(9 giugno 2015) – “Finalmente si riparte!”, con questo slogan è stato rilanciato un grande evento commerciale palermitano, ossia la riapertura al pubblico della Fiera del Mediterraneo, manifestazione tornata in vita dopo sette anni di chiusura e che ha visto, ora come allora, i viali riempirsi di gente per acquistare prodotti etnici, visionare gli elettrodomestici spesso visti in tv o magari per una semplice passeggiata.
La Fiera Campionaria Internazionale del Mediterraneo, questo il nome originale, nasce nel 1946 all’indomani della Seconda Guerra Mondiale con lo scopo di promuovere l’industria, il commercio e l’artigianato della Sicilia divenuta ormai regione autonoma.
Nacquero così gli 83.000 mq dedicati al quartiere fieristico, arricchiti da architetture avveniristiche che sposavano l’avanguardia estetica al funzionalismo strutturale: ecco i grandiosi stand del viale centrale, il viale Mediterraneo, le fontane, i padiglioni esotici e i bassorilievi del primo edificio e dei corpi laterali dell’ingresso principale su piazza Generale Cascino.
Nel corso di quasi settanta anni di attività la Fiera è stata veicolo di promozione delle attività industriali italiane ed estere e contestualmente presentazione delle proprie maestranze locali, che si conquistavano così un’importante vetrina pubblica: con questi obiettivi la Fiera del Mediterraneo diviene sempre più meta dei siciliani che non mancheranno mai a questo appuntamento mondano annuale.
Dopo sette anni questo appuntamento finalmente si rinnova e i palermitani, e non solo loro, non hanno tradito le attese, a testimonianza del fatto che la Fiera è ormai uno dei simboli della città stessa, da riportare in vita e in cui poter trascorrere una piacevole serata con la famiglia.
Oggi il complesso fieristico non è certo pari a quello che qualcuno ha conosciuto tanti anni fa ed è chiaramente molto distante dagli antichi fasti; oggi la cosiddetta “crisi” ha preso il posto del “boom economico” e tutti i segni di questa parabola decrescente sono visibili proprio nelle crepe di alcuni padiglioni o nei cespugli incolti di alcune aree abbandonate.
Non tutti gli stand sono agibili e non tutte le aree sono fruibili, manca il grande luna park, con i suoi colori, le luci e la vivacità dei fruitori, chiuso è lo storico bar Mazzara con la celebre scalinata e non sono accessibili gli antichi padiglioni che nelle volumetrie richiamano i paesi nord africani e orientali: sulle facciate dei locali più estesi vi sono dei grandi trompe-l'œil che raffigurano i luoghi più rappresentativi della città, come il Teatro Massimo o lo stabilimento balneare Charleston di Mondello, e in luogo degli spazi espositivi chiusi vi sono stati collocati tanti gazebo destinati alla presentazione dei prodotti ed alla loro vendita.
Nella zona centrale ed in prossimità dell’ingresso meridionale, dove prima erano installate le giostre, sono stati installati dei palchi destinati a spettacoli per l’intrattenimento musicale e nei dintorni vi sono i numerosi ed immancabili angoli dedicati alla gastronomia ed allo street-food.
Nel piano interrato del padiglione 20, in particolare, è stato montato il magico teatro dei pupi siciliani della famiglia Argento che dal 1893 trasferisce cultura, tradizione ed emozione ad un pubblico fatto di grandi e piccini che da più di cent’anni frequentano il teatro Argento, oggi ubicato presso palazzo Asmundo proprio di fronte alla Cattedrale palermitana: ci siamo soffermati a chiacchierare con Dario, fra gli eredi e continuatore della tradizione familiare che con passione ed amore, ci ha raccontato i piccoli segreti legati alla costruzione del pupo siciliano, che nasce grazie a sapienti ed esperte mani laboriose cariche di un’esperienza e di una storia difficilmente ripetibile: da questa antica e nobile arte gli Argento hanno prodotto dei capolavori scenici come, solo per citarne alcuni, “La pazzia di Orlando”, impegnativa e commovente rappresentazione sull’epilogo di uno dei protagonisti delle epiche gesta dei paladini di Francia e “Rosalia, la storia della Santuzza”, dedicata alla Santa patrona di Palermo.
Concludendo la passeggiata e ricordando le antiche luci, i suoni e i luoghi di una volta, il bilancio non può che essere positivo per una struttura che ha riaperto i cancelli e registrato un’elevata affluenza di visitatori sin dal primo giorno di apertura, il 23 maggio, fino alla chiusura del 7 giugno 2015.
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(ph. Carlo Guidotti)