Pasolini e la carne: «Orgia» al Biondo

 

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(10 aprile 2013)Martedì sera di una primavera già padrona, appena usciti dal Teatro Biondo: lui camicia e maglioncino, l’altro capelli per aria e scarpe da tennis. Hanno appena visto “Orgia” di Pasolini.


Lui, scendendo l’ultimo scalino del teatro che conduce al marciapiede: “...Perché non trovi l’uomo nessuna traccia di Dio, che si ritrovi solo: nella solitudine della carne, nel caos della carne, nella festa della carne, nello scandalo della carne, nel marcire della carne, nella carne che vuole la carne, nella carne che vuole la morte, nella morte che genera morte. Ora forse ho mischiato un po’ un cantante, la Bibbia e Pasolini. Ma la questione mi sembra questa in fin dei conti: il grido della carne...”

L’altro, interrompendo un discorso già sul finire: “A un certo punto il protagonista, l’uomo, come si chiama..?”. Lui guardando il marciapiede e interrompendo a sua volta : “L’attore si chiama Giovanni Franzoni e a dire il vero mi ha convinto la sua interpretazione. Il personaggio mi sembra che non abbia un nome e che non venga pronunciato alcun nome lungo tutta la rappresentazione, come se interessasse il genere umano in senso lato”. L’altro annuendo: “…Proprio Franzoni scandisce nel crescendo finale di una  scena con la moglie «La mia carne vuole veramente la morte/ il mio cazzo vuole veramente il sangue». Pasolini poteva benissimo invertire i due versi e concludere qui l’opera… Il punto è proprio lì!”.

Lui voltando l’angolo: “Certo, ma c’è anche l’esplorare il mondo delle pulsioni: il rapporto vittima-carnefice, dove la vittima nell’obbedire al carnefice gode della deprivazione della propria dignità”. L’altro guardando di sottecchi i due che camminano in senso opposto al loro: “Sì, dietro quella scena c’è Nikolaj Stavrogin de “I Demoni” di Dostoevskij… D’altronde il carnefice è quasi vivisezionato nei suoi intenti, il fatto stesso che invece di compiere l’azione racconta in ogni dettaglio quello che si accinge a fare; mi sembra proprio la scelta di mettere in scena la sua ostinata perversione, il suo languore e la crudeltà che comporta. Con una punta d’ironia, anzi di sarcasmo, anche la sua impotenza. Da un lato ti blandisce, dall’altro ti ripugna. Mi sembra che la nota del regista, Fabio Sonzogni, parlava anche di tragedia greca..”. Lui, rincuorato dall’allontanarsi dei due di prima: “Del resto quando c’è un doppio infanticidio è facile… Ma ci sono anche tirate impegnative e la parola al comando. È impressionante quando la moglie conclude la sua tirata funebre, quasi un auto-epitaffio, con «Si dirà ch’è morta per un alito d’aria»”.

L’altro, ballonzolando la testa tra un passo e l’altro: “Sì, sì è vero, si sente il labor limae, si sente che l’autore del testo è un poeta. Ma a me quando parla di nostalgia non convince, sia nella prima parte a tavola che dopo l’amplesso. Non mi fa sollevare gli occhi da terra. Rimane là un po’ come una bozza, più che come un dipinto. Un po’ come un ricordo che viene e non ti trascina. E nell’atto di ricordare non dimentichi mai di stare ricordando.”

Lui, dopo aver avvistato la macchina: “C’è anche qualcos’altro: è come se un solco fosse stato tracciato dallo scorrere inesorabile degli anni del secolo breve; come se una parete di detriti ci separasse dallo scandalo che può avere suscitato l’esposizione di un titolo come Orgia nelle locandine dei teatri. E quando compare in scena il corpo nudo della bella attrice, Silvia Pernarella, è come se fosse venuta meno la sfacciataggine che Pasolini potrebbe aver pensato. Persino quando lei rimane sul tavolo-letto guardata da lui, esplorata e descritta sin nella «ferita del ventre». È come se avesse perso mordente l’irriverente.” L’altro aprendo lo sportello: “Scusa, ma uno cosa dovrebbe fare allora per scandalizzare oggi?”. Lui entrando in macchina e guardando lo specchietto retrovisore: “Non lo so, questo però oggi non funziona più”.

La macchina esce dal parcheggio e scompare. Nella Sala Strehler del Teatro Biondo Stabile di Palermo si replica fino al 21 aprile 2013.

 

 


 

 

SPETTACOLI - Pasolini e la carne: "Orgia" al Biondo. Le immagini documentano alcuni momenti della tragedia di Pier Paolo Pasolini “Orgia”, in scena al Teatro Biondo di Palermo fino al 21 aprile 2013.– Sicily Present (ph. gl)


 

 

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