Negli ultimi anni assistiamo ad un rinnovato interesse verso il mondo dell’arte e verso il nostro patrimonio architettonico; a testimonianza di questo risveglio culturale l’Associazione CulturaLab di Bagheria, opera un’incessante attività mediante la quale propone al pubblico siciliano interessanti eventi che mirano alla divulgazione della conoscenza del territorio e dei tesori in esso contenuti e spesso, purtroppo, poco valorizzati.
Bagheria è stata la terra prediletta dalle élite aristocratiche del diciottesimo secolo per l’edificazione delle loro celebri ville nobiliari che tanto lustro hanno dato, e continuano a dare, nel panorama architettonico siciliano.
Di primaria importanza per la sua storia e per la sua imponenza è Villa Cattolica, oggi sede del Museo dedicato al grande pittore Renato Guttuso che a Bagheria ebbe i natali nel 1911.
Domenica 15 marzo si è tenuto l’evento “Museo Guttuso Amore mio”, una visita guidata del museo presentato nel suo nuovo impianto espositivo.
Con Nadine ripercorriamo per intero la storia dell’edificio e scopriamo come esso fu scelto per ospitare i molti capolavori del grande maestro bagherese.
Prima dell’acquisto da parte del principe di Cattolica, avvenuto nel 1760, la villa si presentava come una classica masseria fortificata dotata di mura merlate e di una torre, eretta a scopi difensivi e la cui presenza è documentata fino al 1710; gli esterni sono in stile tardo barocco e non vi sono fonti certe sui nominativi degli architetti che progettarono la definitiva trasformazione da baglio a villa.
Trasformato negli anni a venire in lazzaretto e in caserma durante il regno borbonico, la proprietà passa alla famiglia Scaduto che ne fa la sede per un’industria di conserve alimentari, la ditta Nicosia-Scaduto: nei terreni limitrofi si coltivava invece il bergamotto che, opportunamente raffinato, data vita a pregiate essenze custodite nei caveau della banca d’Italia ed esportate nei prestigiosi mercati di Vienna, Parigi e Londra.
Al seguito di Maia Cataldo, Direttore artistico dell’associazione, esploriamo tutte le fasi della biografia artistica di Renato Guttuso: tanti sono gli episodi salienti ben descritti dalla Cataldo e molti sono gli aneddoti che, con competenza e chiarezza espositiva, hanno fornito una chiave di lettura che ha fatto sì che il pubblico potesse capire ogni singola opera mostrata, contestualizzandola con la vita personale dell’artista e con il periodo storico e culturale.
La prima sezione del museo è dedicata alle opere giovanili di Guttuso, indubbiamente influenzate dalle tipiche decorazioni dei carretti siciliani, ai quali si ispira e dai quali trae le prime tecniche decorative frequentando la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo, di cui sono esposte alcune interessanti produzioni che rievocano i guerrieri normanni e l’epopea garibaldina.
Renato Guttuso è figlio di un agrimensore con la passione per gli acquerelli, Gioacchino, e di un’appassionata di musica e di poesia, sua mamma Giuseppina D’Amico.
Fra le prime opere, dipinte a circa dieci anni, vi è una rassegna di copie di cartoline panoramiche, raffiguranti gli incantevoli paesaggi mediterranei e un bel dipinto raffigurante suo padre, a cui rimane fortemente legato e di cui esprime in questa tela tutta la forza dell’espressione e del carattere: Gioacchino Guttuso è riprodotto mediante i classici stilemi dell’Ottocento e meritano un approfondimento alcuni dettagli quali i colori sobri, le grandi e nodose mani, la presenza del monocolo, una citazione scritta in latino e la figura paterna circoscritta all’interno di un arco, tutti elementi che delineano un grande rispetto ed amore, sentimenti poeticamente ancora più palesi nel grande quadro in cui il padre è a lavoro.
In molte tele è chiaro l’influsso dei pittori a lui contemporanei quali Morandi, Carta, Lo Jacono, Carrà e De Chirico e nella successiva galleria dei ritratti troviamo raffigurati personaggi a lui molto vicini fra i quali la prima moglie Topazia Alliata, Carlo Levi e Paul Cézanne, dipinto nel quale emerge una forma inimitabile di espressionismo.
Prima di proseguire nel tour Maia Cataldo spiega le caratteristiche pittoriche di due dipinti non presenti nel museo ma meritevoli di nota: “Fucilazione”, che rievoca l’omicidio di Garcia Lorca ad opera dei franchisti, e “Crocifissione”, opera provocatoria e volutamente atemporale che fu, nel periodo della sua presentazione, proibita dalla Chiesa.
Guttuso è autore anche di grandi dipinti parietali: il più celebre è senza dubbio “La Vucciria” che, esposta presso lo Steri di Palermo, è recentemente divenuta un’opera sonora musicata dal grande maestro Marco Betta dal titolo Il quadro nero, ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano, andato in scena il 7 febbraio scorso al Teatro Massimo di Palermo.
Dopo aver percorso le grandi sale ed aver apprezzato le tante tele esposte è la volta della grande opera intitolata “Nella stanza le donne vanno e vengono” dedicata al tema del gineceo e ultimo e incompiuto sforzo del pittore e, a seguire, “Donne, stanze, paesaggi, oggetti”, grande dipinto facente parte del primo nucleo del Museo del 1973.
Il secondo piano è invece interamente dedicato all’esposizione di fotografie relative al territorio di Bagheria e all’attività artistica di Guttuso e a disegni e schizzi preparatori di celebri opere, fra cui una che racconta la figura mitologica di Colapesce.
Per completare la visita del museo, e renderla davvero unica, la passeggiata domenicale è stata arricchita da letture, da un laboratorio ludico creativo per i più piccoli gestito da Dialuogo Lirum Larum, e un intrattenimento teatrale nel quale il gruppo Apertura a strappo si è cimentato, sullo sfondo di “Donne, stanze, paesaggi, oggetti”, in un graffiante ed umoristico reading avente a tema Guttuso e le donne di Bagheria; nell’intervallo è stato possibile visitare il grande sarcofago del Manzù dove riposa Guttuso e a seguire un succulento brunch durante il quale sono state proiettate alcune interviste del maestro e numerose slides raffiguranti le sue opere.
Presente all’evento l’Assessore alla Cultura del Comune di Bagheria Rosanna Balistreri che, esprimendo soddisfazione per il successo ottenuto da questa iniziativa, anticipa le numerose attività future quali aperture straordinarie del museo, cineforum e momenti di musica e teatro da vivere proprio fra le sale dedicate alle pitture di Guttuso e alle fotografie di Tornatore.
Ecco un altro successo di CulturaLab: dopo iniziative quali “Il giardino ritrovato”, “In seno alla cultura” e “Un salto nel ‘700” si conclude una giornata davvero particolare che, introdotta nei giorni scorsi da un ciclo di seminari preparatori, ha registrato più di 500 presenze che hanno riempito un luogo simbolo della cultura della Sicilia e dell’intero mondo dell’arte, alla riscoperta di Villa Cattolica e del suo protagonista assoluto, Renato Guttuso, celebrato nella mostra “Painter of Modern life” alla Estorick Collection di Londra visitabile fino al 4 aprile 2015, cantore della nudità femminile, pittore espressionista ma astrattista, ritrattista ma paesaggista, amico di Eduardo De Filippo, di Pablo Picasso, di Elio Vittorini e di Salvatore Quasimodo, illustratore dei Malavoglia e dell’Eneide e senatore del PCI di cui Pierpaolo Pasolini ebbe a dire: “Ti trovo fratello proprio in questo: nella disperata premeditazione di fare sempre poesia…. La legge della simmetria dell'arbitrario: è sotto il suo segno che hai pagato in questi quindici, venti anni il tuo debito all'obbligo della poesia,… la maledetta poeticità, a cui ci destina il secolo irrazionale, come a una specie di elusione che però non tradisca almeno l'autenticità estetica”.
ARTE - "Museo Guttuso amore mio", l'Associazione Culturalab accompagna il pubblico alla scoperta del grande pittore bagherese
(ph. Carlo Guidotti)