L’Arnobio di Biagio Amata

 


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Arnobio di Sicca, Difesa della vera religione contro i pagani, a cura di Biagio Amata, LAS, Roma 2012.

Nicola Le Nourry, Studio introduttivo ai sette libri di Arnobio (Afro) contro i pagani, a cura di Biagio Amata, LAS, Roma 2012.


 

 

 

 

(4 giugno 2013) – Venerdì 31 maggio, nei locali della Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo, si è tenuto un convegno sulla figura di Arnobio di Sicca, apologista cristiano vissuto fra III e IV secolo. L'occasione è stata data dalla presentazione di due libri, Arnobio di Sicca, Difesa della vera religione contro i pagani e Nicola Le Nourry, Studio introduttivo ai sette libri di Arnobio (Afro) contro i pagani; curatore dei testi è stato il professore emerito dell'Institutum Pontificium Altioris Latinitatis, Biagio Amata, esperto e studioso di Letteratura Cristiana Antica. All’incontro hanno partecipato diversi esponenti del mondo ecclesiastico e accademico.

Arnobio rappresenta uno dei primi grandi convertiti della Chiesa. Formatore di retori in una regione africana oggi corrispondente alla Tunisia, in seguito a un sogno chiede al vescovo della sua città di essere battezzato; il vescovo, non convinto, lo respinge. Per corroborare la credibilità della sua conversione, Arnobio decide allora di scrivere sette libri, l'Adversus nationes, in cui difende la fede cristiana. La difesa assume i toni aggressivi tipici di un filone dell'Apologetica, dando l'idea di una conversione ancora acerba che i critici hanno interpretato più come un convinto abbandono del “vecchio” che come un abbraccio consapevole del “nuovo”. Nel corso dell'opera, l'autore mostra una dettagliata conoscenza del politeismo pagano ma una sommaria capacità di orientamento dottrinale nella nuova fede: partendo da una sincera ricerca della verità su Dio, uomo e cosmo, Arnobio distrugge l'impianto politesitico e respinge le accuse di empietà attraverso un continuo ricorso dialettico, a mo' di sfida, a domande che insinuano dubbi sulla liceità del paganesimo.

La sua intenzione, in realtà, non è discutere con i non credenti, ma intrattenere un dialogo con chi vuole approfondire la ricerca della Verità. Arnobio sceglie la Verità per arrivare felicemente alla Libertà. Quel che emerge con più forza dagli scritti è, infatti, non tanto la scienza della dottrina, quanto l'entusiasmo per l'adesione interiore alla fede in Cristo, all'idea che il Cristianesimo diventi una totale adesione a un nuovo modo di essere uomini. Arnobio riesce a dare ragione di questa speranza perché sa che quando si affronta il tema della Salvezza non basta la razionalità: il suo credo vive e si nutre della testimonianza dei martiri, di quella fides sine ratione che porta l'uomo a contemplare Dio nell'indicibilità dello stupore.



 

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