(4 aprile 2012) - C’è più di un buon motivo per celebrare anche a San Cataldo (Caltanissetta) la figura di Giuseppe Toniolo (1845-1918), nell’anno in cui papa Benedetto XVI lo proclamerà beato e dunque se ne riproporrà con forza la sua straordinaria attualità di laico studioso, impegnato nella ricerca scientifica e nel realizzare il progetto di vita che Dio gli aveva assegnato. Un personaggio di primo piano del mondo cattolico che, a cavallo tra Otto-Novecento, ha concretamente contribuito, sulle orme della Rerum Novarum di Leone XIII, a dare una forma al cattolicesimo sociale mediante una serie di iniziative, quali l’Unione cattolica, le Settimane sociali dei cattolici, la Rivista internazionale di scienze sociali, oltre ad aver insegnato per un quarantennio all’università di Pisa economia, statistica e sociologia; mentre rimase nel cassetto il desiderio di vedere nascere un’università cattolica e un istituto internazionale per la pace.
Quali dunque le ragioni che legano San Cataldo allo studioso trevigiano? È presto detto. La prima risiede nel fatto che nella località siciliana è presente un’importante Banca di Credito Cooperativo che porta il suo nome; l’altra, invece, consiste nell’attività di ricerca del Centro Studi Cammarata, il quale privilegia la ricostruzione storica del movimento cattolico siciliano e la divulgazione del pensiero legato ai grandi fenomeni che hanno attraversato la storia della Chiesa in quel determinato periodo. È proprio il Centro Studi Cammarata, in collaborazione con la Banca testé citata, ha organizzato il 2 aprile 2012 un incontro-studio su Carità è progresso. Giuseppe Toniolo fra testimonianza credente e impegno sociale, invitando una serie di relatori che, davanti ad una folta platea, ha esplorato alcuni aspetti della poliedrica personalità del Toniolo.
In modo particolare Daniela Parisi, docente di storia del pensiero economico nell’università Cattolica, si è soffermata sugli scritti di carattere economico, mettendo in evidenza il nesso tra l’azione e il pensiero, e la necessità di rendere umana la scienza economica. La studiosa riconosce in Toniolo un sistema di pensiero coerente, frutto dei suoi diversificati interessi e della puntuale analisi della realtà del tempo che riusciva a tessere. Per Toniolo appare necessario un cambiamento di mentalità attraverso la diffusione della cultura, le organizzazioni corporative e il recupero del rapporto tra uomo e cose e tra uomo e uomo. Solo così poteva emergere un nuovo modo di affrontare i problemi e piegare il sistema economico ai bisogni dell’individuo.
La relazione di Franco Miano, invece, presidente nazionale dell’Azione Cattolica e docente di antropologia filosofica e di bioetica nell’università di Roma “Tor Vergata”, si è incentrata sul ruolo rivestito dal servo di Dio nell’organizzazione dell’associazionismo di ispirazione cattolica, rilevando come egli si sia posto in una posizione di mediazione tra le estreme posizioni del cattolicesimo sociale; si pensi soltanto alla fatica di mettere insieme le diverse dimensioni espresse dal conservatore Giovan Battista Paganuzzi, presidente dell’Opera dei Congressi, e il “progressista” Romolo Murri, fondatore della Democrazia cristiana, al fine di trovare una sintesi di pensiero che potesse dare corpo alle direttive leoniane e dunque poter cooperare per il bene comune, dando sostenibili risposte alle necessità delle masse. Lo studioso ha sottolineato come Toniolo si soffermi sul bisogno di far crescere la cultura sociale dei cattolici mediante la fioritura di forme di cooperativismo, necessarie per contrastare, in una fase di industrializzazione, il modello socialista e la moda anticlericale del tempo. Una visione della cultura ancora attuale e che trova, oggi, espressione nelle Settimane sociali dei cattolici e nel progetto culturale della CEI. La riflessione del Miano, poi, ha proposto una sintesi dell’esperienza del Toniolo cercando di misurare la fedeltà ai propri valori e alla famiglia in una continua tensione alla santità mostrata quotidianamente, e dipanata nel dialogo e nell’impegno culturale e scientifico che non può mai contrastare con la dimensione della fede. Una visione della vita incarnata storicamente poiché nella storia si gioca la possibilità dell’Eterno e si traduce in un’azione e in un impegno costante al servizio dei poveri e in difesa della giustizia e della pace, attraverso anche l’educazione delle nuove generazioni. Il Toniolo in tal senso rimane un uomo di speranza, che ama, spera e crede in una realtà migliore per le future generazioni.
L’ultimo intervento di mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza e già assistente dell’università Cattolica, si è mosso proponendo un profilo spirituale del Toniolo, incentrato sulla sintesi tra l’unione divina e quella umana e sul paradigma dell’incarnazione. Nell’esperienza quotidiana egli ricerca la luce profonda delle cose, rimanendo impigliato in un modello di santità mostrato anche attraverso la professione e la vita famigliare sia come marito che come padre.
Immagine sopra: courtesy of SANTO EDUARDO DI MICELI - copyright © 2012