“Beethoven Piano Concerts”, il repertorio pianistico del grande musicista romantico al Teatro Massimo

 

pastorale 2

 

 

(30 marzo 2015) – Con la rassegna “Beethoven piano Concerts” la Fondazione Teatro Massimo di Palermo rende omaggio al grande musicista tedesco con particolare attenzione rivolta alla produzione concertistica per piano, il cui corpus è costituito da cinque concerti per pianoforte e orchestra e dal Concerto in re maggiore op. 61 a, trascrizione d’autore del Concerto per violino che verrà eseguita per la prima volta al teatro Massimo il 2 aprile.

La serata del 24 marzo è stata dedicata al Concerto n. 4 in Sol maggiore op. 58: sul podio Nicholas Collon dirige Benedetto Lupo, pianista di fama internazionale che debutta a soli tredici anni proprio interpretando Beethoven sulle note del Concerto n. 1 .

Prima dell’esibizione del celebre pianista, l’orchestra e il coro si sono presentati sul palcoscenico in tutta la loro interezza pronti per regalare al pubblico una rara perla del repertorio di Beethoven, ossia König Stephan: catalogata come “musiche di scena op. 117” si snoda in un’Ouverture in Mi bemolle maggiore e tre cori successivi mediante i quali l’autore celebra l’onomastico dell’imperatore Francesco I durante l’inaugurazione del nuovo teatro della cittadina ungherese di Pest.

Mediante quest’opera si rievoca la figura di König Stephan, ossia re Stefano I, proclamato capo dell’Ungheria nell’anno 1000 da papa Silvestro II; la presentazione della regale figura di re Stefano è affidata alla forza degli ottoni, dei legni ed infine all’orchestra tutta che con l’imponente interpretazione del coro, diretto da Piero Monti, descrivono la luminosa figura del re, l’immagine della futura sposa Gisella e la fiducia del suo popolo: “Là portiamo in fedele corteo all’eroe devoto la sposa devota. Gloria ai nostri nipoti così essi vedranno quel che lo spirito profetico ha presentito! La loro fiducia infantile sarà il più bel diamante della corona”.

A facilitare la comprensione del testo tedesco vi è l’insostituibile supporto di Simone Piraino, Maestro collaboratore ai sopratitoli.

Terminato il brano Benedetto Lupo ha interpretato magistralmente il quarto Concerto, appartenente alla maturità artistica dell’autore il quale lo compone intorno al 1805 contemporaneamente alla Sinfonia n. 4 ma presentato nel 1808 insieme alla Sinfonia n. 5 ed alla Sinfonia n. 6, quest’ultima diretta da Collon nella seconda parte della serata.

Il Concerto è articolato in tre movimenti, Allegro moderato, Andante con moto e Rondò mediante i quali il pianoforte dialoga con l’orchestra in forme sempre diverse e variegate; il tema introduttivo è affidato, in maniera inusuale, al pianoforte le cui note saranno successivamente riprese dall’orchestra nel corso del primo movimento per poi cedere il dialogo esclusivamente agli archi nel secondo movimento, breve e drammatica pagina musicale in Mi minore che libererà la tensione nel Rondò finale che nelle tonalità di Do maggiore e di Sol maggiore farà assumere all’orchestra delle affinità con il finale di Fidelio, opera coeva del maestro tedesco.

Gli interminabili applausi del pubblico hanno richiesto un bis nel quale il maestro Lupo ha interpretato la Sonata per pianoforte n. 1 op. 11 in Fa diesis minore, intima e delicata melodia composta dal musicista tedesco Robert Schumann intorno al 1832.

La serata è stata carica di forti emozioni musicali ma si è arricchita ulteriormente, nella seconda parte dello spettacolo, dell’interpretazione di un pilastro della produzione beethoveniana e della storia della musica stessa: Nicholas Collon dirige l’orchestra del Teatro Massimo in una fantastica e coinvolgente esecuzione della Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68.

La Sinfonia, conosciuta come “Pastorale”, presenta con le sue celebri note e con un tono amabilmente figurativo le accese sensazioni dell’animo umano immerso nello spettacolo della natura.

Ciò che Beethoven crea intorno al 1807, componendo la Sinfonia n. 6, è una delle più alte rappresentazioni della cosiddetta “pittura sonora”, che ritrova nello “Sturm und drang” l’esigenza di un “ritorno alla natura” ma è temperata dalla necessità di esprimere la forza della natura e la bellezza in sé anche in termini soggettivi.

La Sinfonia non si articola nei consueti quattro movimenti ma in cinque di cui gli ultimi 3 sono assolutamente in equilibrio tra loro e suonati senza soluzione di continuità, donando così un unicum descrittivo che caratterizza l’aura pastorale dell’opera e che testimonia la stupefatta meraviglia dell’uomo dinanzi alla grandiosità della natura.

Quanto al suo sentimento verso la natura, inteso addirittura come religione, è particolarmente significativa una citazione tratta dal diario del 1815: “O la maestà di Dio nella foresta! Mi sento così sereno e felice nella foresta, attraverso Dio ogni albero parla. In specie in un angolo della foresta trovo un’oasi assoluta di serenità, quella serenità che mi mette in condizioni di servire Dio”.

 


 

SPETTACOLI -  "Beethoven Piano Concerts", in rassegna al Teatro Massimo di Palermo il repertorio pianistico del grande musicista romantico

(ph. Carlo Guidotti) 


 

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