(19 luglio 2014) – Sono trascorsi ormai quasi 400 anni da una delle più grandi tragedie abbattutesi sul popolo siciliano e palermitano in particolare; nel 1624 la lugubre ombra della peste scende su tutta la Sicilia occidentale mietendo inesorabilmente quasi diecimila vittime.
E ne sono passati quasi 1000 di anni dalla nascita di Rosalia de’ Sinibaldi, giovane ragazza di nobili natali, appartenente alla famiglia reale normanna degli Altavilla e discendente di Carlo Magno: la giovane Rosalia fuggirà presto dall’aristocratica e agiata vita di corte sposando unicamente Cristo in un’esistenza terrena di preghiera e riflessione, trascorrendo i suoi giorni da eremita presso Monte Pellegrino, promontorio che domina il capoluogo isolano.
Ciò che mette in comune questi due fatti storici è la fede e la speranza del popolo siciliano; è la passione e la devozione per sconfiggere il male, in qualunque forma esso si presenti agli occhi dell’uomo e in qualunque modo sia in grado di distruggerlo. Nel luglio 1624 le reliquie di Rosalia verranno portate in processione e nel preciso momento del Te Deum laudamus, Palermo sarà liberata dal terribile morbo.
Oggi, come allora, si celebra Santa Rosalia, e lo si fa, come sempre, sin dai primi giorni del mese di luglio raggiungendo l’apice dei festeggiamenti la notte del 14 e durante tutta la giornata del 15. Tanti sono stati i dibattiti, le conferenze, gli incontri e gli spettacoli organizzati nelle librerie cittadine, nei musei, nei teatri o nelle piazze, con lo scopo di ricordare la figura umana e religiosa di Rosalia.
Ma lo spettacolo più antico e grandioso rimane ancora una volta la meravigliosa macchina scenica del Festino: giunto alla sua 390° edizione il Festino ha richiamato nelle vie del centro storico di Palermo più di trecentomila persone, tutte riunite in un sol uomo, pronte ad applaudire ed abbracciare il carro trionfale che, in una lunga processione, idealmente dura da 390 anni, percorre l’antico asse viario del Cassaro.
Quest’anno la regia è stata affidata a Monica Maimone che, coadiuvata da grandi professionisti, con l’allestimento intitolato “Solitaria di Dio” ha superbamente reinterpretato il Festino in chiave tutta femminile.
Ecco un resoconto della serata: lo spettacolo inizia alle 21.30 presso il Piano della Cattedrale dove il fronte meridionale del Duomo di Palermo si trasforma subito in un enorme palcoscenico naturale sul quale si alternano attrici e danzatrici che, illuminate da sapienti giochi di luce, rievocano il triste destino dei palermitani durante l’arrivo del morbo pestifero del 1624.
La parte centrale della narrazione è affidata all’autrice e cantante palermitana Serena Lao che con la sua vibrante e partecipata interpretazione ha catturato l’attenzione del numeroso pubblico presente nei pressi della Cattedrale, trasferendo loro in maniera irripetibile tutte le emozioni legate alla liberazione dal male.
A trainare il carro, dalla Cattedrale a Porta Felice, sono 60 donne palermitane: artiste, operaie, scrittrici, casalinghe, psicologhe, stiliste o appartenenti al mondo politico.
Giunto ai Quattro Canti il carro trionfale riceve il consueto lungo applauso della città e, prima di riprendere la lenta marcia fra la gente, il Sindaco saluta la città con la tradizionale frase che si ripete di anno in anno, divenuta ormai simbolo del festino stesso: “Viva Palermo e Santa Rosalia”.
Mentre al Foro Italico gruppi musicali si alternano in musica dal vivo, il corteo giunge alla fine del Cassaro dove, con una originale coreografia, una danzatrice tenuta sospesa da un grande pallone dipinto, rievoca la vita di Rosalia.
Varcata la monumentale soglia di Porta Felice, il carro, preceduto da un’orchestra di tamburi che ritmicamente segnala il passaggio della Santuzza, giunge al termine del suo percorso e tra centinaia di gazebo dedicati ai tipici street food palermitani è la volta dei giochi pirotecnici conclusivi, coordinati da Valerio Festi su temi musicali di Stravinskij e di Tchaikovsky che, sulle note di Feux d’artifice e Ouverture solennelle 1812, di fatto porranno fine al festino.
Nel giorno successivo, il 15 luglio, sin dalla mattina il Foro Italico diviene meta di un improvvisato pellegrinaggio cittadino; tutta Palermo corre a vedere il carro: chi ha partecipato al festino la notte precedente, chi lo ha visto in tv o chi accompagna i più piccoli per qualche foto ricordo.
Durante la mattinata il Museo Diocesano di Palermo ha organizzato l’interessante evento “Da Santa a Patrona”, una mostra alla scoperta delle opere museali raffiguranti Santa Rosalia e le altre Sante Vergini patrone della città mentre a Piazza Vigliena, in occasione della festa in onore della Santuzza, è stato aperto al pubblico il piano nobile di Palazzo Costantino-Di Napoli, i cui balconi si aprono sul cantone nord orientale dei Quattro Canti e da cui è possibile godere della processione e della vista della città da una inusuale quanto magica prospettiva.
In onore della Santa Patrona della città il Cardinale Paolo Romeo ha celebrato la Santa Messa in Cattedrale durante la quale ha parlato dei numerosi problemi sociali che affliggono Palermo e della responsabilità delle istituzioni e degli amministratori locali. Al termine della Messa l’urna argentea contenente le sacre reliquie di Rosalia de’ Sinibaldi, sarà portata in solenne processione dalla Cattedrale a Piazza Marina, preceduta dalla banda musicale del Comune di Palermo e da decine di confraternite religiose cittadine, che con i loro colorati stendardi hanno animato la città.
Scende la sera e le luminarie divengono arredi urbani insostituibili, trasformando in un grande salotto il centro della città e con la complicità del tramonto è possibile ammirare Vicolo Brugnò, nei pressi del Duomo, addobbato a festa in onore della Santuzza dalla famiglia Marraffa, che da 50 anni si occupa di donare nuova vita, sebbene solo per un giorno, al proprio caratteristico vicoletto.
Si concludono così le festività ufficiali dedicate a Santa Rosalia che come ogni edizione sono precedute da polemiche, critiche, scetticismo, ma che ancora una volta non tradiscono le attese, fra il plauso e la soddisfazione del popolo palermitano, che dopo 390 anni, stringe forte a sé Rosalia in un mistico abbraccio di devozione e speranza.
LUOGHI & STORIE - I giorni del Festino a Palermo
(ph. Carlo Guidotti)