Esiste un astro che come caratteristica che lo contraddistingue ha quella di non tramontare mai. Gli astronomi lo indicano con l’appellativo “circumpolare”, per definirne il significato della visibilità perenne nello spazio del polo celeste. Questi astri nel loro moto diurno quotidiano attraversano il cielo da oriente a occidente e restano sempre alla vista di quanti li osservano da una precisa posizione terrestre.
A quanti praticano il campo delle scienze astronomiche non mancheranno di certo opportuni approfondimenti riguardo a un fenomeno che qui, va da sé, è richiamato soltanto per l’ampio appiglio fornito a metafore e considerazioni. La scorsa settimana è stato festeggiato il Natale. E quel giorno di oltre duemila anni fa di cui è memoria questa festa è stato segnato da una stella cometa passata nel cielo a guidare il cammino di alcuni Magi partiti da Oriente e arrivati a Betlemme. Qui giungono in cerca di verità, nient’altro che per vedere con i propri occhi lo svelamento di una profezia che annunciava la nascita di un re.
La storia di Gesù inizia così. Ed è una storia raccontata lungo il corso dei secoli diventando Parola, memoria di un Avvenimento che resta come eco di luce e bellezza. Dobbiamo a Charles Peguy alcuni accenti letterari rimasti a suggestiva intonazione. Con lo scrittore francese troviamo marcato il senso dell’innesto dell’eterno nel tempo come nuova dimensione data alla libertà e alla storia. Il Natale reca al mondo la speranza più attesa, è la notizia che niente si perde nel nulla e tutto vale senza fine. Ed è una notizia che giunge con un Bambino nato alla vita in una dimora senza lusso e una stella che ne è segno per sempre.
Non sono assenti, oggi come ieri, guerre e crisi che lasciano una coltre di buio e oscurità sotto il cielo di questo mondo. E non è facile dirsi che tuttavia sussiste la speranza di un domani migliore da augurare. Eppure, che un domani migliore è possibile lo hanno senz’altro pensato soprattutto quanti con la guerra hanno personalmente fatto i conti, secolo dopo secolo, portando nel cuore le ragioni vere di un mondo più bello e libero. L’urgenza della pace, quella reale che riguarda direttamente la vita delle persone e non parla con la retorica dei potenti, la si è compresa senza finzioni tra trincee e prime linee, cioè dove le guerre non sono proclami astratti o dichiarazioni politiche di regnanti e cancellerie. Un film del 2005 scritto e diretto da Christian Carion, Joyeux Noël. Una verità dimenticata dalla storia, lo documenta con una straordinaria efficacia ispirata da parole e immagini che hanno la loro quinta scenica nel dramma della prima guerra mondiale combattuta sul fronte da soldati francesi, tedeschi e britannici.
Anno dopo anno ritornano criticità e questioni che in modi molteplici si oppongono all’allegria di un nuovo inizio atteso con un brindisi spensierato e un sereno auspicio. Di questi tempi occorrono buone ragioni per brindare e sperare. I fatti di Parigi sono l’apice tragico degli ultimi mesi e, come la cronaca recente purtroppo conferma, ci precisano che non ci sono luoghi e paesi del tutto sicuri. Ma, questo è il punto, l’ultima parola non è quella che imprime un segno negativo sul destino di persone e popoli.
Avanti tutta 2016! Sì, “avanti tutta” come da terminologia marinaresca intendiamo il fatto di prendere il largo in mare aperto e procedere senza esitazione a massima velocità verso una meta. Ancora oggi permane ferma e indiscutibile la speranza di un anno migliore che è bello augurarsi con un sorriso, proprio come vive invincibile nel cuore di ognuno l’attesa di una stella che non tramonta nel cielo. E che ogni giorno metta così da parte il buio per illuminare l’orizzonte con la luce chiara del mattino.