(13 aprile 2015) – Sabato 11 aprile siamo stati al Teatro “Don Bosco Ranchibile”. Ore 21. Dietro il sipario la Compagnia in valigia, ultima invenzione di Dario Scarpati, coinvolgente e intraprendente attore romano in trasferta siciliana. La sua compagnia sta portando in giro per la costa nord della Sicilia una commedia di successo del 1965 di Neil Simon, commediografo americano dalle numerose repliche a Broadway.
“Andy e Norman” (The Star-Spangled Girl) è incentrata sul rapporto tra Andy Mancini (Dario Scarpati) e Norman Gambino (Salvatore Stivala), due amici che tentano di sbarcare il lunario scrivendo articoli per riviste, soggetti per film pornografici e cercando un finale per la commedia definitiva che, secondo loro, li porterà al successo. Sophie Ross (Laura Cordaro), un’affascinante ragazza americana (quella del titolo originale della commedia), entrerà, suo malgrado, nella vita dei due amici a portare un po’ di scompiglio nel cuore di Norman e nel lavoro di Andy…
A fine spettacolo, dopo i sinceri applausi per questo piacevole atto unico di un’ora e mezza, quando il pubblico era già andato via e la sala rimaneva vuota, ci siamo seduti con i tre protagonisti e abbiamo chiacchierato un po’ con loro.
Cos’è la Compagnia in valigia?
DARIO È una compagnia di matti, dove ci siamo infilati tutti e tre e ci stiamo divertendo a portare in giro un teatro più grazioso possibile e con la massima qualità che riusciamo a metterci dentro, scegliendo dei testi che siano appetibili e belli, come “Andy e Norman” di Neil Simon.
Prima di arrivare qui e stasera cosa c’è stato? quali autori, quali città?
LAURA Veniamo da tre percorsi ed esperienze differenti. Dario da Roma, io da Palermo, Salvatore da Termini Imerese. Personalmente ho lavorato con altri registi, qui a Palermo, e ho fatto altre commedie, ma per lo più mi sono occupata di teatro-scuola. Il mio approccio al teatro nasce con la favola e per un pubblico di bambini.
SALVATORE Avevo iniziato a fare teatro al Liceo, poi ho continuato con una compagnia amatoriale a Termini. Facevamo gli autori classici, Medea di Euripide, Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, Pirandello. Durante l’Università, e poi con il lavoro, avevo interrotto questa passione, ma l’occasione per riprenderla è venuta incontrando Dario. Quando mi ha proposto questa commedia non mi sono tirato indietro.
DARIO Vengo da Roma, come diceva Laura, e faccio teatro da un po’ di anni. Ho affrontato opere contemporanee, il teatro dell’assurdo, e anche qualche classico, come Goldoni, ma soprattutto autori moderni. Ho girato con diverse compagnie recitando a Roma, nel Lazio e in tutto il centro Italia. Da un anno e mezzo sono in Sicilia e ho lavorato con Laura già la scorsa estate. Con la Compagnia in valigia stiamo affrontando un percorso che possa portare in giro lavori d’un certo interesse. Questa di stasera è la terza tappa: la prima è stata all’interno d’un carcere, per condividere ciò che facciamo con persone che non hanno la possibilità di venire a teatro, ma lo spettacolo lo porteremo a spasso per tutta l’estate.
Perché “Andy e Norman”?
DARIO È una commedia estremamente divertente, molto rapida, e necessita di pochi attori. Come ho già detto, sono da poco in Sicilia e per iniziare la migliore cosa è una piccola compagnia. Resta comunque una bella pièce da presentare a chi ancora non ci conosce e ci verrà a vedere nelle prossime date.
Com’è far teatro a Palermo piuttosto che a Roma?
DARIO Ho notato che qui le persone rispondono più che nel Lazio. È una cosa interessante e per chi fa teatro è molto bello. C’è una bella attenzione, questo ci permette di essere più presenti. Forse anche grazie a questo in quasi un anno abbiamo fatto tante cose.
Il futuro: progetti, idee…
LAURAOramai ci stiamo consolidando come una vera e propria compagnia, il futuro prossimo è esattamente questo, la Compagnia in valigia. Ci stiamo affiatando e penso che continueremo a portare, come diceva Dario, almeno fino alla prossima estate, questo spettacolo. Poi si vedrà, affronteremo un altro copione. Ma uno alla volta! (ride)
Come ti cambia il teatro, cosa ci cambia il teatro?
LAURA Cambia chi lo fa perché ti mette in contatto con parti di te che magari non conoscevi. Molti dei personaggi che ho interpretato mi hanno tirato fuori qualcosa, che ho poi conservato nel tempo con me. E cambia anche chi ci vede, è una comunicazione a due, costante. Per me ha una forte valenza interiore, d’impatto.
DARIO Il teatro cambia chi lo fa e cambia chi lo ascolta. Ti tira fuori dall’anima un sacco di cose che forse non pensavi neanche di avere, come ha detto Laura. Per chi invece viene a teatro è un’esperienza nuova, di empatia con delle persone. È stare in un luogo dove l’energia è completa e coinvolge tutti: chi vede e ascolta, chi recita, chi sta al mixer di palco, chi tira soltanto il sipario, chi sta al botteghino. Tutti sono comunque partecipi di una serata.
SALVATORE Beh, tutto si gioca nella quarta parete, no? Quando sei sul palco puoi sentire le persone che ti stanno davanti. Se il pubblico reagisce in un certo modo hai un feedback. Chi sta in platea e chi sta sul palco sono molto vicini e la magia del teatro è forse proprio la capacità di creare questa empatia. E questo fa riempire ancora i teatri, nonostante tutte le altre attrazioni e le nuove tecnologie.
Spettacoli - "Andy e Norman" al Teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo
(ph.© Afc)