Poesia: a Palermo prendono il largo “Le Avventure dell’Anima” di Giorgio Bàrberi Squarotti

 

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Mercoledì 25 Maggio ha avuto luogo presso la Libreria Macaione-Spazio Cultura di Palermo la presentazione dell’ultima silloge poetica Le Avventure dell’Anima (edizioni Thule, Palermo 2015), del poeta, saggista, critico letterario Prof. Giorgio Bàrberi Squarotti. Relatori dell’incontro, dal titolo “Ritrovarsi con la letteratura di spessore. Omaggio a Giorgio Bàrberi Squarotti”, sono stati il poeta, giornalista, Prof. Elio Giunta e la poetessa, insegnante di Letteratura Italiana e Latina, Prof.ssa Francesca Luzzio. A moderare l’incontro, Nicola Macaione, padrone di casa della libreria e animatore culturale.

L’incontro si è svolto in due distinti e intensi momenti.

Nella prima parte si è dato spazio alla figura di Bàrberi Squarotti e alla sua silloge. I relatori, quindi, hanno illustrato le ragioni della pubblicazione della silloge proprio a Palermo considerando la lunga amicizia tra la città e il critico letterario torinese invitato per la prima volta dal Prof. Giunta in occasione degli incontri letterari e culturali del Centro Culturale Giuseppe Pitrè. In particolare Elio Giunta ha deliziato il numeroso pubblico con una lectio magistralis presentando e contestualizzando storicamente la personalità di Barberi Squarotti, il suo impegno culturale e l’importanza che ha rivestito per la critica letteraria e la letteratura del ‘900. Del resto, come ricordato dal relatore, a Barberi Squarotti si devono importanti concetti basilari sui quali si regge l’interpretazione critico-letteraria di grandi autori della letteratura italiana come ad esempio la poetica del fanciullino in Giovanni Pascoli e la narrativa da considerarsi come opera fondamentale rispetto alla produzione teatrale in Luigi Pirandello. Con la relazione della Prof.ssa Luzzio, la silloge Le avventure dell’anima è stata analizzata negli aspetti tematici e retorico-stilistici sottolineando come la poesia di Bàrberi Squarotti è caratterizzata da una tensione «onirico surreale» attraverso cui la realtà subisce una «trasposizione surreale-valoriale rivelatrice di nuovi valori, di nuovi significati». La Luzzio, tra i numerosi temi trattati nella silloge, si è soffermata in particolare sul tema della donna nuda, attraverso anche la lettura delle poesie, Autoritratto e La Fedele, nelle quali «beltà e sogno, esperienza concreta ed onirica si incontrano» nel corpo nudo della donna che diviene protagonista e assume una «valenza surreale-valoriale».

La seconda parte dell’incontro è stata caratterizzata da un vivo ed intenso dibattito. A partire dalla provocazione del Prof. Elio Giunta su come riconoscere il valore di una poesia o se si è al cospetto di un talento poetico o di uno sporadico scrittore di“versi prosaici”, il dibattito ha visto intervenire i presenti ma soprattutto i poeti Francesca Luzzio, Calogero Cangelosi, Franca Alaimo, Giuseppe Pappalardo, Giovanni Matta, presidente dell’Ottagono Letterario, l’editore Macaione e il poeta Tommaso Romano, editore della casa editrice Thule da cui è stata edita la silloge presentata. Dalla provocazione iniziale, così, il dibattito si è esteso a tematiche più vaste e fondamentali che hanno riguardato la stato della poesia in questa epoca e il rapporto tra i poeti e i lettori, visto che oggi, secondo l’unanime opinione dei presenti, la poesia non è sufficientemente letta. A tal proposito, quindi, il dibattito si è animato nel considerare il difficile rapporto tra gli editori e i poeti, entrambi spesso vittime di un sistema editoriale che perde di vista il valore supremo della poesia in favore del profitto economico, non garantendo al poeta la possibilità di potersi esprimere liberamente senza dover sottostare alle logiche editoriali che hanno la pretesa di escludere dalle collane poetiche chi non è considerato un poeta di valore. Così, dopo le polemiche sulla difficoltà della poesia ad avere un maggiore ruolo editoriale, i poeti presenti si sono espressi riguardo le alternative che potrebbero favorire un cambiamento di rotta. Tra le principali argomentazioni e proposte, sono state considerate la possibilità di creare gruppi di lavoro nei quali i poeti possano incontrarsi e confrontarsi offrendo anche ai giovani poeti la possibilità di seguire maestri che possano aiutarli a maturare la loro ispirazione poetica. Inoltre, è stata sottolineata l’esigenza che i poeti, spesso schiavi del fattore“pubblicazione-libro”, riscoprano la poesia come atto umano ed occasione di incontro nel quale l’anima sensibile che sente, desidera, ama, interroga, soffre, domanda e chiede di essere ascoltata possa esprimersi e trovare delle risposte. La poesia, del resto, è parola che nasce dal cuore dell’uomo ed in quanto parola ha ontologicamente la missione di essere annunciata al mondo e risvegliare i cuori attraverso il semplice e naturale atto dell’incontro. Come sottolineato più volte dal poeta Giuseppe Pappalardo, la «poesia è bellezza» e la bellezza si avverte quando un cuore si riscopre sorpreso di fronte qualcosa di diverso, corrispondente alle domande e desideri profondi che lo vivono. Ma come permettere questo miracolo? Come riaccendere i cuori? Come far rinascere l’amore per la poesia se i poeti si negano oggi la bellezza dell’incontro, la grande occasione di donare una parola-carezza?

I poeti, pertanto, si decidano, visto lo scarso numero di lettori di poesia, a riscoprire la potenza espressiva della parola poetica scendendo in strada e mischiandosi tra la folla. Occorre, però, innanzitutto avere chiaro il significato profondo dell’essere poeti, ossia portatori sani di un dono da regalare al mondo e, come un siero che viene iniettato nel grande corpo dell’umanità, essere ambasciatori della bellezza inviati per essere sale della terra e medici dell’anima e del cuore dell’uomo.

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