La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(14 ottobre 2012) – Non è un segreto che amo la mia terra, alle volte raggiungo il parossismo senza vedere lo sporco in cui troppe volte galleggia. Eppure è evidente, s’insinua nelle viuzze, dal centro delle città fino alle campagne; mi vergogno e mi rattristo assai. Noi siciliani rischiamo di rimanere o di ritornare picciriddi e sovente manifestiamo un'educazione non adeguata alla bellezza del contesto e al rispetto dovuto verso le nostre cose, le nostre città, il nostro patrimonio storico e ambientale. Ci soffermiamo a curare le nostre case come fossero regge, come se al di fuori di esse tutto il resto non ci appartenesse, come se ciò che sta fuori dalle nostre quattro mura fosse di altri, della società; non ci riguarda dunque? Abbiamo il diritto e il dovere di crescere e di accrescere il valore della nostra cultura, della nostra civiltà. Quannu niscemu semu tutti alliffati e ciavurusi e con la stessa nonchalance ed eleganza buttiamo un pizzuddicchio di carta dal finestrino perché non ci appartiene più. Siamo uomini del paleolitico? No, in effetti in quell’era non avevano ancora inventato la carta.
Sono arrabbiata, certe cose non si ponnu talìare, spero che questa ricettuzza, letta per la prima volta sulla rivista «Sale & Pepe» nel lontano ottobre 2008, mi riconcili con i miei conterranei.
Focaccine con l’uva
Preparate un impasto per pizza utilizzando 300 g di farina, io fici accussì:
300 g farina manitoba oppure farina 0
12 g di lievito di birra
130 g di latte
1 uovo piccolo
25 g di olio extra vergine d'oliva
15 g di zucchero
5 g di sale.
Impastate gli ingredienti avendo cura di sciogliere il lievito nel latte tiepido, aggiungete il sale in ultimo e realizzate una palla che farete riposare in un luogo caldo e asciutto per almeno un’ora.
Per il ripieno:
300 g di acini d'uva rosè
una manciata di erbe di Provenza
un bicchierino di grappa
la scorza di un limone grattugiata
un tuorlo
olio extra vergine d'oliva.
Lavate gli acini d'uva, tagliateli a metà, eliminate i noccioli metteteli in una ciotola e insaporirteli con la grappa e la scorza del limone. Fate riposare in frigo a macerare per un'ora circa. Accendete il forno a 200°C. Stendete la pasta in un rettangolo, bucherellatela e spennellatela con il tuorlo leggermente sbattuto, cospargete con gli acini sgocciolati e poi distribuite le erbe di Provenza. Arrotolate la pasta e tagliatela a rondelle di circa un centimetro, ponetele su una placca foderata da carta forno, irrorate con un filo d'olio e infornate per circa 15 minuti. È un gradevole antipasto di stagione.
Copyright © 2012 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it