Mercoledì 19 aprile, alle ore 17.30, presso l'Auditorium Istituto Gonzaga di Palermo si è tenuto l'incontro Far crescere la persona: la scuola di fronte al mondo che cambia. Uno sguardo sulla città, organizzato dal Centro Culturale Il Sentiero e dalla Fondazione per la Sussidiarietà.
In questa occasione è stato presentato il libro Far crescere la persona. La scuola di fronte al mondo che cambia a cura di Giorgio Vittadini (Edizioni Fondazione per la Sussidiarietà).
Sono intervenuti Giorgio Vittadini - Presidente Fondazione per la Sussidiarietà, Giovanna Battaglia - Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo "Rita Atria" di Palermo, Livia Tranchina - Operatore presso il Centro Astalli di Palermo. Ha moderato Cinzia Billa - docente presso l'Istituto Professionale di Stato "Pietro Piazza".
La prof.ssa Cinzia Billa nel dare il benvenuto al pubblico presente e ai relatori ha introdotto l'incontro precisando che è il primo di un percorso, in vista delle prossime elezioni amministrative, che ha lo scopo di "condividere il lavoro in ambiti avvertiti carichi di urgenza a partire dall'esperienza di chi è impegnato quotidianamente nel contesto della nostra città e rintracciare ipotesi di sviluppo e di crescita per il bene comune".
Di fronte all'emergenza educativa di cui parlava già anni fa Benedetto XVI e in un contesto nuovo che Papa Francesco ha definito come un cambiamento d'epoca siamo di fronte a interrogativi ineludibili: "qual è il compito di genitori ed educatori dinanzi ai giovani? che persone stiamo aiutando a crescere per affrontare la vita e il mondo del lavoro?".
Il prof. Giorgio Vittadini ha voluto mettere a tema quanto la scuola oggi sia fondamentale per la ricerca del lavoro e possa essere un fattore di uscita dalla crisi ma ha bisogno di essere ripensata. Il capitale umano è stato finora misurato sulla base dei cognitive skills misurabili attraverso test standardizzati. Questo è un sistema che produce "nozionismo e appiattimento del sapere" e si dimostra insufficiente in una società in continua evoluzione in cui si rivelano necessari altri fattori come la flessibilità, la creatività, la capacità di giudizio e di interazione. Oggi, per la definizione di capitale umano, si deve fare riferimento anche ai non cognitive skills come character secondo the Big Five domains, le cinque grandi dimensioni: apertura all'esperienza, coscienziosità, amicalità, estroversione, stabilità emotiva. Sono aspetti della personalità che vanno coltivati già dai primi anni del percorso scolastico e che aiutano nell'acquisizione delle abilità cognitive. Inoltre, secondo Vittadini, "se si vogliono ottenere miglioramenti nei termini di personalità ci vuole autonomia e parità". La scuola non può attardarsi su un insegnamento standardizzato e fornire solo conoscenze ma deve "permettere un'introduzione alla realtà totale secondo la definizione di Jungmann ripresa da Luigi Giussani". L'attività scolastica, pur essendo in tutto organizzata, ha al centro qualcosa di imprevedibile: un avvenimento, l'incontro tra un docente e uno studente. "Un'aula scolastica è il luogo dove si ripete quello che è successo a Ciaula, un ragazzo considerato una bestia che una sera alza la testa, vede la luna e si commuove. Questa commozione è l'inizio della conoscenza, la personalità nasce se c'è questo stupore, se avviene questo incontro imprevedibile".
La prof.ssa Giovanna Battaglia dirige l’Istituto Comprensivo Statale “Rita Atria” che comprende tre plessi: il “B. D'Acquisto" e il "Valverde" che accolgono i bambini della Vucciria e il “G. Turrisi Colonna” che accoglie utenza del Capo e di parte di Ballarò. Un contesto socio-culturale difficile, di 850 alunni circa 250 sono di origine non italiana, famiglie con un livello socio-culturale basso e problematiche, ne consegue una scarsa sensibilità nei confronti dell'istruzione e una molteplicità di problemi per la scuola. Alto è il tasso riguardante la dispersione scolastica e allora in un contesto così critico è evidente che "bisogna puntare più che alla acquisizione di conoscenze alla formazione della personalità e l'educazione, per la città di Palermo, dovrebbe essere la preoccupazione numero uno". In un contesto difficile è ancora più chiaro che "l'educazione è una sfida, nel rapporto educativo non si può dare niente per scontato e le strategie didattiche non si possono replicare. L'educazione è sempre un incontro, l'atto educativo è sempre un mistero". La prof.ssa Battaglia ha voluto sottolineare che la prima risorsa sono i docenti "infaticabili e pieni di carità" e poi c'è la collaborazione con soggetti impegnati nel sociale come la Cooperativa Parsifal e la Società Telimar con cui si realizzano progetti di alternanza scuola-lavoro con studenti delle superiori e la parrocchia di san Mamiliano con cui si svolgono attività socialmente utili. La Dirigente si è detta convinta che solo una reale autonomia permetterebbe di utilizzare "in modo intelligente" tutte le risorse presenti nel territorio.
La prof.ssa Livia Tranchina opera al Centro Astalli, il servizio per i rifugiati nato negli anni '80 per volontà di padre Arrupe, dove il lavoro in ambito culturale si realizza anche con gli studenti attraverso i progetti di alternanza scuola-lavoro incentrati sul tema dei profughi e delle differenze religiose. "La motivazione è data dall'attualità della problematica delle migrazioni e i ragazzi hanno la possibilità, oltre alla formazione, di misurarsi nelle attività concrete del Centro e nella progettazione di attività di sensibilizzazione". Sono percorsi che hanno al centro l'incontro con le persone e l'idea di apertura ad altre realtà e si acquisiscono conoscenze attraverso l'operatività.
Molti sono stati gli interventi nel dibattito, la dott.ssa Cristina La Manna del Centro Conservazione e Restauro, che ha stipulato una convenzione con il Liceo Artistico V. Ragusa e Otama Kiyohara, ha raccontato un'altra esperienza significativa di alternanza scuola-lavoro. Nelle ore trascorse dagli studenti in biblioteca è stato proposto un percorso conoscitivo inteso nel senso di avvenimento, di incontro tra i tutor e i ragazzi e come "introduzione alla realtà totale" e al suo significato. Il progetto è stato svolto tenendo presente il significato di cultura nel senso di "coltura" come la definisce Hanna Arendt e come itinerario volto alla scoperta della propria identità.
I test di valutazione e la verifica finale sono stati elaborati tenendo presenti i non cognitive skills ed è stato evidente che la promozione del character è possibile quando i giovani sono a contatto con adulti che li accompagnano non con lo stile «fai come ti dico» ma «fai con me» e sono aiutati a formarsi una sensibilità critica e non solo ripetitiva in contesti operativi nei quali possono sperimentarsi".
L'incontro è stato davvero un'occasione per riflettere su tanti temi, dalle esperienze raccontate è emerso come al bisogno incontrato nelle diverse realtà della nostra città si debba rispondere con "soluzioni flessibili e sussidiarie" ma sono già in atto dei processi per il bene comune in una scuola che, tuttavia, avrebbe bisogno di un'autonomia più piena.
Foto di Concetta Carruba Toscano