(4 aprile 2015) – Grande successo di pubblico per il ciclo di rappresentazioni di “Miseria e Nobiltà”, commedia comica scritta da Eduardo Scarpetta nel 1887 ed andata in scena presso il Teatro Orione di Palermo sabato 28 e domenica 29 marzo.
Ad organizzare l’evento è stato il Rotary Club Palermo Mediterranea che, mediante la sua compagnia teatrale formata da 24 soci e familiari, ha portato sul palcoscenico la celebre opera scarpettiana, protagonista di svariate edizioni teatrali e di tre riduzioni cinematografiche.
Il ricavato dei due spettacoli sarà devoluto a favore del programma “End Polio Now”, alla Rotary Foundation e ad altre iniziative di beneficienza; in particolare la lodevole iniziativa “End Polio Now” vede nel prestigioso Club un assoluto protagonista di un progetto nato quasi quaranta anni fa che ha come obiettivo quello dell’eradicazione della poliomielite: dal 1979, anno in cui è partito il percorso di vaccinazione dei bimbi delle Filippine, si stima una riduzione della polio pari al 99 percento e rimane solido l’obiettivo del Rotary e degli altri partner di apportare un fattivo contributo per giungere alla protezione della totalità della popolazione su scala internazionale, investendo gli ultimi tre focolai in cui la vaccinazione risulta pressoché impossibile.
Con questa finalità i soci del Club, tutti attori non protagonisti, interpretano quindi una delle più classiche commedie italiane, Miseria e Nobiltà, diretta egregiamente da Massimo D'Anna.
Ad introdurre la piacevole serata è stato l’ing. Giovanni Margiotta, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo e Presidente del Rotary Club Palermo Mediterranea il quale, in occasione del decennale della fondazione, ha ricordato le finalità umanitarie e l’impegno sociale che sottende all’iniziativa teatrale intrapresa.
Fra gli interpreti vi sono anche Francesco Milazzo, Governatore entrante per l’anno 2015/2016, Nunzio Scibilia, Governatore eletto per l’anno 2016/2017 e l’ing. Margiotta, nei panni del marchese Ottavio Favetti.
Nell’opera vengono raccontate le vicissitudini dello scrivano Felice Sciosciammocca, del suo amico fotografo Pasquale e delle rispettive famiglie costrette ad una coabitazione all’interno di una povera casa, che diviene luogo e fonte di innumerevoli gag.
Felice e Pasquale hanno il volto di Gianluca Sartorio e di Dario Di Salvo che a fianco delle mogli Concetta e Luisella, incisivamente interpretate da Tiziana Colantoni e Patrizia Russo, sono alla costante ricerca di espedienti per sbarcare il lunario, tra le mille difficoltà incontrate in una vita fatta di stenti e povertà.
La simpatica arte di arrangiarsi si intreccia, nelle trame della vicenda, con inevitabili equivoci, segreti e malintesi, che cuciti attorno al matrimonio del Marchesino Eugenio con l’étoile Gemma, ossia Rosario Lo Piccolo e Guenda La Rosa, fanno di quest’opera teatrale un’autentica antologia di sketch comici, un campionario di battute e di situazioni in oscillazione perpetua tra il serio ed il faceto, fra la povertà e la ricchezza, fra la miseria e la nobiltà.
E di miseria e di nobiltà sono intrisi tutti i protagonisti della commedia che miseri nella vita di tutti i giorni, come Felice e Pasquale, si vestono di nobiltà, anche solo per un giorno; ma questa regola vale anche per altri personaggi come, ad esempio, don Gaetano che, ormai ricco ma per nulla aristocratico, conosce bene la povertà ed aspira a concedere la mano della figlia Gemma, con umiltà e sottomissione, proprio ai sedicenti nobili.
Nelle scenografie bipartite i bravissimi interpreti passano in rassegna le esilaranti scenette della modista, della lettera, del fotografo, degli spaghetti e dei gelati, fra le risate e gli applausi del pubblico che ha riempito il teatro in entrambe le serate.
La rappresentazione è basata prevalentemente sull’edizione cinematografica del 1954, diretta da Mario Mattoli che ha come protagonista il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, nelle povere vesti di Felice Sciosciammocca, e facente parte di una trilogia composta da altri due titoli: “Un turco napoletano” e “Il medico dei pazzi”, capolavori della prosa partenopea di fine Ottocento e contestualmente della cinematografia italiana di metà Novecento.
Nelle storiche edizioni prodotte per il cinema e per il teatro vi è una curiosa tradizione familiare che vede fra gli attori anche l’autore stesso, Eduardo Scarpetta, poi suo figlio, Eduardo De Filippo, e successivamente il figlio di quest’ultimo, Luca De Filippo, che debutta interpretando, a onore della tradizione, proprio la parte del figlio di Eduardo ossia il piccolo Peppiniello.
Nella trasposizione rotariana le musiche originali di Pippo Barzizza sono state sostituite da una sapiente selezione di brani di musica classica e della tradizione italiana e partenopea; la scenografia è curata da Cesare Calcara, che interpreta anche la parte di don Gaetano e, dietro le quinte, vi è la collaborazione, fra gli altri, di Pino Ciacia, famoso hair stylist palermitano e curatore della mostra “Le più belle acconciature della storia…arte…moda”, tenutasi nel maggio del 2012.
Terminato lo spettacolo il Presidente Margiotta mi descrive le difficoltà affrontate per la preparazione dello spettacolo e per la pianificazione delle prove di tutti i soci i quali con grande passione e professionalità hanno raggiunto un risultato di altissimo livello artistico pur non essendo professionisti.
Un grande ringraziamento a tutti gli attori e un plauso particolare al regista Massimo D’Anna che, come mi ricorda Margiotta, è riuscito con particolare competenza ad effettuare un rigoroso casting fra i soci riuscendo ad attribuire a ciascun attore il ruolo più appropriato, contribuendo a creare, prova dopo prova, un clima di coesione e complicità capace di saldare sempre di più i rapporti umani tra soci e tra le loro famiglie.
Grande serata quindi, dedicata all’allegria ed alla riflessione, una riflessione che però ha l’insostituibile connotazione dell’impegno attivo e concreto che contribuisce fattivamente, con il suo programma di donazioni, sensibilizzazione e advocacy, all’immunizzazione di oltre due miliardi di bambini contro la polio in tutto il mondo.
La commedia finisce e il sipario si chiude con il celebre epilogo dove tutti gli intrighi vengono scoperti e la verità è finalmente svelata e lo scrivano Felice dà il commiato al pubblico: “Torno nella miseria però non mi lamento, mi basta di sapere che il pubblico è contento”.
SPETTACOLI - Arte e impegno sociale: con "Miseria e Nobiltà" il Rotary Club Palermo Mediterranea raccoglie i fondi contro la poliomielite
(ph. Carlo Guidotti)