(3 luglio 2013) – Vincenzo Ciminello nasce nel 1977. Laureato in Lettere Moderne, insegna materie letterarie. Come etnoantropologo ha studiato il panorama tradizionale rituale, ergologico e musicale della Sicilia. È stato selezionato quattro volte dall’editore Perrone e una volta dalla casa Editrice L’Erudita, entrambi di Roma, per la pubblicazione di racconti brevi. Ha collaborato al progetto antologico “La Luce oltre le crepe”, Bernini Editore, il cui ricavato delle vendite è andato a favore delle biblioteche modenesi colpite dal terremoto del maggio 2012, con la poesia “Un attimo prima. Un attimo dopo”. La Pirdunanza (Edizioni Creativa, 2012, pp. 142, € 14) è il suo primo romanzo. Attualmente è tornato a occuparsi di etnomusicologia e sta studiando il rapporto che c’è tra questa disciplina e i social network, lavorando a una ricerca, i cui risultati saranno presentati a settembre presso l’Università di Cagliari. Attualmente vive a Campofelice di Roccella.
Quali sono i beni di tutti, secondo te?
Innanzitutto la Vita, la Libertà di pensiero e di espressione, la Cultura, La Natura.
Da cosa vanno difesi?
Dai continui attacchi che l’uomo rivolge loro, per la bramosia di potere e per la sopraffazione di altri uomini.
Quali sono stati i valori che ti sono stati trasmessi?
Lealtà, legalità, giustizia, onestà, spirito di attaccamento alla tradizione, senso critico.
Chi te li ha inculcati?
Sicuramente i miei genitori, mio nonno Vincenzo Sorbera (nonno materno), le mie letture e l’esempio di coloro che hanno dato la vita per gli altri, primi fra tutti i partigiani e coloro che hanno perso la vita nella lotta alla mafia.
Che posizione hai sulla fede?
La fede è un grande valore. È simile all’amore, o ce l’hai o non ce l’hai, come esso a volte vacilla, ma se ritorna lo fa sempre con grande ardore. Io ho fede in un grande Dio. Da un po’ di tempo, per motivi di studio e per ricerche legate alla mia famiglia (materna) ho intrapreso un cammino che mi ha portato a scoprire l’ebraismo. Sono stato battezzato cattolico, ma nel mio ricercare non dimentico mai che lo stesso Gesù era ebreo e che non aveva intenzione con la sua predicazione di fondare altre religioni. In sintesi, mi sforzo di vivere il mio cristianesimo alla luce degli insegnamenti della Torah e del Talmud.
Che ripercussioni ha nella vita di tutti i giorni?
Mi sforzo. Quindi ogni giorno cerco di fare il possibile per rimanere saldo nel mio credo, anche nelle piccole azione quotidiane, nel rapporto con gli altri e con la mia coscienza.
Secondo te, l’uomo dei nostri giorni manca di senso religioso? Se sì, perché?
L’uomo è un animale religioso. A cambiare, secondo me, è il suo oggetto di culto. La ricerca del Potere a volte assume i caratteri dell’integralismo più intransigente.
La tua concezione della politica.
La Politica è servizio verso i cittadini e la città. Non deve essere il fine, ma il mezzo. Deve essere, inoltre, lo strumento per migliorare la società e non per garantire gli interessi di singoli o di gruppi di potere più o meno organizzati.
Esistono ancora grandi statisti? Le ideologie?
Esistono, ma non Italia. Obama, per esempio, è uno di questi. Le ideologie vanno bene fin quando hanno la capacità di modellarsi sulla storia e sui problemi delle masse.
La condizione della scuola oggi per alunni e docenti.
Tutti sanno che la scuola in Italia da anni ormai subisce continui attacchi da chi dovrebbe lavorare al suo miglioramento. Si è pensato solo a tagliare, ma non a razionalizzare. Le aule sono sovraffollate, male arredate, carenti in tante cose che rendono difficile lo scambio formativo docente/discente. Il precariato nella scuola non aiuta affatto. Gli insegnanti, quando riescono a lavorare, sono sballottati da una scuola all’altra, con la conseguenza che gli alunni si trovano spesso a lavorare con insegnanti sempre diversi.
Hai una soluzione a riguardo?
Tagliare dove si spreca davvero. Favorire il pensionamento degli insegnanti a cui mancano cinque anni all’agognato traguardo e stabilizzare più precari possibili. Investire sulla Cultura attingendo a ogni forma di finanziamenti che arriva dall’Europa.
Qual è il tuo primo ricordo culturale?
Da bambino ho imparato da mio nonno materno (contadino) a innestare una pianta. È un’esperienza culturale forte, in senso antropologico, poiché mi ha messo a disposizione di un sapere difficilmente conosciuto da persone della mia età.
Cosa può portare la cultura nella vita delle giovani menti?
Il pensiero libero e critico. La Cultura è il punto di partenza, il bagaglio, il retroscena, per affrontare la vita con una consapevolezza diversa. La Cultura poi non è solo accumulazione di sapere, ma in senso antropologico diventa anche l’insieme dei prodotti manuali e intellettuali degli esseri umani, quindi il suo studio equivale a una comprensione dell’altro e del sé.
Ricordare i grandi del passato, perché?
Avere Memoria è l’unico modo per vivere con coscienza il presente e pre-edificare un futuro consapevole. Dai grandi del passato dobbiamo mutuare i valori e la statura morale, dobbiamo anelare a diventare anche noi, in futuro, grandi del passato.
Cosa significa per te scrivere?
Scrivo perché ne ho bisogno, lo faccio fin da quando ero bambino. Ho sempre in mente il ruolo dei narratori della Storia Antica. È possibile che io racconti, per raccontarmi. A tal proposito questi sono i miei due blog:
http://vincenzociminello.wordpress.com/2012/12/01/a-che-serve-oggi-letnografia/
Credo possano essere utili.
Il tuo ultimo libro, La pirdunanza, da cosa nasce?
Il libro nasce dal mio lavoro di ricerca etnografica e dalla mia grande passione per il romanzo giallo e noir. Offre al lettore il piacere di immergersi in una Sicilia che oggi per molti versi non esiste più. Solo in alcuni comuni montani è possibile osservare alcune pratiche descritte nel libro, ma anche lì ormai molte cose permangono solo nei ricordi dei più anziani. Il viaggio che offre La Pirdunanza è nella Sicilia degli anni ’50, una Sicilia ancora ancorata a regole non scritte, ma forti e osservate da tutti, le regole della Tradizione. Il momento in cui si svolgono gli eventi è quello della Settimana Santa. Al lettore è data la possibilità di conoscere secondo quali usi e costumi venivano ritualmente organizzati il tempo, lo spazio e le azioni in un piccolo paese madonita di quel periodo. Vengono descritti i riti penitenziali di una confraternita e altri momenti della vita di quei tempi, il tutto in un contesto di mistero e tensione tipica delle atmosfere gialle o noir.
Che messaggio porta al lettore?
Il messaggio che porta al lettore è di speranza, poiché alla fine si chiude con una formula di scongiuro che le massaie recitavano al suonar delle campane a Gloria per la resurrezione di Gesù. Di più non posso svelare, altrimenti si rischia di perdere il gusto della scoperta.
Perché l’uomo tramanda tradizioni?
Tradizione deriva dal verbo latino trado che significa affidare nelle mani di qualcuno, affidare un sapere (un tempo di padre in figlio, da maestro ad allievo e nelle forme della trasmissione orale): è il modo per riuscire a conservare l’identità.
Se potessi migliorare una cosa soltanto nel mondo, cosa cambieresti?
Vorrei che mai più un essere umano opprimesse un altro essere umano, spogliandolo dei suoi diritti e approfittando della fatica delle sue mani.
CONVERSAZIONI – Conservare l’identità. Come un etnoantropologo vede l’uomo. Nelle immagini sono documentate la presentazione del volume di Vincenzo Ciminello La Pirdunanza (Edizioni Creativa, 2012) e alcune fasi di riti religiosi che durante la Settimana Santa si svolgono in Sicilia (Carini, Collesano, Gratteri, San Mauro Castelverde).– Sicily Present (foto gentilmente concesse da Vincenzo Ciminello)