L’umiltà di Maria: riflessioni sulla solennità dell’Immacolata Concezione

 

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(7 dicembre 2014) – L’8 Dicembre si celebra la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, la prima grande festa di questo nuovo anno liturgico.

All’approssimarsi di tale giorno non possiamo non riflettere sul significato di tale dogma della Chiesa Cattolica che riconosce come verità indiscussa l’immunità di Maria dal peccato originale sin dal suo concepimento, né sottovalutare la sua grande umiltà al fine di comprendere pienamente il ruolo fondamentale che Maria riveste nella storia della salvezza dell’uomo.

Ella rappresenta la strada più sicura e più diritta per accedere a nostro Signore in quanto aderendo in toto, senza alcun tentennamento, senza alcun timore, al disegno delineato per Lei da Dio, ha cooperato fattivamente alla realizzazione del progetto di salvezza dell’intera umanità. Ricordiamoci che Maria aveva certamente, come ciascuno di noi dei progetti, dei sogni che ha voluto però deliberatamente mettere da parte per accondiscendere alla Volontà di nostro Signore anche a rischio della propria vita. A quei tempi infatti l’adulterio e ancor più una gravidanza con un uomo diverso dal proprio marito significava la morte per lapidazione. Maria era promessa in sposa a Giuseppe e la promessa a contrarre matrimonio ai tempi di Gesù non aveva certamente la stessa valenza che può avere nei nostri giorni. Era un vero e proprio contratto tra l’uomo che avanzava la proposta di matrimonio e il padre della sposa che accettava tale proposta in cambio di una cospicua somma di denaro (la cosiddetta dote). Da quel momento la futura sposa diveniva proprietà esclusiva del marito, cioè passava dalla sottomissione del padre a quella dello sposo che aveva su di lei un potere assoluto, poteva ripudiarla ma anche condannarla a morte nell’ipotesi di tradimento secondo la legge giudaica.

Maria pur essendo a conoscenza del rischio che correva non ha esitato nemmeno per un secondo dinnanzi all’annuncio dell’arcangelo Gabriele. Con le sue parole “Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto” (Luca 1,38), ha voluto esprimere la sua piena adesione al Volere di Dio in un atteggiamento di umiltà che non ha eguali. Maria probabilmente in quel momento non comprendeva fino in fondo quale fosse il progetto di Dio per salvare l’uomo, né come lo avrebbe portato a compimento, non immaginava nemmeno quale sofferenza avrebbe dovuto attraversare ma certamente intuiva in cuor suo che questa sua difficile scelta era la cosa più giusta da fare, quella che meglio avrebbe compiaciuto il nostro creatore.

Si fidava pienamente di Lui.

Maria rappresenta colei che si contrappone all’immagine di Eva. Come Eva con il suo comportamento di ribellione, di disubbidienza a Dio ha determinato l’allontanamento dell’uomo dal suo Creatore, condannando alla perdizione eterna l’intero genere umano, così Maria all’inverso, con il suo atteggiamento di umiltà e di sottomissione diventa lo strumento di riconciliazione tra Dio e l’uomo. «Volle, il Padre delle misericordie, che l'accettazione della madre predestinata precedesse l'Incarnazione perché, così come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita» (Lumen Gentium, cap.VIII, 56). Ella rappresenta infatti la prima creatura umana che risponde positivamente al suo progetto di salvezza conformandosi pienamente al modello di Gesù Cristo che rappresenta la via per accedere al Padre. Maria non solo ha partecipato alla redenzione, ma è il primo e più stupendo frutto della redenzione stessa. Colui il quale seguirà le orme di Maria, abbandonandosi come lei senza riserve al progetto che Dio ha per ciascuno di noi potrà sconfiggere definitivamente la morte e ricongiungersi al suo creatore, fonte di vita eterna.

Il primo passo per realizzare ciò è quello di essere umili come lei. “L’umiltà è fondamento e custode delle virtù” dice San Bernardo. Noi possiamo essere pieni di virtù e colmi dei doni che Dio gratuitamente ha voluto elargirci, ma se non esercitiamo queste virtù e questi doni con umiltà sarà difficile salvarsi.

Diceva santa Madre Teresa di Calcutta: “Abbiamo il potere di essere in Paradiso già da ora, di essere felici con Lui in questo momento, se amiamo come Lui ci ama, se aiutiamo come Lui ci aiuta, se doniamo come Egli dona, se serviamo come Egli serve”. E in Matteo 11,29 Gesù dice “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

L’umiltà non è quindi una prerogativa dei più sciocchi o di coloro che rinunciano ad agire per pigrizia o per una scarsa considerazione di se stessi. L’umiltà è paragonabile ad una perla preziosa che adorna il nostro spirito o ad una veste più morbida della seta e più luminosa di un raggio di sole. È la consapevolezza che qualunque cosa noi facciamo di buono, di grande, di positivo verso gli altri è opera della grazia di Dio che ha voluto colmarci di doni meravigliosi da mettere a disposizione degli altri. Ogni qual volta riconosciamo umilmente questa realtà, il nostro ego si rimpicciolisce dando spazio alla Luce e all’Amore di Dio, che inondando il nostro essere come un fiume in piena, si riflette e si espande a sua volta su chi ci è accanto destando in costui stupore e meraviglia per i nostri pensieri, per i nostri gesti disinteressati.

La Vergine Maria per la sua immensa umiltà è stata rivestita di tutte le grazie, innalzata a Madre di Dio, e dotata di un potere maggiore di quello conferito a tutti gli Angeli per scacciare i demoni. Nella traduzione ufficiale della Bibbia ad opera della CEI (Conferenza episcopale italiana) emerge: «lo porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu la insidierai al calcagno». Non vi è alcun dubbio sulla Volontà di Dio di condannare il serpente tentatore.

In Maria c’è sempre questo voler vivere all’ombra del Figlio, senza alcun desiderio di emergere, di apparire, ma solo di servire con umiltà e semplicità. Per questo è stata innalzata a Regina di tutte le nazioni e a Madre amorevole di tutte le genti. Il suo desiderio di soccorrere chi ha bisogno emerge nelle sue azioni, nei suoi pensieri. Ne è esempio la visita alla cugina Elisabetta, anch’essa incinta per volere di Dio nonostante la sua avanzata età, per assisterla e servirla durante il periodo della gravidanza. Maria, la Madre di Dio, non ebbe esitazione a mettersi a disposizione dell’anziana parente, destando in lei stupore e meraviglia per questo gesto di grande solidarietà e di infinita umiltà. Un’altra dimostrazione di totale fiducia in Cristo la riscontriamo nelle nozze di Cana in Galilea (Vangelo secondo Giovanni 2, 1-11) dove venuto a mancare il vino la Vergine Maria, che desidera il bene dei propri figli, intuendo lo stato di disagio degli sposi, prega Gesù di provvedere in qualche modo, e lo fa non suggerendo come deve agire ma semplicemente mettendo in evidenza la particolare imprevista situazione di bisogno e invitando i servitori ad ascoltare e seguire tutte le indicazioni del Figlio. Vedete bene come è enorme la fede di Maria nella Provvidenza Divina, l’assoluta certezza che Dio non lascia mai in difficoltà le sue creature che credono in Lui.

Ma la prova più grande di questo voler essere serva obbediente ce lo ha dato quando, nel momento di immenso dolore per la morte del Figlio crocifisso, Maria non ha perso la fede, non ha rinnegato Dio, né si è ribellata al suo Volere ma all’unisono con Gesù Cristo, che aveva già accettato di sacrificarsi per la salvezza di noi peccatori e che invocando il sostegno del Padre aveva detto “sia fatta la tua e non la mia volontà”, si è sottomessa con umiltà alla Volontà di nostro Signore. Nella Lumen Gentium del Concilio Vaticano II viene usata questa efficace espressione: Maria, ai piedi della croce, “era amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da Lei generata”. Ella comprende il significato di quel sacrificio. È attraverso la Croce che Gesù trionferà e vincerà definitivamente la morte dimostrando a tutti che un uomo perfetto può essere fedele a Dio e respingere qualunque forma di tentazione. Come per un solo uomo (il primo Adamo) il peccato prese piede nel mondo, così per opera di un solo uomo (il nuovo Adamo che è il Cristo morto e risorto) sarà cancellato e distrutto. Maria vede attuata in quel modo la redenzione dell’intera l'umanità, compresa quella propria che le è stata applicata preventivamente con l’esonero sin dal suo concepimento dal peccato originale in vista dell’incarnazione nel suo grembo del Figlio di Dio. Alla stregua di Maria, noi tutti, con costanza ed umiltà, dobbiamo chiedere all’Onnipotente cosa desidera che noi facciamo per la sua maggior gloria, per il nostro bene e per la nostra felicità, certi e fiduciosi che la nostra preghiera verrà esaudita. Solo annullandoci in Cristo, come fece Maria, porgendo l’orecchio alla sua Parola, la parte buona che è in noi emergerà, elevandoci sempre più verso Dio in un cammino di fede e di Santità.

 

Foto di Nuccio Lo Castro

 

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