È trascorso un mese dalla conclusione della III Festa del quotidianoAvvenire che dal 30 agosto al 2 settembre 2018 ha visto svolgersi una serie di interessanti manifestazioni lungo l’asse che va da Terrasini a Isola delle Femmine, attraversando Cinisi e Capaci. È possibile adesso fare una serena valutazione con Ino Cardinale, che nella sua qualità di Presidente dell’Associazione culturale “Così … per passione”, da tre anni porta avanti questa iniziativa che coinvolge un sempre maggior numero di persone e consente agli abitanti della zona di incontrare autorevoli testimoni della vita sociale ed ecclesiale italiana.
L’appuntamento è in un luogo emblematico di Terrasini, la gelateria Cucinella, perché, come mi ha detto per telefono, “Venire a Terrasini e non gustare un gelato è quasi un delitto”. Ci accomodiamo attorno un tavolo e sotto alcune gigantografie di foto degli anni ’50 e 60’ che ritraggono un ragazzino dietro al suo carrettino per la vendita dei gelati per strada. Una bicicletta modificata come si usava in quegli anni con cui si portavano a domicilio la mattina le granite e il pomeriggio i gelati. Ino nota subito la mia curiosità, prima ancora che possa fare una domanda e chiama il proprietario che illustrando le foto e racconta. “Non siamo una famiglia di gelatai – inizia – come si potrebbe pensare, ma quel ragazzino sono io che cominciai a vendere gelati per sbarcare il lunario. Era un lavoro facile, e contemporaneamente piacevole e faticoso. Dalla necessità passai alla passione e con il trascorrere degli anni alla professionalità e alla imprenditorialità”. “E oggi – chiedo?” “Oggi, dopo gli anni facili, anche noi facciamo i conti con la crisi. Abbiamo diversificato la produzione, ci siamo messi nel settore della ristorazione, abbiamo investito in macchinari e personale; ho aperto un punto di vendita in piazza per mio figlio, ma dobbiamo fare attenzione”. “Ma non sarebbe l’ora di andare in pensione – aggiungo?” Certamente ne ho l’età e le ragioni, ma cerco ancora di dare una mano. Prima che un’azienda siamo una famiglia e in famiglia non si va mai in pensione”.
Altre domande si potrebbero aggiungere ma sono venuto per sentire Ino Cardinale e raccogliere il suo giudizio.
A caldo, a conclusione della III Festa di Avvenire, il giudizio era positivo. E adesso dopo un mese è ancora positivo?
Lo confermo, perché avendo ascoltato tanti che hanno partecipato, magari solo ad alcune delle iniziative in programma, ho capito che abbiamo reso un buon servizio. Le giornate che abbiamo vissuto sono state intense: celebrazioni liturgiche arricchite da catechesi; incontri di dialogo, scambi di idee, opinioni, esperienze, riflessioni e approfondimenti; momenti musicali-canori, recital di poesie, concerti, uniti a quelli di gioiosa convivialità.
Buon servizio a chi?
Innanzitutto alla chiesa locale, che tramite il nostro Arcivescovo, Mons. Michele Pennisi, ci ha sostenuto in tanti modi. Poi agli abitanti dei paesi coinvolti, che per qualche giorno sono stati protagonisti di una piccola grande storia, e poi al quotidiano Avvenire che necessita di sempre maggiore diffusione.
E allora, partiamo dall’inizio. C’era in premessa una grande aspettativa. Quella di rendere il tema delle Beatitudini attuale e popolare. Ci siete riusciti?
Posso solo rispondere a partire dai frutti che la Festa ha lasciato. Una parola che a mio avviso rende e sintetizza è la parola gioia. Essa è più che soddisfazione, è più che riconoscimento, è più che gradimento, è più che compiacimento. Questo è il sentimento che ci hanno lasciato le 4 giornate e i tanti incontri che abbiamo fatto.
E allora parliamo degli incontri con i personaggi intervenuti. Come sono stati?
Tutti di ottimo livello. Non saprei fare una graduatoria, anche perché abbiamo invitato esponenti espressione di diversi punti di vista. Vorrei cogliere l’occasione però per chiarire che i contenuti espressi non vanno confusi con la forma della comunicazione. Può accadere, ed è accaduto, che un microfono non funzioni. È certo un grave danno, ma non può inficiare la qualità della comunicazione del relatore. Posso dire di più.
E cioè?
Che ho avuto modo di incontrare persone intervenute e verificare dai loro discorsi quanto le cose ascoltate siano state importanti per la loro vita. E poi va aggiunto che l’intendimento dell’iniziativa non riguarda né analisi socio-economiche da fare né confronti e decisioni politiche da prendere. Ci siamo rivolti innanzitutto alle coscienze – non a caso il tema riguardava le Beatitudini – e sono queste che devono innanzitutto reagire con quanto è stato loro offerto. Crediamo di esserci riusciti. D’altra parte abbiamo un anno davanti per continuare ad approfondire questi temi.
E come contate di procedere in tal senso?
Attraverso le iniziative della nostra associazione – l’Associazione culturale “Così, per… passione!” – che non sono avulse o slegate da questo momento, che non a caso è posto all’inizio dell’anno sociale. Il confronto sulle Beatitudini dura da duemila anni e non sarà certo esaurito dalla nostra iniziativa.
Possiamo parlare anche dei costi?
Certamente, ma non abbiamo ancora fatto un bilancio definitivo. Va detto che i costi sono stati sostenuti - grazie alla benevolenza e alla generosità di Mons. Pennisi – anche dalla Diocesi. L’evento, come si è detto e ripetuto, è stato organizzato dalla nostra Associazione in costante collaborazione, possiamo dire simbiosi, con l’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali, diretto da don Antonio Chimenti. Con questi si è interagito per programmarla, organizzarla, attuarla: … “Ognuno è parte di un tutto”. Posso dire che abbiamo però contenuto le spese rispetto agli anni precedenti e che la sensibilità degli egli enti patrocinatori (Comune di Terrasini e Assessorato regionale Beni culturali e della Identità siciliana-Direzione Polo museale Riso-d’Aumale) e di taluni sponsor non è venuta meno. Ciò ci lascia ben sperare per l’anno prossimo.
Appunto, e l’anno prossimo?
È ancora presto per parlarne. Cominceremo a farne oggetto di confronto all’inizio del 2019. Tuttavia sono venute già molte sollecitazioni e proposte su come continuare, sia sui contenuti che sui soggetti da coinvolgere. Su questo abbiamo già iniziato e continueremo a pensare, e non solo.