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(31 marzo 2014) – Ci sono percorsi umani e storie di vita che, quando si incontrano, generano altra storia e intrecciano nuove positive esperienze. Ed è esattamente quanto è accaduto attraverso l’evento che si è svolto a Palermo la sera di domenica 30 marzo al Teatro Biondo. Ne avevamo già parlato sulle nostre pagine, approfondendone e dettagliandone gli aspetti organizzativi e le finalità benefiche. Si tratta del galà lirico proposto dall’Associazione Kaleidos e dall’Orchestra Giovanile Mediterranea a sostegno di Medici Senza Frontiere, l’organizzazione umanitaria internazionale premio Nobel per la Pace nel 1999. Il concerto, che si è tenuto in un teatro gremito in ogni ordine di posti, è stato un successo sotto tutti i punti di vista. Ed era ragionevole aspettarselo, considerando motivazione e metodologia perseguite nel corso della lunga e meticolosa preparazione dall’Associazione Kaleidos, dall’Orchestra Giovanile Mediterranea e da Medici Senza Frontiere, che in questa circostanza precisa hanno trovato corrispondenza, tra le altre, nelle persone di Anna Annaloro, Eugenia Cannada, Chiara Giacopelli, Simone Piraino.
Eventi di questo tipo lasciano un segno pubblico che è utile tenere a mente e valorizzare, perché vi si mettono in gioco legami tra persone indirizzati verso la ricerca di un bene grande da condividere con il mondo intero senza confini e limiti di sorta. Non è vano ribadirlo, allora, per coglierne ulteriori spunti e tracce di giudizio e, così, marcarne l’importanza anche dopo la chiusura del sipario. Origine, organizzazione e obiettivi del concerto per MSF andato in scena al Biondo si stringono intorno a un circolo virtuoso di ideali. E gli ideali, quando prendono consistenza nei fatti, diventano opere in cui la comunità si apre al mondo con una speranza per il futuro che è tratta da chi ha costruito nel passato preparando un ponte per le successive generazioni. È in questo modo, del resto, che l’attesa di un domani migliore raggiunge il presente grazie all’energia della memoria riscontrata e vagliata negli esempi della vita quotidiana.
In questo concerto palermitano c’è tutta la forza di una tradizione che continua nell’oggi del tempo e genera nuovi rilanci di umanità e professionalità. Domenica sera si sono visti in atto i frutti prodotti dall’intuizione e dal lavoro di Natale Patti, al quale la serata è stata dedicata in memoria. Si è colta l’eccellenza artistica di impronta siciliana ascoltando l’Orchestra Giovanile Mediterranea, magistralmente diretta da Alberto Maniaci, e apprezzando la presenza scenica e il vigore canoro dei cantanti lirici Valentina Vitti, Alessia Sparacio, Nunzio Gallì, Giovanni Bellavia. Raffaella Daino ha presentato una serata che resterà negli annali per il cuore e la bellezza da cui è stata mossa.
Ma non è ancora tutto. C’è, infatti, almeno un altro aspetto di questo evento che richiede adeguata puntualizzazione.
Gli applausi ad artisti e organizzatori hanno un significato duplice e convergente, perché hanno confermato il successo di una buona causa tradotta nella fattispecie di un galà lirico e restano impressi come l’immagine della finestra di un teatro che si apre sul mondo mostrando l’unità di palcoscenico e platea.
Questo è il punto: artisti, organizzatori e spettatori hanno parlato con una voce sola.
L’evento palermitano mostra a tutto tondo l’arte e il talento di una bella Sicilia che prende sul serio l’impegno della vita e, a viso aperto e senza timore, va oltre i chiaroscuri di un’isola non ancora magnifica come merita per storia e cultura, natura e paesaggio. Questa serata, voluta appunto per sostenere il lavoro umanitario di Medici Senza Frontiere, ci ricorda anche che arte e bellezza si rinnovano e moltiplicano quando vanno in cerca di un bene vero e solidale e lo trovano tra gli affanni dell’umanità. A Palermo, tra le note di un’orchestra, si è sentita una voce che all’unisono ha cantato per andare incontro al mondo portando con sé, insieme alla musica, la speranza di un bene mai sconfitto e senza confini.
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