«E la chiamano estate» (quando le canzoni raccontano la vita)

 

Ogni canzone racconta una storia e mette in musica ragioni ed emozioni declinandole tra note e parole. E ciò vale per le vicende molteplici dei singoli e del mondo. Questo punto di giudizio, di per sé semplice e inoppugnabile nella sua sintetica verità, si può collegare alle canzoni ispirate all’estate come fonte per narrare l’esperienza delle persone. Sì, perché i mesi dell’estate portano nella vita una serie di condizioni e opportunità diverse rispetto agli altri giorni dell’anno. Questa è la stagione in cui ci si stacca dalle consuetudini routinarie e corrisponde al tempo delle ferie. O, almeno, così dovrebbe essere giustamente e per tutti; anche se le questioni difficili di questo periodo storico pesano su moltissimi come un macigno. Fin qui la premessa; lo svolgimento, invece, tiene conto di alcuni spunti tratti da canzoni dedicate in maniera diretta all’estate. E non mancano occasioni per individuarne temi che vanno oltre il momento particolare del loro successo e si raccordano alle originali trame di desideri e questioni senza tempo.

«E la chiamano estate» è una canzone portata al successo nella seconda metà degli anni Sessanta da Bruno Martino, di cui è autore insieme a Franco Califano e Laura Zanin. A questo grandissimo autore e cantante italiano si deve un altro brano celebrativo di questa stagione, diventato anch’esso un classico della musica non solo nazionale.

«Estate», questo il titolo della canzone composta da Bruno Martino con Bruno Brighetti nel 1960, è nota pure per il ritornello «odio l’estate» che intercala la nostalgia e lo struggimento di un amore spezzato per chissà quale circostanza il cui dolore, appunto, non si può accettare. La canzone è stata resa celebre nel mondo intero anche grazie alle interpretazioni che tra gli altri ne hanno dato Joao Gilberto, Mina, Jimmy Fontana, Michel Petrucciani, Toots Thielemans, Chet Baker e, in anni a noi vicini, Andrea Bocelli, Vinicio Capossela, Sergio Cammariere, Irene Grandi, Alex Britti, Enrico Rava e Stefano Bollani.

Nei testi di queste due canzoni affiora un aspetto preciso che si ritrova in non poche altre dedicate all’estate. Si pensi all’attacco iniziale e ad alcuni passaggi di «Azzurro», patrimonio canoro e culturale di tutti gli italiani per la capacità di unirne a largo raggio esperienze in città e memorie della vita, e alla stessa maniera se ne rinviene come un desiderio di bellezza e felicità per sempre. Ed è un’attesa che contiene una nostalgia in grado di velare come con una nuvola carica di pioggia il «pomeriggio troppo azzurro e lungo», che non smette di riproporsi come desiderio mai colmato da un ricordo senza presente. A un certo punto Adriano Celentano canta: «il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va». Non a caso, del resto, perché questo tema fondamentale della vita ha consistenza e struttura che non possono essere espunte da tempo ed esperienze.

E ciò è talmente vero che questa dimensione del «per sempre» e del «non può finire mai» segna i brani di due più recenti canzoni che dall’estate prendono titolo e suggestioni. E in entrambe si coglie come la nostalgia di un amore assoluto che resta, non si può perdere e muove la vita durante il suo corso mutevole nel “qui e ora” del tempo. La si trova in quella con cui i Negramaro si sono affermati al Festivalbar 2005, e si rintraccia tra le parole e i ritmi del successo datato 2013 di Jovanotti: «Sento il mare dentro a una conchiglia, estate… l’eternità è un battito di ciglia». E simili sono le tracce di vita che seguono altre canzoni. Così è nella luminosa semplicità di «Un’estate al mare», canzone del 1982 di Franco Battiato e Giusto Pio cantata dall’indimenticabile artista palermitana Giuni Russo. Mentre il brano «Un’estate fa» – eseguito nel 1972 dagli Homo Sapiens, nel 1990 da Mina e nel 2001 dai Delta V nella versione italiana tratta dalle melodie di «Une belle histoire» di Michel Fugain – trasfonde in note malinconie d’amore che mai si vorrebbero vivere.

Adesso che agosto promette una parte finale di estate in linea con le attese del periodo, dopo due mesi trascorsi con un clima incerto se non irriconoscibile e poco favorevole al turismo, non è vano ripensare questa stagione paragonandola con le esperienze della vita. E ognuna di queste canzoni dedicate all’estate ci ricorda, in fondo, che bellezza e felicità si rivolgono sempre a un volto con un nome.

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