Visitabili a Palermo dopo 40 anni di chiusura due sale di Palazzo Alliata di Villafranca

 

 

La città di Palermo custodisce nel suo vasto ed eterogeneo centro storico una moltitudine di Chiese, Palazzi, edifici militari e arredi urbani che testimoniano la lunga e complessa storia di questa città, per secoli capitale del Regnum Siciliae.

Molti dei monumenti cittadini sono conosciuti in tutto il mondo e sono costante meta turistica ma tanti, tantissimi, sono chiusi, privati, inaccessibili o destinati ad un inesorabile declino. Fra i Palazzi palermitani emerge Palazzo Alliata di Villafranca, storica dimora che vide i natali del Principe Francesco Alliata; di proprietà del Seminario Arcivescovile di Palermo è oggi sapientemente gestito dall’Associazione culturale “Segno indelebile”, presieduta da Antonella Tirrito.

Il Palazzo occupa il fronte occidentale di Piazza Bologni, la cinquecentesca “piazza d’Aragona”, centro strategico dell’assetto viario cittadino e per secoli unica piazza aperta sull’antico Cassaro. Dominata dalla statua bronzea dedicata a Carlo V la piazza, creata nel 1567, venne intitolata ai Bologna, dal nome della famiglia proprietaria del grande palazzo di famiglia sorto sul suo perimetro.

Nel XVII secolo la nobile famiglia Alliata acquisisce gli immobili dei Bologna dando vita ad uno dei più eleganti palazzi di Palermo che da più di due secoli ci testimonia la ricchezza e lo sfarzo dell’aristocrazia siciliana. Il prospetto presenta le numerose aperture con le paraste, gli stemmi marmorei della nobile casata e le coppie di statue che ornano i portali d’ingresso; tutti elementi questi che donano un effetto monumentale ricco e dinamico.

Superato il cortile d’ingresso si varca la soglia delimitata da una luminosa vetrata che riporta gli stemmi nobiliari della famiglia e numerosi motivi geometri e floreali; i medesimi decori sono dipinti sul soffitto ligneo della successiva Sala dei Musici, nella quale sono collocate delle statue di proprietà della Principessa ed anticamente installate proprio nella piazza antistante. Segue la grande Sala da Ballo o Sala dello Stemma, decorata con stucchi di Giacomo Serpotta raffiguranti le quattro stagioni e con dei sovrapporta eseguiti dalla scuola del Caravaggio; su una parete è disposto un grande mosaico di maioliche raffigurante il simbolo araldico degli Alliata, originariamente facente parte del pavimento; nell’angolo destro è in esposizione la portantina dorata appartenuta alla Principessa.

I due saloni contigui, quello segue e quello che precede, custodiscono tre gioielli di pittura fiamminga attribuiti a due fra i più significativi artisti del Seicento attivi a Palermo intorno al 1640: Matthias Stom, autore delle tele “Il tributo della moneta” e “Lapidazione di Santo Stefano” e Antoon Van Dyck, celebre ritrattista allievo del Rubens che dipinse, oltre a numerose raffigurazioni di Santa Rosalia esposte in diversi Musei del mondo, la “Crocifissione” custodita proprio presso il Palazzo Alliata di Villafranca.

La passeggiata attraverso i saloni si arricchisce di qualcosa di straordinario: in occasione della “Settimana delle Culture” è stato infatti possibile ammirare lo splendore di due sale riaperte al pubblico dopo ben 40 anni: la Sala del The e la Sala del Cuoio, autentici gioielli facenti parte di uno scrigno prezioso tutto da riscoprire. La Sala da The è finemente arredata con i mobili dell’epoca ed illuminata da un grande lampadario in cristallo di Murano; da alcuni dettagli presenti nella struttura muraria si deduce che probabilmente, prima di essere adibito a stanza per l’intrattenimento e la convivialità, questo salotto fosse originariamente una camera da letto.

La Sala del Cuoio è ricordata dallo stesso Principe Francesco Alliata, discendente vivente della storica famiglia, in un’intervista di qualche anno fa nella quale tesse le memorie della sua infanzia con il racconto delle meraviglie del suo “palazzo-labirinto”. Questa stanza era l’antico fumoir e tutte le pareti e il soffitto sono rivestiti interamente da cuoio di Cordova il quale, realizzato prevalentemente con pelle di montone messa a bagno di tannini, al termine della lavorazione assume la caratteristica proprietà di assorbire il fumo; il cuoio è dorato e pirografato, secondo una tecnica incisoria particolarmente delicata e soprattutto indelebile, e riporta gli stemmi nobiliari della famiglia.

Fra gli arredi vi sono il lampadario e i due orologi in bronzo, sei sedie dell’Ottocento e, sopra il camino, un dipinto raffigurante il porto di Palermo, opera di Vincenzo Riolo, genero del famoso pittore Velasquez.

Palazzo Alliata di Villafranca ha riscosso grande successo di pubblico anche durante la precedente manifestazione “Le vie dei tesori”, essendo stato il sito con il maggior numero di visitatori per quasi tutta la durata della rassegna e riscuotendo ancora oggi ampia adesione di pubblico ai numerosi eventi culturali, mostre, sfilate e spettacoli teatrali organizzati dall’Associazione Segno Indelebile che con amore custodisce questo nobile Palazzo, danneggiato dal terremoto del 1751, scampato miracolosamente dai disastri bellici del ’43 e ridonato alla cittadinanza dopo anni di chiusura e di oblio.


 

 

ARTE - Visitabili a Palermo dopo 40 anni di chiusura due sale dello storico Palazzo Alliata di Villafranca

(ph. Carlo Guidotti)


 

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