Conversazione sulla scuola/5

 

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(5 marzo 2014) – Da Palermo a Ficarazzi. Spesso m’è capitato di notare tra la gente comune una sorta di rifiuto, forse generato da ingiustificate paure, per le idee. E la cosa m’è apparsa tanto più frequente quanto ingiustificata in ambienti cattolici, quasi che le idee fossero opera del maligno o contrarie all’amore di Dio.

Ma se per un momento ci soffermassimo ad osservare la nostra esistenza ci avvedremmo subito che essa è interamente pervasa da idee e che senza idee non potremmo fare assolutamente nulla, nemmeno andare da Palermo a Ficarazzi. È questo un esempio banale ma che se si segue per un momento mostra con evidenza ciò che intendo.

Se io, che mi trovo a Palermo, volessi un giorno andare a Ficarazzi non potrei in alcun modo andarci se, ancor prima di partire, non mi, diciamo così, “vedessi” già là. Posso arrivarci solo se, già prima di partire, mi “vedo” a Ficarazzi, se “vedo” Ficarazzi collocato da qualche parte geograficamente nel mondo, e “vedo” una strada per arrivarci.

Tutte queste cose che “vedo” non sono altro che finzioni mentali, fantasmi che popolano la mia mente, frutti del mio pensiero, in una parola: idee. Idee, se si vuole, elementari, comunque conoscenze. Senza questo prodotto del pensiero, dunque, non m’è possibile far nulla. Non m’è possibile andare a Ficarazzi, come potrei pensare di governare un paese o impostare un’intera condotta di vita? Potrei solo proferire, a gran voce sì e con arroganza, parole vuote e compiere azioni senza senso, cioè senza direzione.

Ben altra cosa, invece, e vera piaga, sono le idee false o scorrette. Ricorriamo nuovamente al nostro esempio. Supponiamo che volessi andare sempre a Ficarazzi ma fossi convinto, perché me ne sono convinto da solo o perché m’hanno dato indicazioni sbagliate, di arrivarci imboccando via Messina marina in direzione Trapani. Se escludiamo la possibilità, che pure ci offre la nostra straordinaria terra sicula, di arrivare a Ficarazzi percorrendo l’intero perimetro dell’isola, che evidentemente, per la sua poca praticità non era nei miei piani, in nessun modo io potrei arrivare a Ficarazzi. E non è un caso che chi mi vedesse intraprendere quell’impresa di svoltare in direzione Trapani mi direbbe: “Caro amico, tu non hai la più pallida idea di come si va a Ficarazzi”. In effetti io una idea l’avevo, solamente era una idea sbagliata e per questo mi accingevo ad una azione altrettanto sbagliata.

Mi si chiederà allora, che fare contro queste idee sbagliate e contro il pericolo delle parole vuote e delle azioni senza senso?

Credo che a noi uomini non è data altro strumento che la filosofia. Quella sana filosofia che è genuino amore per il sapere e che si traduce in costante sforzo di ricerca della verità.

Non posso che tremare, dunque, quando sento parlare di disegni di legge che vogliono abolire la filosofia dalle scuole o dalle università. È vero, la filosofia ha un urgente bisogno d’essere svecchiata e riformata, ma questo è già un altro argomento.

 

 

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