Si è conclusa la stagione teatrale 2015/16 della Compagnia delle Fiabe, che sul palcoscenico del Teatro Savio ha dato vita a personaggi della nostra infanzia e della nostra adolescenza, resi immortali da romanzi, fiabe o da celebri film d’animazione; e grande successo hanno riscosso tutte le rappresentazioni che hanno visto di volta in volta avvicendarsi sul palco i volti di Aladino e di Jafar, della gabbianella Fortunata e del gatto Zorba, del gobbo Quasimodo e di Frollo, di Cenerentola e del Principe azzurro, della Sirenetta Ariel e, infine, del Faraone Ramses II e di Mosè, il Principe d’Egitto.
Quest’ultimo, Il Principe d’Egitto, è stato lo spettacolo conclusivo di questa ampia rassegna: nei ruoli dei protagonisti Danilo Zisa, energico e vigoroso capo degli Egizi, e Antonio Sposito, sapiente e tenace guida del popolo ebraico; la vicenda ruota intorno alla narrazione biblica della fuga degli Ebrei dalle terre egiziane, dominate dapprima dal Faraone Seti I e poi da suo figlio Ramses II, fratello adottivo di un bimbo trovato nelle sponde del Nilo, Mosè, che però scoprirà presto di non essere un egiziano di sangue reale bensì un ebreo, facente parte proprio di quel popolo ridotto in schiavitù dal Faraone.
“Sei salvo, sicuro, vivrai, la nostra speranza sei tu”: così Mosè diviene guida del suo vero popolo e si farà portavoce dell’innegabile richiesta di libertà al cospetto del nemico Faraone con il quale, nonostante tutto, vi è, e vi sarà sempre, un vincolo di amore e di fratellanza; e nei dialoghi, nei gesti, nelle scene e nella partecipata interpretazione dei due attori emerge proprio questo conflitto interiore che oscilla tra l’astio fra i due popoli e la voglia di pace e di libertà, l’unico bene a cui il popolo ebraico anela e che contrappone all’odio espresso dagli egiziani: “Il mio popolo è ancora schiavo dell’Egitto, e io lo libererò. Il mio popolo vuole la giusta dignità per vivere la vita”, prega Mosè.
E gli stessi contrastanti sentimenti si sono personalizzati nelle figure di Mosè e di Ramses II, l’uno vittima dell’altro per la sola appartenenza ad una popolazione diversa e considerata inferiore e pertanto meritevole soltanto di una condizione di eterna schiavitù.
Ma l’epilogo della storia capovolge le sorti dei popoli e dei due fratelli: facendosi portavoce della parola di Dio, Mosè preannuncia le piaghe che il popolo egiziano dovrà patire, fino al momento sublime della fuga attraverso i flutti che miracolosamente si apriranno, creando un temporaneo varco attraverso il quale si compirà il viaggio di conquista della tanto sognata libertà.
La regia è di Giovanni Sposito, le animate ed agili coreografie sono di Laura Saitta con la partecipazione del corpo di ballo dell’Oriental Studio di Noemi Sollievo, i costumi sono di Erina Mollica, la direzione delle luci è di Ciccio La Monica e sono dello stesso Danilo Zisa le scenografie che hanno reso al meglio, in funzione delle esigenze narrative, il contesto delle scene, assumendo le sembianze del palazzo reale, del campo di lavoro, del luogo di incontro degli Ebrei per trasformarsi, infine, nel sito da cui le acque del mare si divideranno in due per l’attraversamento del popolo ebraico in fuga, sublime e commovente momento in cui tutto il cast, scendendo dal palcoscenico del Savio, ha attraversato il corridoio centrale, illuminati dai due grandi fasci di luce inclinati e che proiettavano un colore blu profondo, creando una sensazione di partecipazione di tutto il pubblico presente alla tragedia ed alla catartica liberazione di Mosè e della sua gente.
“Vedrai i miracoli se crederai, la fede non si può fermar, questi miracoli sono tra noi”, con questo coro si chiude il sipario sul “Principe d’Egitto” e tantissimi sono stati gli applausi per questa grande rappresentazione, applausi che hanno espresso un largo consenso per l’opera appena andata in scena ma che racchiudono un grande riconoscimento per l’intera stagione appena conclusasi e che si traduce in un rinnovato appuntamento verso la prossima rassegna teatrale con la Compagnia delle Fiabe.
SPETTACOLI - 'Il Principe d'Egitto' chiude la stagione annuale della Compagnia delle fiabe, in scena al Teatro Savio
(ph. Carlo Guidotti)