(12 luglio 2013) – Un tardo pomeriggio, un parco, una chitarra, degli amici e buona poesia. Così si potrebbe riassumere l’articolo e non sarebbe sminuire, ma esaltare la concretezza e semplicità del gesto. La bellezza del gesto. Da qualche settimana gira voce su facebook: “La Casa Gialla” propone un reading di poesia, domenica 7 luglio alle 18 presso il Parco Uditore. Il titolo dell’evento “Un parco di versi”.
“La casa gialla” è un’associazione di ragazzi fondata da qualche mese, che fa del radunare artisti palermitani e gente ineressata all’arte, una parte della propria mission. Così, vedendosi, nasce l’idea del reading di poesia. Non di rado negli ultimi anni, nei giornali di punta, si è letto che “la poesia è morta”. E in molti ascoltando queste parole non battono ciglio, anzi, rincarano la dose con i problemi del sistema di distribuzione, con la questione dei molti autori e pochi lettori e altro ancora. Insomma, si sotterra la questione con dati reali, che non prendono in considerazione la natura della poesia.
D’altro canto Montale, sguardo lungo, s’era posta la questione quasi 40 anni fa e aveva detto, davanti l’Accademia di Svezia, in occasione del Premio Nobel a lui conferito: “Se s’intende per poesia […] quella che sorge quasi per miracolo e sembra imbalsamare tutta un’epoca e tutta una situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c’è morte possibile per la poesia”. Badate bene, il discorso metteva in questione l’esistenza della poesia, tanto che il titolo era in forma di domanda: È ancora possibile la poesia?. Ma dentro le contraddizioni, il poeta piantava punti fermi: “la grande lirica può morire, rinascere, rimorire ma resterà sempre una delle vette dell’anima umana”.
Chi scrive non è a conoscenza se “La Casa Gialla” pone questo discorso di Montale tra i suoi punti di riferimento, ma di certo ha compreso che di una sostanza non dissimile s’è nutrito chi ha ideato e realizzato quell’evento. Viene fuori così, in un pomeriggio assolato con temperatura balneare, un reading all’ombra dei 3 falsi pepe, che costituiscono l’ “area meditazione” del Parco, ma che anche come luogo d’ascolto di poesia e musica non è male.
Il tema non poteva che essere “Uomo & Natura”, la scelta delle poesie è stato un mix tra classici del Novecento Italiano (dal panismo puro di D’Annunzio, allo stupore dei limoni di Montale, al vento di Quasimodo) e classici della letteratura mondiale, come Shelley, Byron, Coleridge, Whitman e Baudelaire. Proposto in chiusura dei nomi celebri, l’insolito nome di Antonia Pozzi. Tra i versi, si sono inserite le note di Nazario Di Liberto, che con la chitarra ha offerto alcuni suoi brani.
E siccome l’idea è quella di dare spazio agli artisti presenti, dopo i nomi dei grandi d’un tempo è stata la volta dei giovani poeti palermitani d’oggi: Spagnolo, Barresi, de Leo, Avola, Di Liberto, Priulla. Ciascuno ad offrire uno spunto, una direzione, un verso. Come chiusura d’articolo, in omaggio alla vita ‘incurante’ della poesia, citiamo tre squarci, tratti da alcuni componimenti di questi nuovi autori.
da “Elio” di G. Spagnolo:
“Ogni giorno mi nasci,
e ogni notte ti uccido.
Tu, ricorda a me, che come uomo spesso non ricordo,
ancor più spesso rimuovo,
dove è la luce e dove è l’ombra”
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da “Piovevan le gialle foglie e silenti” di D. Barresi:
“Del sorriso aver cura d’un’anima
e piangerne con il solo sguardo mio.”
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da “Giampilieri, Penelope di terra” di L. Avola:
“Urlano adesso, fuggono ubriachi,
perché ancheggiando
su punte di tacchi, ritmo solenne,
sfili fiera a valle.”
Spettacoli - "Un parco di versi" a Palermo: è viva la poesia. Le immagini documentano alcuni momenti del reading di poesia che il 7 luglio si è svolto al Parco Uditore di Palermo.
– Sicily Present (ph. gl)