(7 dicembre 2015) – Sabato 5 dicembre 2015 in occasione del benvenuto dato al nuovo Arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice in Piazza Pretoria sul palco era presente, oltre al Sindaco Leoluca Orlando, anche Giuseppe Lupo cui è spettato il compito di dargli il benvenuto a nome dei giovani della Diocesi. Lo abbiamo incontrato per parlarne insieme.
Che sensazione hai provato ad essere tra i primi a parlare al cospetto del nuovo Arcivescovo?
È stata una grazia e al contempo una grande responsabilità, ma ha prevalso la gioia di conoscere un uomo semplice che custodisce un gran tesoro. La cosa che più mi ha colpito è che non appena sceso dalla macchina aveva già gli occhi rossi, di emozione, di tensione e di attesa; questo però non gli impediva di guardare bene negli occhi tutti coloro che lo salutavano, ricordando il nome di ciascuno.
Perché sei stato scelto tu a parlare a nome dei giovani?
Da due anni sono all’interno del servizio di Pastorale giovanile diocesano, in quanto rappresentante di Comunione e Liberazione, insieme ai rappresentanti di altri movimenti e aggregazioni laicali. Quando il nuovo Arcivescovo ha chiesto che fossero i giovani i primi a salutarlo al suo arrivo in città, ci siamo riuniti più volte per organizzare questo momento, che non consisteva solo nel discorso augurale. Al momento della divisione dei compiti a me è stato chiesto questo in particolare ed ho accettato di buon grado.
Come ti sei preparato a questo momento?
Piuttosto che imbarcarmi in analisi socio-economiche sul malessere dei giovani, ho preferito ripensare a tutti i miei anni vissuti qui a Palermo, guardando alla vita e alle storie dei tanti amici, e poi dei conoscenti. In tal modo ho cercato di fare sintesi delle istanze più vere dei giovani palermitani.
Quale messaggio hai voluto esprimere al nuovo primate della nostra chiesa?
Uno in modo particolare: che di fronte alle contraddizioni e alle difficoltà, che qui certo non mancano e che agitano spesso i nostri cuori, e di fronte alle preoccupazioni per il nostro futuro, che rischiano di farci abbassare lo sguardo e di far ridurre la grandezza di ciò che il nostro cuore desidera, noi portiamo incise nella fatica di ogni giorno le parole di Papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Ho colto l’occasione anche per esprimere quanto noi giovani siamo desiderosi di iniziare un percorso insieme a lui, di incontrarlo per vivere con lui un rapporto franco e appassionante e l’attesa di poter stare con una persona che possa illuminare la nostra vita.
Pur nella brevità del tempo disponibile, che cosa vi siete detti?
È stato un momento di grande emozione; più che le parole hanno contato gli sguardi. Mentre parlavo vedevo che don Corrado annuiva e questo mi ha dato molto coraggio. Così come l’abbraccio con cui ci ha accolto.
Che prospettive vedi per il futuro dell’impegno dei giovani in diocesi?
Nel suo discorso in Piazza Pretoria ha citato espressamente i giovani. Per questo credo proprio che metterà una grande attenzione alla pastorale giovanile. Peraltro a settembre scorso era stato stabilito un incontro tra Arcivescovo e giovani, che si terrà la prossima settimana La decisone di don Corrado di confermare questa data, proprio nella settimana dell’apertura della Porta Santa, mi sembra abbastanza significativo.