Cataldo Naro, Sul crinale del mondo moderno. Scritti brevi su cristianesimo e politica, Prefazione di Agostino Giovagnoli, Postfazione di Nicola Antonetti, a cura di Massimo Naro, Studi del Centro «A. Cammarata», Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 2011, pp. 682, € 34
(19 marzo 2012) - L’obbedienza alla Verità ha contrassegnato l’esistenza di Cataldo Naro (1951-2006), prete, storico, pensatore, animatore culturale e, negli ultimi anni della sua vita, pastore della chiesa di Monreale. Un’esistenza protesa alla ricerca della volontà di Dio e al pieno e incondizionato servizio alla Chiesa attraverso l’uso della parola e la pratica della scrittura con cui dava forma alla sua creatività spirituale e alla profondità del suo pensiero, ambedue sostenute da un rigore morale ed intellettuale e da una densità di spirito non comune. Possiamo serenamente racchiudere la sua esistenza umana, in una felice espressione dantesca «seguir virtute e canoscenza», due qualità costantemente praticate dal nostro. È possibile accedere al pensiero del Naro, grazie all’attento e insostituibile lavoro del Centro Studi «A. Cammarata» di San Cataldo, impegnato nell’ordinare e classificare i suoi scritti, provvedendo alla pubblicazione e alla promozione dell’opera omnia del suo fondatore, che costituisce un fertile terreno di ricerca su più fronti. L’ultima pubblicazione del Centro, diretto da Massimo Naro, Sul crinale del mondo moderno, è il volume il cui titolo è ripreso dai discorsi del Naro e il cui sottotitolo esplicita l’argomento trattato in una ottantina di scritti pubblicati in riviste, atti di convegni, giornali tra il 1979 e il 2002.
Tale operazione editoriale, se per un verso mette a disposizione gli studi sparsi che risulterebbero altrimenti difficilmente reperibili, dall’altro, stimola e sollecita l’approfondimento dei diversi territori da lui frequentati, dalla storia alle scienze sociali, dalla teologia alla pastorale, dalla spiritualità alla politica. Un terzo interesse va ancora evidenziato: la possibilità di misurare l’ampiezza, la coerenza e l’organicità della ricerca da lui condotta che non risalterebbe con la stessa nitidezza agli occhi di chi ne leggesse in ordine sparso gli articoli, i colloqui, interventi, e gli atti di convegni. Un piano editoriale, coadiuvato dall’editore Sciascia, immaginato come un percorso che parta dal pensiero storico e costruisca una specie di griglia interpretativa del passato supportata da strumenti scientifici per dare un senso, «fare ordine» ed orientarsi nella contemporaneità, attingendo al passato per meglio comprendere il presente e, come viene riportato nell’esergo del volume, «accettare di questo mondo moderno ciò che permette al cristianesimo di essere più evangelico, ma anche di rifiutare tutto ciò che può comprometterne la radice evangelica».
Il testo è organizzato in quattro sezioni, solo apparentemente distanti tra loro: 1) Per la storia del movimento cattolico. 2) Ispirazione cristiana e impegno socio-politico. 3) Nel crogiuolo della politica. 4) Laicità tra secolarizzazione ed evangelizzazione. Piani intersecati fra loro, in una sorta di vasi comunicanti in cui la lezione del passato illumina il presente e si riverbera nell’azione di operare con maggiore sicurezza ed imprimere un ritmo adeguato allo stato delle cose.
Nella prima sezione sono raccolti i testi di carattere storico, il cui nodo centrale appare il movimento cattolico siciliano e gli esiti di quel periodo storico i cui lasciti raggiungono la nostra epoca. Numerosi personaggi affollano la scena, molti i sacerdoti impegnati a mettere in pratica l’invito di Leone XIII di uscire dalle sacrestie per contribuire a risollevare le pessime condizioni socio-economiche del mondo dei lavoratori. Figure mosse da un’operosità e da un attivismo straordinario, del calibro di Luigi Sturzo, Salvatore Aldisio, Pietro Mignosi, Michele Sclafani, Angelo Gurrera, Alberto Vassallo.
Un secondo anello di questa catena si snoda lungo l’asse della partecipazione corale di uomini e donne sul fronte socio-economico con il fiorire delle casse rurali ed operaie, affittanze collettive, leghe zolfatare. È sufficiente scorrere i nomi raccolti nell’indice per rendersi conto come il palcoscenico sia parecchio affollato e ricco di presenze sconosciute ai più, ma di certo di tutto rispetto.
Con il terzo anello si entra nel vivo dell’attualità e nel dibattito politico sugli anni ’90, quando la Democrazia Cristiana, profondamente in crisi, implode sotto i colpi di scandali, disintegrando in tal modo l’unità politica dei cattolici e dando luogo a una diaspora mai più ricomposta. Una degenerazione della politica le cui ripercussioni in campo locale non sono tardate ad affiorare e i cui esiti sono ancora in corso. Un’infinita transizione che, secondo Naro, può essere superata accogliendo il pensiero e la creatività di Luigi Sturzo e intraprendendo una seria «riflessione sulla propria identità, sulla propria storia, sulle possibilità di reinterpretarla e svilupparla creativamente nella situazione attuale» (p. 450).
L’ultima sezione si sofferma sul ruolo che i laici dovrebbero svolgere alla luce del Concilio Vaticano II e sul rapporto gerarchie ecclesiastiche e laicato. Una questione ancora aperta e connessa con la modernizzazione della Chiesa e con l’altro grande problema dell’evangelizzazione e promozione umana. Un tema centrale quello della laicità declinato secondo una visione “laicale” in cui si mette in evidenza l’azione responsabile a cui sono chiamati i laici, non più collocati su un piano asimmetrico rispetto alle gerarchia, ma, nel rispetto dei propri carismi, strutturati secondo le funzioni ricoperte all’interno della Chiesa. Un complesso rapporto tra laicità e gerarchia che in qualche modo trova un terreno fertile con il Progetto Culturale della Chiesa italiana, voluto negli anni ’90 dal cardinale Camillo Ruini, che ha visto il Naro occupare ruoli rilevanti. «Il progetto culturale vuole suggerire innanzitutto alla stessa Chiesa italiana una via che è doveroso percorrere innanzitutto per la stessa fede cristiana» ed ha «due principali finalità: 1) far emergere il contenuto culturale dell’evangelizzazione cristiana e 2) offrire un apporto qualificato alla vita del Paese» (p. 593).
In tal senso, al centro delle preoccupazioni del Naro risiedeva l’urgenza di proporre modelli validi ed efficaci per le nuove generazioni, consapevole che il repentino mutamento culturale investiva questioni di fondo e minacciavano prima dei valori cristiani, quelli umani. Così, ricerca storica e questioni pastorali e problematiche politiche si saldano in un unico filone, svelare Dio nel volto dell’uomo chiamato ad inerpicarsi sulle vette della santità. E certamente il bel volume del Naro può accompagnarci in questa difficile impresa.
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