Allegria, magia e grande poesia al Teatro Savio di Palermo per la rappresentazione di Cenerentola, portata in scena domenica 3 aprile scorso dalla Compagnia delle Fiabe con la regia di Giovanni Sposito: ancora un sold out per un’altra grande realizzazione teatrale che trae ispirazione da una delle più celebri fiabe che coinvolgono da sempre grandi e piccini senza temere mai il trascorrere del tempo, tessendo una narrazione immortale nei versi, nelle immagini e nelle musiche.
E proprio la musica fa da collante fra i diversi quadri che raccontano le vicende della fanciulla nata dalla fantasia popolare nella notte dei tempi e rielaborata da Basile, da Perrault e dai Grimm, in un musical che in due parti incanta con le sue melodie il pubblico.
Lo spettacolo è stato simpaticamente introdotto da Danilo Zisa e da Antonio Sposito che, nelle parti rispettivamente del Granduca e del principe, sono “entrati nella storia da attori per raccontare di una fanciulla dalla faccia sporca ma dal cuore limpido”.
Erina Mollica, autrice anche dei costumi, è la matrigna che guida ed istruisce le due giovani figlie, Anastasia e Genoveffa, ai segreti della vita e del successo, e spera nel prossimo ballo organizzato presso il palazzo reale, di concedere la mano di una delle due al bello ed affascinante principe.
Ma le due ragazze in età da marito dovranno fare i conti con la sorellastra Cenerentola che, sebbene sia relegata ai lavori domestici più umili e di fatto privata della propria libertà, come sappiamo avràla meglio, facendo innamorare il principe che per ritrovare la sua amata come unico indizio avrà soltanto la celebre scarpetta di cristallo, conducendo lo spettatore verso l’inevitabile lieto fine.
Le scenografie, come sempre agili e incisive, sono di Danilo Zisa che, ancora una volta, con semplici e rapidi movimenti, riescono a trasformare la scena che con stoffe e giochi di luce, diviene di volta in volta il palazzo della matrigna, la stanza di Cenerentola, la dimora principesca dove si terrà il famoso valzer galeotto o il luogo dove al suon di “Salacadulamagicabula” la fatina trasformerà la zucca in carrozza incantata.
La principessa è interpretata da Nunzia Sposito che con trasporto ben rende la giovialità ma anche la tristezza della solitudine di Cenerentola che, chiusa nella sua stanza, seduta in una sedia, sogna in segreto una vita diversa, dove la tristezza e la solitudine sono soltanto un lontano ricordo: “Con le ali della fantasia posso essere non più sola”, dove è possibile “volare e sognare in un angolino in casa mia”.
“Dispaccio urgente da parte del palazzo reale!”: è arrivato il momento di preparare gli abiti per il gran ballo e, oltre Anastasia e Genoveffa, anche Cenerentola dovrà recuperare qualcosa da indossare ricavata fra i suoi umili vestiti; “Ho trovato! Ho trovato! Un vestito un po' antiquato ma può essere rinnovato”, cantano i topini che, sebbene impauriti dal gattone Lucifero, faranno da insostituibili spalle a quello che sarà la realizzazione del sogno della giovane principessa.
E arriva il momento tanto atteso del ballo, le musiche di sottofondo sono una miscellanea del valzer composto da Patrick Doyle e qualche frammento tratto dall’opera lirica omonima di Gioacchino Rossini; finalmente il principe cinge fra le sue braccia questa ancora sconosciuta fanciulla in un romantico valzer in cui i due amanti consacrano inconsciamente il loro amore fuori dallo spazio e dal tempo: “Hai le stelle negli occhi tuoi. Danzando stiamo volando, non voglio fermarmi sulla terra non scenderò mai più”.
Ma purtroppo giunge la fatidica mezzanotte e il tempo è ormai terminato, l’incanto sta per svanire e con esso la carrozza, il vestito e il sogno stesso di essere principessa ma la speranza, coltivata con umiltà e pazienza, sapranno presto premiare Cenerentola che, provata la scarpetta di cristallo, potrà con commozione udire dalla voce del ciambellano la frase “Calza alla perfezione !”.
Ritrovata finalmente la dolce amata, il padre del principe, interpretato da Arturo Mollica, le donerà le due cose più preziose al mondo: una conchiglia, ricordo dell’amata moglie, e la mano del proprio figlio, il principe.
Il ciambellanoviene insignito dal re del titolo di Granduca, mentre il granduca viene promosso a primo consigliere reale del principe e saranno nuovamente Danilo Zisa e Antonio Sposito a raccontare il felice epilogo della narrazione ricordando che “la storia finisce qui, niente pianti, drammi o lamenti, ma vissero tutti felici e contenti”.
Tra la rabbia della matrigna, lo sconforto delle litigiose sorellastre e il tripudio della corte intera, compresi gli inseparabili topini, termina con le coreografie di Laura Saitta, le luci di Ciccio La Monica e la direzione di scena di Donato Zappalà, questa fiaba intramontabile, trasferita in un grande musical che ha saputo captare le emozioni del teatro tutto in un viaggio verso i sogni e la fantasia, perché in fondo “I sogni son desideri di felicità”.
Lo spettacolo sarà replicato fino al 10 aprile.
SPETTACOLI - La Compagnia delle fiabe porta in scena Cenerentola: al Savio di Palermo i sogni diventano realta'
(ph. Carlo Guidotti)