Domenica 23 aprile 2017, alle ore 16.00, a Palermo in via Collegio del Giusino, Isola n. 3 "Luigi Pirandello", è stato presentato il libro di Saverio Sgroi La sfida educativa giorno per giorno (Edizioni Youcanprint).
La presentazione si è svolta nell'ambito della manifestazione "La via dei Librai" promossa dalla Associazione Cassaro Alto in occasione della giornata mondiale del Libro.
L'incontro, con la presenza dell'autore e della prof.ssa Adele Di Trapani, è stato un'interessante occasione per parlare di educazione, di famiglia e scuola. Saverio Sgroi si occupa di educazione degli adolescenti e di consulenza educativa alle famiglie, ha ideato e conduce un progetto di formazione dell'affettività e della sessualità negli adolescenti con percorsi differenziati per ragazzi e genitori (www.unastoriaunica.it); ha fondato e dirige il sito per teenagers www.cogitoetvolo.it.
Il testo presentato ha alla sua origine la pubblicazione, giorno per giorno sulla pagina Facebook del sito www.lasfidaeducativa.it, di riflessioni sul tema dell'educazione raccolte poi in un libro con una divisione in capitoli tematici.
La prof.ssa Di Trapani ha posto una serie di domande che riflettono l'urgenza del problema educativo oggi: cosa si chiede alla scuola? che riproduca cultura o che prepari i giovani ad affrontare il mondo in evoluzione? Qual è la sfida che vive la famiglia oggi? Come avviene la comunicazione nel tempo dei social?
Saverio Sgroi ha posto subito la questione di come dovrebbe porsi l'educatore dinanzi ai giovani riferendosi al significato del termine maestro da magister, magis che richiama il dover offrire ai ragazzi di più, "dare speranza, presentarsi come modelli belli", perché l'insegnante è uno che lascia il segno e a scuola gli studenti nell'adulto vedono il passato, il presente ma anche il futuro e per questo bisogna essere appassionati. E non è certo la cosiddetta "neutralità", che di fatto non può esistere, a fare di un docente un buon educatore perché "si lasciano i ragazzi senza punti di riferimento, senza risposte e senza neanche domande" mentre, invece, bisogna aiutare i ragazzi a farsi domande, "proporre la propria visione della vita non è indottrinamento ma possibilità di imparare a confrontarsi con punti di riferimento stabili, proporre l'incertezza spesso conduce a perdersi nei meandri del nulla, nel disorientamento". Un educatore è chiamato a generare e "la generatività non c'entra nulla con la fecondità ma è qualcosa di più, molto di più".
Il dott. Sgroi ha messo in rilievo come anche gli educatori, genitori e docenti, debbano vincere per primi la paura del futuro in un mondo che condiziona, ma non bisogna dimenticare che "il fine dell'educazione è formare persone libere, capaci di usare bene la propria libertà". Educare significa accettare il rischio della libertà come ci ha detto don Luigi Giussani ne Il rischio educativo e Benedetto XVI nella sua lettera sull'educazione, educare significa mettere da parte la protettività eccessiva e accettare il rischio che il figlio possa sbagliare. Oggi in una famiglia in cui le relazioni sono orizzontali più che verticali e in cui il modello etico-normativo è entrato in crisi per lasciare posto a quello affettivo c'è più comunicazione di una volta ma spesso si comunica male, i nuovi strumenti tecnologici condizionano i rapporti e li rendono "poveri, fragili e poco profondi". Le relazioni, invece, soprattutto quelle più significative hanno bisogno della "condivisione dell'intimità" e per giungere a questo obiettivo alto c'è bisogno di "rivalorizzare le due dimensioni costitutive della relazione: lo spazio e il tempo", bisogna "tornare costantemente a dedicare alle persone che vogliamo bene tempo e spazio, lo spazio della propria intimità" e dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a farlo.
Mettere a tema l'educazione oggi è sempre più necessario, perché se oggi la nostra società è in crisi e ci sono diversi segnali che lo dimostrano è perché c'è una crisi educativa, ma questa ci dice Saverio Sgroi, nell'introduzione al suo libro, è una crisi prima di tutto degli adulti e i giovani, invece, cercano "adulti capaci di mostrare loro la strada verso un futuro che valga la pena di essere vissuto". In realtà dobbiamo ricominciare a sentire la responsabilità nei confronti delle nuove generazioni e, come dice il nostro autore, "dobbiamo tornare a educare".