La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(15 marzo 2015) – “E marzo che fa? Marzìa”. Il mio amico, signò Billitteri, giornalista, attore e meteorologo per passione, ha esordito così l’8 marzo, raccontando il meteo previsto per il giorno successivo. Vero è, siamo entrati nella primavera astronomica e il tempo picchiulìa esattamente come dicìanu l’antichi, a marzo il tempo è pazzu.
Sapennu ‘sta cosa, che esiste da sempre, chi fici io a marzo? Mi maritai! E quel 20 marzo di diciotto anni fa ‘u tempu fici chiddu chi vulìu, sole, acqua, vento, freddo e sole a rotazione continua; ci fu un virivirì, ma io non mi accorsi di nulla, ppì mia c’era un suli chi spaccava le balate. Non oso pensare alle malanove che mi mannaru i parenti intervenuti alla festa, e va beh.
All’epoca c’erano i primi telefonini, era un lusso, mica come ora che, a persona, n’avemu dui e tri. M’informai solo se lo sposo c’era. Mi dissiru: sì, lo sposo c’è ma la chiesa è vuota. Io puntuale ero e mi fiondai rifiutando di girare attorno all’isolato; mi spiace ppì chiddi che pinsaru che la fimmina e pure sposa, sempre in ritardo arriva! Io avevo un appuntamento importante e, per natura, agli appuntamenti arrivo in anticipo, quel giorno, per non strafare, arrivai quanto meno puntuale.
Fettucce caldissime con ceci e gamberetti
per 4 cristiani
400 g di fettucce secche
50 g di mollica di pane fresco
un pizzico di zucchero
uno spicchio d'aglio degerminato
250 g di ceci cotti
30 g di pomodori secchi sott'olio
un mazzetto di finocchietto di montagna
350 g di gamberetti sgusciati
15 pomodorini
olio extra vergine d'oliva
sale
pepe
un pizzico di bicarbonato
Frullate 200 g di ceci con i pomodori secchi, allungate con un po' di acqua di cottura dei ceci e realizzate una crema fluida e liscia, mettete da parte. In una padella ponete un giro d'olio, fate scaldare leggermente e poi aggiungete la mollica, lo zucchero e tostate mescolando.
Tagliate a fette l'aglio, versate due cucchiai d'olio in un wok e cuocete l'aglio con i pomodorini tagliati a metà, aggiungete il bicarbonato, salate e, infine, pepate. A fine cottura unite i gamberetti e alzate la fiamma. A cottura ultimata aggiungete un cucchiaio di crema di ceci e i ceci interi rimasti, aggiustate di sale, mescolate e spegnete.
Riscaldate la crema di ceci rimasta fluidificando con qualche cucchiaio di acqua calda o, meglio ancora, di cottura della pasta. Ponete uno specchio di crema su ogni piatto a servire. Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente direttamente dentro il wok posto sulla fiamma, mescolate per fare insaporire, e unite il finocchietto tritato finemente. Impiattate sullo specchio di crema, spolverate con la mollica atturrata e servite caldissimo.
Copyright © 2015 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it