“Atlante - l’umano del gesto”: l’arte di Mimmo Cuticchio e la danza di Virgilio Sieni entrano in simbiosi in un emozionante esperimento culturale

Le antiche mura del Reale Teatro Santa Cecilia di Palermo, giovedì 22 dicembre 2016, hanno accolto un grande spettacolo che, per la sua unicità, è stato un evento davvero sorprendente.

È andato in scena “Atlante - L’umano del gesto”, una rara performance di Mimmo Cuticchio e di Virgilio Sieni: un rarissimo incontro fra due culture diverse ma che si fondono in una nuova forma espressiva tanto sconosciuta quanto affascinante.

Le dolci movenze del corpo umano sposano il macchinoso movimento del pupo e questo, a sua volta, ne assorbe ogni pulsazione vivente, divenendo anima anch’esso.

Nel silenzio del pubblico entra in scena Cuticchio, al suo seguito l’immancabile pupo che prende vita ed avanza lentamente verso il pubblico, quasi a voler prendere confidenza con l’ambiente esterno e con gli spettatori.

Al suo fianco vi è Sieni che con la sua nobile arte mimica si muove e danza esibendo tutta la sua gestualità. Il pupo prende sempre più vita e fra le abili mani del suo genitore si anima all’unisono con il suo fratello in carne ed ossa.

Una danza ora lenta ora frenetica, fra l’umano e l’inanimato, fra il vivo e il vivente.

Uno scambio silenzioso eppure ricco di contenuti, di sensazioni e di emozioni; per i primi dieci minuti quindi regna il silenzio e domina la visione del movimento, poi entra in scena il secondo pupo e dopo l’incipit al suono di un classico organetto a manovella anche il pupo inizia una sua danza.

E dopo questo ballo ecco il canto: semplici note melodiose sussurrate dolcemente dal Maestro Cuticchio.

Ma il silenzio, qua e là sommessamente violato, viene finalmente interrotto dal suono più classico legato alla saga dei paladini di Francia, ossia quello del metallo delle armature che stridono e si colpiscono durante un agguerrito combattimento corpo a corpo: inizia quindi la battaglia tra i pupi che appassiona ed incanta il pubblico sin dalla notte dei tempi.

Ma usciti i paladini dalla scena, protagonisti tornano ad essere i due grandi maestri: Sieni con il suo ballo frenetico scandisce il tempo ritmicamente battuto da Cuticchio.

I due entrano in simbiosi, il piccolo uomo di legno e il grande uomo vivo al suo fianco, non si capisce chi sia ad imitare le movenze dell’altro, ne nasce una sinergia assoluta che culmina in una dolce ninna nanna e in un gioco del cavalluccio, simboli stessi di una giovane vita che nasce e che cresce.

E tutta la saga di Orlando viene riassunta sul palco da un monologo di Mimmo Cuticchio che ne ricorda le gesta, dalla tenera infanzia fino alla morte

La poesia scenica raggiunge il livello più elevato quando proprio Cuticchio narra con il suo inconfondibile stile le truci vicende dei campi di battaglia fino alla morte di Vegliardino, fido destriero al seguito del nostro eroe, la cui morte dello stesso verrà raccontata con commozione del pubblico dallo stesso Cuticchio mediante il suo celebre cunto.

Il Maestro racconta di Bradamante, di Astolfo, di Carlo Magno, dei combattimenti e della mitica Durlindana, preziosa e vincente spada da scagliare contro i saracini.

E ogni attimo della concitata battaglia cuntata da Mimmo Cuticchio viene scandita da Sieni che la anima con l’unica incredibile forza del suo armonico corpo.

Con struggenti note emesse dal rosso organetto suonato dal maestro puparo termina questo incredibile spettacolo; una inusuale quanto preziosa performance di due grandi artisti, capaci di trasferire emozioni e sensazioni in maniera ineguagliabile.

È questa la forza della danza ed è questo il fortunato destino dell’opera dei pupi nella filosofia di Cuticchio: essere in grado di trasferire emozioni e contenuti sociali sempre al passo dei tempi e sempre in simbiosi con le moderne forme di arte; “il puparo invecchia, il pupo invece rimane sempre vivo” dice dietro le quinte Cuticchio al termine dello spettacolo, spiegando come la prepotente carica espressiva del pupo possa adattarsi, e debba adattarsi, alla società in cui viviamo restando sempre antico ma attuale, tradizionale ma contemporaneo, proprio come lo stesso Maestro fece già nella sua storica interpretazione in memoria di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e lo fece con forza, con carica, con spirito difensivo ma battagliero e sicuramente con lo stesso obiettivo di iniziare le giovani generazioni a guardare alle avversità del mondo per saperle affrontare e poterle contrastare, alla stessa stregua dell’antica Chanson de Roland, da cui proviene per buona parte l’ispirazione della saga dei paladini, che fu scritta per preparare i giovani a quelle che furono le crociate dei loro tempi.

Con la presenza dei ragazzi del laboratorio di danza che ben conoscono il grande danzatore e coreografo Sieni, termina Atlante, un ricco mosaico di espressività corporee che tessute insieme costituiscono appunto un atlante di gesti e di saperi trasmessi in un unicum scenico che fonde arte e ricerca, studio e bellezza.

 


 

SPETTACOLI - "Atlante, l'umano del gesto": l'arte di Mimmo Cuticchio e la danza di Virgilio Sieni entrano in simbiosi in un emozionante esperimento culturale

(ph. Carlo Guidotti)


 

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