La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(28 ottobre 2012) - È nella nostra natura, a ura di tradizioni semu grandiosi; sempre pronti a seguire in processione il Santuzzo venerato, niente ci spaventa: sotto la pioggia, con il vento e magari di notte luci, carri, stendardi, giochi di focu e cibo da strada allietano il mesto cammino dei credenti, tra giaculatorie e urla di giubilo. Anche alle sagre dedichiamo grande rilievo. Ce ne sono a bizzeffe, i prodotti locali vengono esaltati e condivisi con la stessa devozione che contraddistingue il culto dei Santi. È proprio durante la ricorrenza di Ognissanti, a ridosso della raccolta delle olive e della realizzazione dell’olio nuovo, che viene esaltata la sagra della vastedda a Capaci. Questo tipo di pane viene realizzato in molti paesi di Sicilia, in diversi periodi dell’anno e in forme diverse, con diverse pezzature e finiture, lievitato e non, con il cimino o senza. Acquisisce nomi diversi; vastedda, vaconza, muffuletta o moffoletta ma sempre di panuzzi conditi si tratta.
Questa è la mia ricetta:
1 kg di farina di rimacinato
25 g di lievito di birra
2 cucchiai di miele
circa 500 ml di acqua
100 ml di olio
20 g di sale
per il condimento:
olio extra vergine d’oliva nuovo
600 g caciocavallo fresco
sale, pepe e origano
acciughe sott’olio
Nella planetaria mettete la farina e il sale, accendete la macchina al minimo e con il gancio mescolate. Aggiungete il miele continuate ad impastare, nel contempo sciogliete il lievito nell’acqua tiepida, aggiungetela alla farina e sempre mescolando unite l’olio poco alla volta. Mettete l’impasto in una ciotola coperta con un telo umido, dentro il forno spento con la luce accesa, per 2 ore. Dopo realizzate delle piccole porzioni di pasta di circa 100 g e formate dei panetti che farete lievitare coperte ancora mezz’ora. Trascorso il tempo necessario per la seconda lievitazione, schiacciate e allargate i panetti, infornate in forno caldo a 220°C per circa 10 minuti. Fate raffreddare prima di condirle con l’olio nuovo, pezzetti d’acciuga, sale, pepe, origano e il caciocavallo a fettine o grattugiato.
Copyright © 2012 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it