I Festival della Cultura “Silva Parthenia”: poesia, musica e arte alla Reale Cantina Borbonica di Partinico

 

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(4 luglio 2015) – “Ci sono infiniti silenzi”, con questa citazione di Danilo Dolci inizia la prima edizione del Festival della Cultura Silva Parthenia, che ha avuto luogo presso la Reale Cantina Borbonica di Partinico domenica 28 giugno 2015.

Ci sono infiniti silenzi quindi, che coincidono con gli infiniti e diversi suoni che contengono in sé le diverse espressioni della vita: vi è il silenzio degli innamorati, il silenzio di chi ha paura, quello di chi riflette sul senso della vita e quello di chi sente crescere dentro di sé la musica e la poesia, e “Infiniti silenzi” è proprio il titolo della canzone cantata dal soprano Theresia Bothe che, accompagnata da Valeria Tola al violino, canta questo appassionato brano su un testo di Danilo Dolci proprio nel giorno in cui egli avrebbe compiuto novantuno anni.

Vincenzo Di Paola, tra i soci fondatori dell’associazione culturale “Cento per l’arte e per la cultura”, e Giuseppe Di Trapani, Direttore Accademia della Cultura – Teatro Gianì, sono fra coloro che hanno fortemente voluto ed organizzato questo festival che ha come obiettivo quello di promuovere la cultura e i suoi protagonisti attivi nel territorio, seguendo, come ricorda Di Paola, un percorso di promozione, azione e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.

“Silva Parthenia” vuole essere una grande festa dove la partecipazione diviene protagonista dell’evento stesso con l’obiettivo, come ha auspicato Di Trapani, di renderlo un appuntamento annuale mediante il quale incontrarsi e confrontarsi.

La prima parte dell’incontro è dedicata alla presentazione del libro “Il volo dell’allodola” di Giancarlo Licata, scrittore e giornalista RAI scomparso nel 2013; la pubblicazione è stata voluta e coordinata dalla moglie Giuseppina Serravalle, presente in sala, e a descriverne i motivi ispiratori è stato il prof. Giuseppe La Russa il quale riscontra nell’opera ultima di Licata una delle espressioni più elevate del compianto giornalista che in questo testo “dà voce al proprio spirito ed alla propria anima”.

“Nel libro si parla prepotentemente di anima e di libertà”, continua Giuseppe La Russa, che ravvisa in esso una grande carica spirituale capace di trascendere e di separare quelle necessità corporali tipiche di ogni essere umano; la spiritualità si attesta nella tendenza al bello e al bene e protagonisti sono proprio l’anima e la libertà che, appartenenti alla stessa sfera semantica, si traducono in un ideale volo finalizzato all’incessante ricerca della verità.

“Attraverso il personaggio di Giovanni conosciamo meglio l’autore” che, attraverso la sua creatura letteraria, con l’inesauribile strumento della fantasia ha la possibilità di guardare tutto e tutti dall’alto esplorando realtà sconosciute ed osservando il mondo conosciuto in modo completamente nuovo, creando così una nuova realtà con la quale confrontarsi e nella quale rifugiarsi.

Al termine delle riflessioni del prof. la Russa interviene Tommaso Romano, professore e fondatore della casa editriceThule e presidente di ISSPE, Istituto siciliano di studi politici ed economici: egli delinea la figura professionale e la personalità di Giancarlo Licata: capo della redazione siciliana RAI negli anni ’90, responsabile di Rai Med, autore di documentari e di saggi di storia politica e nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“In questo libro c’è la sintesi di tutta la sua opera” sostiene il prof. Romano, ricordando Licata come un uomo capace di leggere il presente con rara attenzione, divenendo “un testimone del presente senza mai esserne schiavo”.

E la libertà di espressione dell’autore si racchiude tutta proprio in questo volo che diviene metafora del riscatto sociale da una condizione di vita in cui l’illegalità e la legge immorale del più forte si sprigiona con più energia contro i più deboli e gli inermi; tutto questo è espresso ne “Il volo dell’allodola”, ultima testimonianza di un grande giornalista ed emblema di un volo dall’ingiusto al giusto, dal male al bene.

Il rigore, la libertà e il sorriso di Licata oggi ci mancano, ma sono riscontrabili in tutta la loro essenza in questo libro, “portatore di speranza”, di una speranza che i siciliani continuano costantemente a coltivare giorno dopo giorno.

Un breve estratto de “Il volo dell’allodola” è stato letto da Federica Barone, al termine del quale Tommaso Romano consegna a Giuseppina Serravalle il premio “Silva Parthenia” e una litografia eseguita dall’artista Filippo Grillo.

Dopo la premiazione ancora un ricordo dedicato a Danilo Dolci con l’esecuzione di una sua canzone dedicata all’amata moglie Vincenzina.

La seconda parte dell’evento, a cura di Vincenzo Di Paola, Giuseppe Di Trapani e Tommaso Romano, è dedicata alla consegna dei riconoscimenti Silva Parthenia a personalità che si sono distinte per l’arte, la poesia e la diffusione della cultura nel territorio: il primo a ricevere la targa è il poeta spagnolo Gonzalo Alvares Garcia, novantunenne coetaneo di Danilo Dolci che delizia il pubblico leggendo una piccola poesia nella sua lingua d’origine che dolcemente narra della sua abitazione d’infanzia, una casa fra gli alberi in prossimità di un fiume il cui scorrere rievoca alla mente del poeta il fiume di Eraclito e il divenire del tempo e della vita.

La sezione successiva è dedicata alla premiazione dei poeti, di cui Federica Barone ne ha elegantemente recitato una raffinata selezione; da Vito Mauro a Maria Patrizia Allotta, e poi ancora, fra gli altri, Giovanna Fileccia, Vincenzo Di Trapani, Nino D’Amico, Franco Billeci e Guglielmo Peralta.

A seguire il “Premio alla memoria”, dedicato a insigni personalità culturali del passato fra cui lo scrittore Nunzio Cipolla, autore di una trascrizione originale del Villabianca, Aldo Grillo, appassionato cultore del bello, Raffaele Ganguzza, professore ed autore teatrale, Vincenzo Galati, grande umanista e uomo di cultura e Pasqualino Marchese, vissuto in un eremo dominato da un caratteristico mulino ad acqua nel quale trascorse la sua vita circondandosi di migliaia di libri.

Per concludere Vincenzo Di Paola, Giuseppe Di Trapani e Tommaso Romano invitano il prof. Giuseppe La Russa e il sottoscritto, Carlo Guidotti, per la consegna del premio Silva Parthenia quale riconoscimento per le attività di giornalismo e di costante ed appassionata diffusione della cultura.

Con la presentazione di due grandi tele dell’artista Gaetano Porcasi e una breve esibizione dello spettacolo dei pupi delle collezioni Canino e Garifo termina il I Festival della cultura Silva Parthenia, una grande manifestazione svoltasi tra le possenti mura di un luogo che già nel nome, Real Cantina Borbonica, porta in sé la nostra storia, le nostre tradizioni e il nostro patrimonio che, spesso abbandonato e dimenticato, torna ad essere vivo e pulsante e soprattutto diviene fucina di cultura e condivisione sociale: l’appuntamento è rinnovato quindi alla seconda edizione.


 

CONVERSAZIONI - I Festival della cultura"Silva Parthenia": poesia, musica e arte alla reale Cantina Borbonica di Partinico

(ph. Carlo Guidotti)


 

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