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(22 marzo 2013) – Come accade ormai ogni anno dal 1992, anche in questo 22 marzo ricorre la Giornata Mondiale dell’Acqua. La locuzione inglese “World Water Day” rende nota e divulga ovunque una ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite non con intenti celebrativi, ma per porre al centro di un’attenzione unanime e globale il valore dell’acqua come bene prezioso nell’ambito degli equilibri naturali del pianeta. Giornate come questa sono utili, pertanto, se oltrepassano la soglia estetica della ritualità e giungono diritto al cuore della questione. E il centro delle cose si trova nella persona, cioè nella sua scelta quotidiana per le molteplici dimensioni di bene grande che la vita in comune rende a tutti possibile.
Il rispetto per l’ambiente nasce in primo luogo nell’esperienza di un io educato alla bellezza della vita e della natura, perché nella libertà si coinvolgono pensieri ed emozioni che segnano azioni e valutazioni di ogni giornata. E allora, per quanto semplice possa apparire a prima vista, non è vano ricordare l’essenziale punto di giudizio nel fatto che l’acqua è vita. Del resto, all’origine della convivenza umana strutturata si trovano le “civiltà idrauliche”; Karl August Wittfogel le ha studiate ponendo in risalto l’importanza dell’acqua come risorsa economica e sociale nel più lungo piano della storia.
Ma non può sfuggire un altro dato originale e metterlo in tema per stringere il cerchio del discorso sul valore del World Water Day e avvicinarlo così a noi. La Sicilia è un’isola circondata dal mare; quasi 1.500 chilometri di coste caratterizzano la morfologia sua e delle sue isole minori. Ciò allarga l’ambito delle questioni collegate all’accessibilità all’acqua dolce, all’utilizzo delle risorse idriche, al rispetto complessivo dell’habitat acquatico. In quest’isola al centro del Mediterraneo il mare è stato luogo e occasione di incontri passati attraverso dinamiche pacifiche e conflittuali. Nella sua rubrica, “Paesaggi, emozioni, parole”, Nuccio Lo Castro ha già molte volte descritto per immagini e testi le bellezze di mari e fiumi che in Sicilia dipingono un palcoscenico naturale straordinario. E nei reportage naturalistici fin qui pubblicati di Basilio Artino Martinello e Natale Gioitta l’acqua è parte integrante di un contesto vivo che non si esaurisce nella sola fotografia. Attraverso l’acqua si possono cogliere valori e individuare metafore che portano più in là l’orizzonte del tema. Ecco perché nel titolo dell’editoriale compare il nome Francesco.
Francesco è nome benedetto dalla vita di persone che hanno guardato alla natura con amore esaltandone, tra l’altro, l’acqua come fonte di una creazione colta nel segno del bene e della pace. Due sono gli uomini ai quali ci si riferisce in questo breve accenno. Il primo è Francesco d’Assisi, il cui Cantico delle Creature contiene questo versetto: «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta». Il secondo è Francesco Petrarca, nel cui Canzoniere la canzone numero 126 Chiare, fresche et dolci acque pressoché in ogni strofa lega all’amata Laura la bellezza della natura e il paesaggio disegnato dalle acque. Altri richiami letterari, e perfino musicali (si pensi soltanto alla meravigliosa Acqua azzurra, acqua chiara cantata da Lucio Battisti), potrebbero aggiungersi a comporre un quadro composito e suggestivo intorno agli spunti di vita suggeriti dall’acqua. Ma nei versi scritti dal santo di Assisi e dal poeta aretino affiora un principio di bellezza che rende reale il valore dell’acqua dando fonte e forma a emozioni profonde e ideali alti. Ed è a questo livello che l’acqua è per ogni persona risorsa di bene comune e sorgente di vita vera.