(9 marzo 2014) – Il Banco Farmaceutico ha scelto Palermo per la festa della donna. La mattina di sabato 8 marzo s’è svolto un incontro, dal titolo “Accoglienza Donna”, coordinato insieme alla Caritas diocesana e agli enti che si occupano di accoglienza delle immigrate a Palermo. In tale occasione sono state donate dall’azienda Zambon 2690 confezioni di farmaci agli enti assistenziali convenzionati.
Ma l’incontro, svoltosi presso i locali della Caritas in piazza Santa Chiara a Palermo, è stata anche l’occasione di misurarsi e di dialogare tra enti che operano nello stesso campo. Il primo a parlare è stato Don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas diocesana, che ha sottolineato, a fronte dei molteplici fattori di sofferenza della donna immigrata, l’importanza di considerare “l’integrità della persona”, perché “mai venga meno il rispetto alla dignità umana”.
Il dottor Antonino Candela, commissario straordinario dell’ASP, invece ha voluto puntare il suo intervento sull’impegno profuso dall’Azienda in occasione del naufragio del 3 ottobre a Lampedusa. Ha infatti mostrato il video “Mai più morti nel Mediterraneo”, realizzato dall’ASP con documenti reperiti sin dalle prime ore dopo il naufragio, che si conclude con la storia di una donna trovata tra i cadaveri e salvata dal dottore Bartolo di Lampedusa.
Il dottore Mario Affronti, presidente della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, ha raccontato la storia di una donna ghanese malata di Aids, a cui era stato diagnosticato soltanto un dimagramento, per riporre al centro dell’attenzione il problema dell’accessibilità ai servizi sanitari in Sicilia. Allo stesso tempo ha però posto in luce che in questi tempi di crisi si viene sempre più a configurare una vera lotta tra i poveri, extracomunitari e non. La dottoressa Ornella Dino, responsabile medico “accoglienza cittadini extracomunitari” dell’ASP 6, ha poi relazionato sulle richieste delle donne, sui servizi offerti e sul lavoro svolto in favore delle migranti.
Dopo le istituzioni la parola è stata ceduta alle associazioni e agli enti che si occupano di fare accoglienza sul territorio. Alle persone che guardano negli occhi la gente e i suoi bisogni. È stata la volta di Sergio Gargano, di “Agisci Palermo”, che ha sottolineato quanto negli ultimi anni sia stata mostrata una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni riguardo a questi temi e quanto sia stata importante la collaborazione del Banco Farmaceutico per far sì che le persone non tornassero a casa con la diagnosi (cioè con un pezzo di carta), bensì con la terapia in mano. Ha parlato anche Amalia Sanfilippo, responsabile del “Centro Astalli”, che ha evidenziato la necessità di venire incontro ai bisogni delle donne, portatrici di bisogni della famiglia intera spesso. Biagio Sciortino, coordinatore del Progetto Maddalena, ha chiesto a gran voce alle istituzioni rappresentate in sala una mappatura chiara e precisa di tutte le realtà che si occupano di accoglienza di immigrate a Palermo.
Quindi Francesco Russo, rappresentante della “Missione Speranza e Carità”, ha raccontato la storia di una donna sudanese che a causa della burocrazia ha vissuto la separazione dal proprio figlio, che le è stato riassegnato soltanto dopo la sentenza del tribunale. Infine Don Enzo Volpe, direttore della comunità dei salesiani di Santa Chiara, ha richiamato alla necessità di un modello nuovo, un “modello di conversione” da proporre a tutta la società, “se alla Palazzina Cinese si trova il mercato low-cost del sesso a pagamento il problema è nostro. Perché se non ci fosse una domanda, non ci sarebbe neanche un’offerta.”