi” di Catania. Nel corso della serata le è stato consegnato un premio per la sua attività di scrittrice (nella foto di Tonino Maccarrone il momento della premiazione). Il suo ultimo lavoro ha come titolo Parole nel cielo (Edizioni People & Humanities 2015 – qui la scheda del libro) e raccoglie 40 poesie che dicono in versi del suo sguardo sulla vita.
Le sue Parole nel cielo certo non vivono in cielo ma sono frutto della sua esperienza terreste. Di quale in particolare?
Attaccata alla vita, mi sono sempre spesa con forza ed entusiasmo nel concreto per costruire qualcosa nel tempo e nello spazio. Luoghi privilegiati di questo impegno sono stati la famiglia, la professione di insegnate dentro la scuola e il contesto sociale ed umano in cui sono stata educata ed ho vissuto.
E in questi luoghi che cosa ha scoperto?
Nella realtà e dentro la realtà si svela a chi vive, a mecertamente, qualcosa che la trascende, un’eco che interroga e affascina. Il dolore, la sua pressante domanda suscita il respiro dell’anima,il dispiegarsi della ricerca, l’anelito del desiderio. Desiderio di un amore che sveli il cuore e doni la grazia di un senso.
Avendo insegnato per tanti anni che esperienza ha tratto del rapporto con i giovani?
Il mio percorso umano, caratterizzato dalla tenace lotta per il vero, si è giocato sempre in una relazione umana con i più giovani, giovani in cerca di futuro, di gloria e di senso per la vita. A ciascuno il suo posto e il suo ruolo di ricerca e di voglia nell’individuare la strada, farsi compagnia, costruire il mondo. Comprendersi e capire la vita degli altri è difficile senza provare nella carne ciò che accade a noi e a loro.
Il rapporto con i giovani fa emergere anche il problema della trasmissione non solo delle conoscenze, ma anche della vita. Che risposta ha dato questo quesito?
La vita continua a mostrarsi nella natura e nella società umana, svelando un chiarore lontano, ma certo, pur nelle contraddizioni, nella violenza, nella guerra. È necessario nutrire la speranza, amare la pace, donare la gioia. Siamo immersi nel mistero, che si svela nella bellezza della natura, nel rinnovarsi della vita, nei bambini che rallegrano l’anima. Chi come me ritiene che il mistero di cui siamo fatti sia grande e benevolo, lo deve dire, comunicare esprimere in parole, in attesa che esso si sveli ad ognuno, nel profondo del suo cuore.