(31 maggio 2015) – In queste ore una cinquantina di comuni siciliani sta vivendo l'esperienza della consultazione elettorale; in Italia in totale sono più di mille e si rinnovano anche sette consigli regionali. Lo scetticismo, la disaffezione alla politica, l'indifferenza, si toccano quasi con mano: a seguito dello scandalo suscitato dalle ultime notizie che ci giungono dal palermitano gli opinionisti fanno i conti e dicono che andrà al voto una percentuale bassissima di elettori.
Cosa significa tutto questo? Qualcuno non solo ha avuto l'ardire di porre questa domanda, ma lo ha anche fatto pubblicamente, formulando un documento sintetico ma dirompente nel quale si afferma che "questa realtà negativa può essere d'aiuto se sprona a un cambiamento quanto mai necessario" e che esiste la possibilità di una ripartenza nuova proprio nel punto in cui si registra la crisi più drammatica, le amministrazioni locali.
Stiamo parlando del volantino, intitolato “Ripartire dal basso”, elaborato da Comunione e Liberazione qualche settimana fa, in risposta alla sollecitazione offerta dalle elezioni amministrative. Il centro culturale “Il sentiero” di Palermo ne ha fatto il testo di riferimento di un momento di incontro e dibattito venerdì scorso nella sede di via Resuttana.
E il dibattito c'è stato: vivissimo, ordinato, sorprendente. Perché è intervenuta gente normale che normale non era: innanzitutto perché non aveva paura di guardare come stanno le cose, poi perché parlava di sé, infine perché testimoniava qualcosa di imprevedibile.
Nella fatica del quotidiano, nelle ferite della crisi, si svela una crisi più radicale, che è la crisi dell'io. Nelle amministrative non c'è a tema soltanto "il fallimento di un progetto politico", ma "prima ancora il crollo di una tensione ideale", con le parole del documento di CL, "il venir meno di una continua ricerca ed educazione, di un'azione che pescasse le sue motivazioni nella coscienza profonda della persona". Possono sembrare parole astratte solo se uno sceglie di non farsi toccare. Perché qui siamo descritti tutti; qui c'è il cuore della questione. Come raccontava una giovane professoressa rispetto a quanto accaduto in occasione dello sciopero della scuola del 5 maggio, è quotidiana e drammatica l'esperienza di consumare tra colleghi discorsi ideali fatti di termini astratti; e questo rende tutti terribilmente estranei: rispetto al collega, ma anche all'allievo, e perfino a se stessi.
In questo clima che riguarda tutti c'è però una novità in atto. Raccontava, la nostra prof, il suo incontro con altri insegnanti siciliani con i quali non c'è stata una parola d'ordine da ripetere ma una realtà da giudicare. E allora il cuore riprende fiato, e il collega il cui sguardo si poteva sopportare a fatica diventa un'occasione per sé, un insospettabile compagno di strada.
Alla prof sono seguiti il presidente del Banco Alimentare della Sicilia Occidentale, il portavoce del “Forum Vita Famiglia Educazione”, un giovane avvocato che si prende cura del suo lavoro fino a pensare degli emendamenti per la riforma della giustizia, adulti impegnati nel terzo settore che dalla spazzatura creano oggetti d'arredamento… Impossibile dire di tutti, ma una cosa saltava all'occhio: questa gente vive una novità, ed il primo segno è che costruisce, il secondo che stima l'altro. Così scopriamo che ripartire dal basso si può; che ripartire dal basso non significa abbozzare - restare rinchiusi nel proprio cantuccio - ma andare alle fondamenta.
Ripartire dal basso, ricordava Salvatore Taormina, responsabile diocesano di CL, significa rilanciare il principio della sussidiarietà. Perché sussidiarietà significa ripensare il sistema sociale a partire dalla persona e dalle sue relazioni; e costituisce forse la risposta più intelligente al problema fondamentale dei nostri sistemi politici, soprattutto in questo frangente di ristrettezze economiche. Come mantenere il livello di Welfare necessario ad un Paese che abbia a cuore la dignità di ogni persona in un momento di drastici tagli alla spesa pubblica? L'esperienza del Banco Alimentare è, occhio ai numeri, una risposta efficace e per di più umana: 30 milioni di valore economico (nella sola realtà regionale siciliana) generati da circa 500.000 euro di investimenti pubblici.
Ripartire dal basso significa rinunciare alla pretesa del “tutto e subito”, alla pretesa di cambiare il mondo intero. Per il semplice motivo che non è un problema, ma ideologia. Come afferma Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, la prospettiva dell'opera umana è il tempo, non il momento. Si tratta di gettare un seme e coltivarlo. I frutti forse saranno colti da un altro, ma il primo frutto è la verità di me.
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(foto di Maria Cristina La Manna)